Ivanovic e il suo addio: scelta furba o decisione leale?

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Ivanovic e il suo addio: scelta furba o decisione leale?

Ana Ivanovic ha annunciato il ritiro, con il sorriso di chi si è risparmiato qualche sgambata e la serenità di chi non dovrà reinventare la propria vita da zero. Giusto, ma forse un po’ troppo facile

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Ana Ivanovic si ritira: “Non posso più essere al top”. Una campionessa troppo fragile?

Il mondo del tennis augura il meglio ad Ana Ivanovic

Ivanovic stop a 29 anni: “Lascio, il polso non guarisce” (Gazzetta)

Non si ritirano solo le stelle (AGF – Arvidsson, Koukalova, Vaidisova, Johansson)

L’annuncio del ritiro di Ana Ivanovic arriva quasi dal nulla, in un giorno silenzioso tra Natale e Capodanno in cui chi è tennista prepara l’Australia, chi non lo è digerisce i cenoni senza aspettarsi notizie. Quel quasi c’è giusto perché qualche ora prima Ana aveva comunicato, sul solito Facebook, di avere una notizia importante per i propri fan. La foto del suo bel sorriso a corredo dell’anticipazione non faceva presagire nulla di simile e per questo in molti, vista l’annata di bimbi e nozze (tra cui le sue), erano pronti a scommettere che la grande notizia fosse una gravidanza.

Invece no, niente fiocchi rosa o azzurro pastello, niente baby Ivanovic-Schweinsteiger, è proprio un ritiro. Hasta luego, baby. Puntualissime le reazioni d’ogni tipo, che hanno sempre circondato la serba in ogni fase della carriera appena conclusa in diretta Facebook: la disperazione dei suoi sostenitori, lo scherno di chi la ha sempre ritenuta una mezza tennista, gli immancabili commenti da osteria – di quelle osterie che non frequenteresti mai, nemmeno se l’alternativa fosse il digiuno. Quali che siano i pensieri dei singoli, in ogni caso, la realtà dei fatti rimane una sola: Ana Ivanovic non giocherà più a tennis. Per colpa dei troppi infortuni e forse di qualche altra ragione amorfa, più intima, difficile da spiegare a parole, così simile al suo tennis negli ultimi mesi.

Vivere il totalizzante tennis contemporaneo per così tanti anni significa acquisire delle consapevolezze. A spingere una ragazza ormai matura come Ana a dire stop ne è bastata una, quella che “c’è un unico modo per tornare in alto, vincere ancora, risorgere: credere di poterlo fare”. Nulla di nuovo, no, avete ragione. È una storia con la barba più bianca di quella di Babbo Natale. Ma c’è chi è tornato dopo più tempo e infortuni peggiori soltanto perché era convinto di poterlo fare. Mentre lei ha capito di non esserlo e così ha deciso di risparmiarsi (e risparmiarci) un tentativo monco e senza molti dubbi fallimentare, senza neppure un torneo di addio o un tentativo di assalto alla stagione più aperta degli ultimi cinque o sei anni – con Serena in difficoltà, Azarenka neo-mamma, Kvitova appena operata, Kerber sotto pressione, Muguruza lontana dalle aspettative…

Oltre a ricordare infortuni e risultati in discesa, nel suo breve videomessaggio Ana ha detto di amare ancora il suo sport e di voler continuare a far parte di quel mondo. Tutt’altro che un’assurdità: nel tennis oggi ci sono mille modi per vivere una seconda (e a volte una terza) giovinezza, rimanendo più o meno sotto i riflettori, guadagnando bene e viaggiando magari un po’ meno, sollevati da qualche responsabilità. Tra gli ex campioni – Ivanovic campionessa lo è stata, e da ieri è ufficialmente ex – c’è chi dispensa consigli ai giovani, chi apre accademie, chi si improvvisa telecronista, chi fa da ambasciatore alla WTA o alla ATP e così via. C’è persino chi si riscopre guru, per dire.

In più, Ana è universalmente riconosciuta come una delle tenniste più belle in assoluto. Se limitarsi a giudicarla per il suo aspetto fisico è quantomeno sciocco, altrettanto sciocco sarebbe ignorare del tutto l’elemento estetico. Le richieste per mettere nome e viso su un prodotto o per presenziare a qualche evento non smetteranno di arrivarle, tanto più che suo marito è un calciatore di fama internazionale. Nessuno si sognerà di chiuderle neppure una porta, insomma. È tutto fuorché emarginata, una famiglia ha iniziato a costruirsela – e non è detto che l’annuncio più lieto, quello che molti si aspettavano, non sia destinato ad arrivare nei prossimi mesi.

Possiamo salutare Ana con due domande, sapendo che comunque la rivedremo in giro presto. Una è cattivella, come molti sono stati con lei, e una è più buona. Eccole, senza risposta: le conveniva davvero continuare col tennis? Ma soprattutto, scegliere di viverci attorno è stato davvero meno nobile di continuare a vivacchiarci dentro?

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