Ivanovic stop a 29 anni: "Lascio, il polso non guarisce" (Gazzetta). Finalmente Federer: "Mi sento più giovane" (Semeraro)

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Ivanovic stop a 29 anni: “Lascio, il polso non guarisce” (Gazzetta). Finalmente Federer: “Mi sento più giovane” (Semeraro)

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Ivanovic stop a 29 anni: “Lascio, il polso non guarisce” (Gazzetta dello Sport)

Non c’è l’ombra di una gravidanza dietro al ritiro dai campi di gioco di Ana Ivanovic, la 29enne vincitrice degli Open di Francia 2008, un successo (il suo unico tra gli Slam) che la spinse a diventare la numero uno del ranking WTA per 12 settimane in quello stesso anno per lei magico. Ieri in un video postato sul suo profilo Facebook ha annunciato l’addio al tennis. L’ex campionessa serba, che nel luglio scorso si è legata in matrimonio col calciatore tedesco Bastian Schweinsteiger, ha dovuto arrendersi ai problemi fisici che l’hanno tormentata negli ultimi tempi. Dopo gli Us Open si era dovuta operare al polso destro, spesso infiammato, che le causava dolore. «Sfortunatamente non riesco a riprendermi dall’infortunio — ha spiegato la Ivanovic rivolgendosi ai propri fans —. Il polso non tornerà come prima e questo mi impedisce di allenarmi con regolarità e di giocare ad alto livello. Perciò ho deciso di fermarmi qui. Ho sognato di giocare a tennis fin dall’età di 5 anni quando guardavo Monica Seles. Chiedo ad amici e tifosi di non essere tristi ma di rimanere ottimisti e di restarmi vicina».

Evidentemente Ana, caduta alla 63a posizione della classifica mondiale, non ha più gli stimoli per tentare una nuova risalita. Dopo quel grande 2008, la Ivanovic aveva vissuto un lungo declino sotto l’aspetto dei risultati. Ma nel 2014 era uscita dal tunnel con una stagione piena di successi che l’avevano riportata nella Top 10. Quella rinascita sembrava foriera di altri trionfi ma poi Ana ha dovuto fare i conti con gli infortuni. Dapprima i problemi ad un alluce, poi quello più grave al polso che l’ha costretta ad un intervento chirurgico negli Stati Uniti. Ma la condizione non è migliorata, così ha deciso di chiudere la carriera (…)

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Finalmente Federer: “Mi sento più giovane” (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

Il 2 di gennaio SuperRog torna in campo nella Hopman Cup a Perth e la febbre nel mondo del tennis, dopo sei mesi di astinenza da Federer, è già altissima. L’ultima volta del Genio risale al 9 di luglio, la dolorosa sconfitta in semifinale contro Milos Raonic sui sacri prati di Wimbledon: il ginocchio già operato di menisco a febbraio, dopo l’incidente durante il bagno con la gemellina, che cede durante una discesa a rete, lui che finisce lungo disteso nel verde mentre il pubblico del Centre Court si lascia sfuggire un angosciato “Ohhhh….”. Federer si rimise in piedi ma all’indomani decise che per prolungarsi la carriera aveva bisogno di chiudere lì la stagione. «Ho riposato per sei mesi e ora il mio fisico è come ringiovanito, mi sento di nuovo fresco», ha fatto sapere Roger nei giorni scorsi, fra un allenamento e l’altro a Dubai che i fan hanno potuto seguire in diretta su Periscope (opportunità replicata in questi giorni in Australia), ammettendo che «al mio fisico serviva più di quanto immaginassi, e anche mentalmente ne avevo più bisogno di quanto mi sarei aspettato».

Dopo il suo ultimo trionfo Slam, a Wimbledon nel 2012, dove nel frattempo ha perso altre due finali, la domanda all’inizio «Vediamo però come andranno i primi cinque-sei mesi dei 2017, poi deciderò cosa fare» della stagione in cui compirà 36 anni resta sempre la stessa: il genio è ancora competitivo? Riuscirà finalmente a conquistare il tanto sospirato 18esimo trionfo in un major, magari proprio in Australia dove per quattro volte ha alzato il coppone? «Sono convinto di avere una chance, e sto lavorando proprio per questo», ha spiegato il diretto interessato, per la gioia di tutti gli appassionati. «In Australia ci sono andato vicino negli scorsi anni (nel 2016 si è fermato in semifinale, ndr), ma solo il tempo potrà dircelo».

Per i due rivali che gli sono succeduti al vertice delle classifiche, Novak Djokovic e Andy Murray, Federer ha avuto, come al solito, parole molto dolci, ma coltiva un’idea ben precisa su chi ha più chance di vincere il duello in futuro. «Andy aveva già vinto molti titoli importanti, fra i quali Wimbledon, tutti si aspettavano che prima o poi arrivasse anche al numero 1. Mi ha sorpreso piuttosto il fatto che ci sia rimasto fino alla fine del 2016, perché una cosa è essere numero 1 per una settimana, un’altra restarci alla chiusura della stagione. Quindi ho il massimo rispetto per lui. Però sono convinto che Djokovic prima o poi nel 2017 tornerà in vetta, anche se non sarà facile difendere tutti i punti a 11 dualismo tra Murray e Djokovic «Credo che Novak prima o poi tornerà davanti a Andy» inizio dell’anno (il serbo nel 2016 ha vinto in Australia, a Miami, Indian Wells e Parigi, ndr). Prevedo una lotta testa a testa negli ultimi sei mesi, per Andy sarà fondamentale non infortunarsi».

Lanciata la macumba… scozzese, Federer si è scagliato contro i controlli antidoping che a suo modo di vedere (e non solo suo) sono insufficienti. «Con tutto il denaro che produce, il tennis dovrebbe spenderne di più per lottare contro il doping. In passato ci sono stati problemi economici, perché i test contano molto, e non so dire con esattezza come potrebbero essere reperiti questi fondi, ma sono convinto che sia possibile. Sarei molto contento di vedere più test durante la pausa invernale, quando tutti i tennisti si impegnano più duramente nella preparazione fisica. E soprattutto vorrei che i controlli vengono effettuati ovunque, non solo in certi Paesi». Recentemente è stato infatti reso noto che durante l’ultimo Master 1000 di Shanghai di provette non si è vista neppure l’ombra. «Non è la prima volta che lo dico – sostiene Federer – Per me dai quarti di finale in poi, cioè quando il montepremi inizia a salire davvero, tutti dovrebbero essere controllati (…)

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