AO interviste, Federer: "Adesso mi sento pronto, tutto questo mi mancava"

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AO interviste, Federer: “Adesso mi sento pronto, tutto questo mi mancava”

Australian Open 2017. L’intervista pre-torneo di Roger Federer

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In generale, mentre eri fuori, cosa ti è mancato di più del tennis?
Credo che ad un certo punto ti manchino le partite. Ti manca la sensazione della vittoria, camminare verso lo stadio, vedere il pubblico. È come se tutto fosse un’estensione della famiglia, e ti comincia a mancare. Cammini qui intorno, ed è probabilmente lo stesso per te. Vedi facce che non vedevi da tanto. È bello vedere tutti di nuovo. In più io ho tanti amici nel tour perché è da 20 anni che torno sempre negli stessi posti. È bello vedere le stesse facce familiari ogni singolo anno. Ed è qualcosa che non mi sono potuto godere negli ultimi sei mesi. È questo che probabilmente mi è mancato più di tutto.

Sei contento di come il corpo ha reagito? Per quanto riguarda la preparazione, senti che sia tutto in ordine?
Si è tutto sotto controllo. Mi sento alla grande, credo che la Hopman Cup sia stata un’ottima preparazione. Vedremo se perfetta o no, ma le condizioni sono praticamente le stesse. Il campo centrale di Perth aveva un aspetto familiare. Sento che la velocità è la stessa, così come il continente e tutto il resto. Sento che sia tutto ok. Gli allenamenti sono stati più sulla gestione, sul mantenimento, che sullo sforzo vero e proprio.

Come sai che sarai in grado di giocare per quattro o cinque set, come potrebbe accadere agli Austrlian Open?
Non credo sia una cosa che so. Potremmo dire che è un argomento uguale per tutti i giocatori. Non giochiamo 4 o 5 set ogni singola settimana, ma soltanto in Coppa Davis e negli Slam. Io ho passato un anno intero dove non ho mai giocato un quinto set. Potresti pensare che sia una cosa buona per la longevità, ma in realtà non lo è perché non sai come reggerai un quinto set. Sì, tanti ragazzi non giocano 4/5 set per tanto tempo o non lo hanno mai fatto. Per questo, da questo punto di vista, non sento di avere uno svantaggio o un vantaggio. Mi sono allenato il più duramente possibile secondo le mie capacità, per questo mi sento pronto per questo. Ho fatto tante sessioni in cui mi sono allenato per due ore e mezza, tre. Sento di essere pronto. Ma, come ho detto, è una cosa che non so. È una di quelle cose che saprò soltanto ritrovandomi in quella situazione.

Il tuo tabellone è diciamo avvolto nel mistero, perché giochi con un qualificato, poi un altro qualificato. Hai qualcosa di particolare in programma, che so, andare a vedere le partite di qualificazioni o cose del genere?
No, voglio dire, Severin ed Ivan (Luthi e Ljubicic, ndr), i miei allenatori, sicuramente si faranno un giro.
Sarebbe stato bello sapere con chi giocherò. Avrei potuto dirvi cosa ne pensavo. In questo caso, invece, devo aspettare. Quando uscirà fuori il nome sarà una buona cosa, perché così potrò iniziare la preparazione mentale. È mancino o destro? È una domanda importante. È un gran servitore, uno forte in risposta? C’è un po’ di incertezza in questa prima parte del tabellone, che per me è quella più importante, perché ho passato tanto tempo senza giocare.

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