AO: che grande Fognini! Errani non delude, Giorgi illude. Out Knapp e Fabbiano [AUDIO]

Australian Open

AO: che grande Fognini! Errani non delude, Giorgi illude. Out Knapp e Fabbiano [AUDIO]

Un Fognini sontuoso elimina Feliciano Lopez. Knapp dà forfait per problemi al ginocchio dopo un set. Fabbiano soccombe a Donald Young, Errani soffre Ozaki solo nel primo set. Giorgi recupera uno svantaggio di 5-2, poi regala il terzo set

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Australian Open day 2, il video-commento di Ubaldo con Luca Baldissera

F. Fognini b. [28] F. Lopez 7-5 6-3 7-5 (Da Melbourne, Luca Baldissera)

stats fognini

Il campo numero 20 di Melbourne Park è uno dei più interessanti dove seguire un match: tribune vicinissime, bella atmosfera, siamo nel mezzo del lato est, tra Rod Laver Arena e Hisense Arena, intorno ci sono “court” dedicati solo agli allenamenti, c’è un gran via vai di spettatori e altri giocatori, che magari tra un training e l’altro si fermano a dare un’occhiata alla partita dei colleghi. Sembra quasi di stare al circolo dietro casa, con la lieve differenza che i tennisti in campo sono i migliori del pianeta. Il solleone che ha cucinato per benino la città fin da stamattina presto è calato, fa caldo ma l’ombra è gradevolissima, quando lo spagnolo Feliciano Lopez (35 anni, 29 ATP) e l’azzurro Fabio Fognini (29 anni, 48 ATP) iniziano il loro match di primo turno sono esattamente le 18.45, le condizioni di gioco sono perfette. I confronti diretti sono due, recenti, entrambi a livello Slam ed entrambi a favore di Feliciano (63 76 61 agli US Open 2015, 36 67 63 63 63 a Wimbledon 2016, quest’ultimo ricordato per la polemica finale tra Lopez, l’ex allenatore di Fabio Josè Perlas, e lo stesso tennista ligure). Tra il pubblico, diverse rappresentanti del gentil sesso, la ragione mi sembra evidente.

Pronti, via, con Lopez al servizio, è subito break e controbreak, 1-1, i ragazzi devono ancora sciogliersi. Da subito si vede Fabio cercare con insistenza il rovescio di Feliciano, che alterna top e slice cercando di trovare spazi per tirare il dritto, ma entrambi sbagliano parecchio. Sul 2-2, altra palla break per Fabio, ma la prima centrale di Lopez la cancella. Stanno iniziando a giocare meglio, i vincenti prendono il posto degli errori, il dritto è chiaramente il colpo su cui fanno più affidamento, prevale comunque Fabio per rapidità e anticipi, ma Feliciano da parte sua serve decisamente meglio. Sul 3 pari servizio Lopez, un momento di tensione con Feliciano che contesta ad alta voce  una chiamata arbitrale, speriamo che non sia solo l’inizio, (non c’è Hawk-Eye qui “in periferia”, altro che le arene ipertecnologiche), lo spagnolo tiene e sale 4-3, così fa l’azzurro, 4 pari. Sul 30-30, un grave doppio fallo di Lopez consegna una palla break a Fognini, Feliciano si salva con la sua prediletta combinazione servizio-dritto, un altro paio di bastonate con la battuta e lo spagnolo sale 5-4. Nel game successivo a Fabio scappano un paio di colpi, e si va ai vantaggi, ma l’azzurro non trema e tiene per il 5-5. Un buon passante di Fabio, un errore in accelerazione di Feliciano, e un gran drittone lungoriga in difesa su uno smash non definitivo danno a Fognini il 15.40, la seconda palla break è quella buona e il passante di rovescio porta l’azzurro sul 6-5. Solido e preciso, Fabio chiude tenendo a zero il servizio, 7-5 e un set a zero per lui. Soddisfatto in tribuna il clan azzurro, Barazzutti, Palmieri e Davide Sanguinetti.

Inizia il secondo parziale, subito altre due palle break per Fognini (straordinaria una risposta d’incontro di rovescio alla prima palla), ma Lopez è bravo ad annullarle reggendo un paio di scambi lunghi. Subito però brutta volée in rete di Feliciano, ancora break point, e qui il nastro fa scappare di poco un passante vincente a Fabio, ma due ulteriori errori dello spagnolo consegnano il secondo break consecutivo all’azzurro, 1-0 e servizio per lui. Feliciano sembra essersi un po’ spento, i gratuiti aumentano, Fabio ringrazia, incassa, e sale 2-0. Non è onestamente un gran match, però il pubblico si diverte molto, grazie anche agli atteggiamenti istrionici dei due, che si stanno comunque comportando bene. Lopez pur senza brillare conquista l’1-2, Fabio fa altrettanto, il gioco si è fatto scarno ma finchè durano le incertezze di Feliciano, chi si lamenta? Sul 4-2 Fognini trova uno 0-40 che sfrutta alla prima occasione, è doppio break, per come sta giocando Lopez la vedo dura una rimonta. Arrivano subito infatti tre set point per Fabio, però annullati con un paio di errori, poi ancora due dritti che scappano, e dal nulla arriva un break per Lopez, 3-5. L’azzurro rimane in ogni caso troppo consistente nello scambio per l’avversario di stasera, si conquista il 15-40 e due set point, sul secondo il nastro gli accompagna un rovescio lungolinea che sarebbe probabilmente stato vincente in ogni caso, ed è 6-3, due set a zero per lui.

Lopez sottotono finchè vogliamo, però era da tempo che non si vedeva il ligure tanto consistente e continuo. Pochi fronzoli, poco spettacolo, ma anche zero sceneggiate o scatti di nervi. Siamo a un’ora e un quarto di partita, il terzo set si apre con Fabio al servizio, 1-0 per lui senza problemi, poi ancora Feliciano incerto e falloso, arriva il 15-40 e l’ennesima accoppiata di palle break per l’azzurro che potrebbero già risultare decisive, ma qui Lopez si ricorda della sua classe e della sua esplosività, chiude quattro punti di fila in attacco con ottimi smash e volée, e rimane a galla, 1-1. Poco spettacolo, dicevo, ma i colpi da fondo di Fognini, in particolare gli anticipi fulminanti di dritto e i recuperi e i contrattacchi di rovescio vanno che è un piacere, 2-1 per lui. Per trovare il 2-2 Feliciano deve attaccare come un disperato, e indovinare volée al limite, l’impressione è che dovesse essere necessario Fabio potrebbe salire ancora di livello, adesso iniziano a essere letali oltre i drittoni anche diversi precisissimi lungolinea di rovescio, le percentuali al servizio sono buonissime, il 3-2 in suo favore è cosa di un attimo. Che bel Fognini. Costantemente in affanno Lopez, è costretto a tirare a mille anche le seconde palle, per evitare le micidiali trame di Fabio nello scambio, bravo lui a conquistarsi il 3-3, ma il servizio è l’unica cosa che lo tiene ancora a galla. Il 4-3 per Fognini è cosa di un attimo, il traguardo si avvicina, bisogna continuare così a tutti i costi. Per una volta senza problemi lo spagnolo tiene e arriva al 4 pari, l’azzurro non fa una piega e prosegue a macinare gioco, 5-4 per lui. La volée smorzata in allungo e il successivo pallonetto liftato che lo portano al primo match point sono da standing ovation, Feliciano salva col servizio, poi ancora match point annullato col servizio, poi super rovescio diagonale, terza palla match ben cancellata da Lopez in attacco, poi clamoroso ace esterno con la seconda palla (follia) e primo vantaggio per Feliciano, che infine si arrampica sul 5 pari, come si è salvato lo sa solo lui.

Rimane tranquillo e concentrato Fabio, tiene la battuta a zero per il 6-5, e inizia il dodicesimo game con due passanti di rovescio lungolinea consecutivi da favola, Feliciano affonda una seconda palla, 0-40, i match point sono tre di fila, ma un attacco e due gran servizi dello spagnolo li annullano, Scappa largo lo slice a Lopez, match point numero 4 del game, settimo in totale, fallisce il passante col dritto Fabio ma era oggettivamente difficilissimo, attacca bene poi Feliciano, vantaggio e palla del 6 pari, ma ancora il dritto e un doppio fallo dello spagnolo che sta sparando tutto danno l’ottavo match point all’azzurro, che esce vincitore da uno scambio in pressione, incassa l’errore di Feliciano, e vola al secondo turno con grande, grandissimo merito. Splendido inizio di Australian Open per Fognini, è stato un vero piacere ammirarlo giocare una partita praticamente perfetta sia mentalmente che tecnicamente. Ora per lui Benoit Paire, con cui è sotto 2-1 nei confronti diretti, l’ultimo però sul cemento all’aperto vinto da Fabio alle Olimpiadi di Rio l’anno scorso.

[12] T. Bacsinszky b. C. Giorgi 6-4 3-6 7-5 (da Melbourne, Ubaldo Scanagatta)

Stat Giorgi Bacsinszky

Quante ne avrà perse Camila Giorgi di partite così? Non credo le abbiano contate neppur lei, e neppure papà Giorgi, anche perché nel corso di un solo match il papà è già convinto, e lo segnala ai vicini, di averlo già perso quattro o cinque volte. “È finita, è finita” ha cominciato a dirlo sul 5-3 per Camila e 40-0 quando, dopo un primo doppio fallo, sua figlia perde tre punti di fila. Che poi Camila raggiunga altri due setpoint, o annulli cinque pallebreak, è tutto un dramma misto di continue urla di incoraggiamento e di disperazione, le mani che scompaiono nei capelli, la testa che si abbatte fra le ginocchia, i richiami ad ogni errore…ma che dico, prima di ogni errore, fra la prima palla di battuta e la seconda: “Veloce!, Veloce!” è il rimprovero più frequente che grida, riparato alle spalle del’arbitro sul campo n.13 ma non dalle occhiate della figlia, quando la “prima” è lunga perché c’è stato un kick poco convinto, oppure “La prima!, La Prima! No no !”.

Vedere la partita alle sue spalle è una sofferenza indicibile. Penso che se stessi seguendo un match di una mia figlia non riuscirei a soffrire di più, a non vivere momenti da vero infarto. E continuo a ripetere al mio vicino di posto, Luca Damiani da Milano e aficionado del tennis dai tempi di Tele +, che è un miracolo, un vero miracolo, che Camila non faccia molti più doppi falli di quanti ne fa. Ne ha fatti 13 in 2 h e 32 minuti, ma io credo che una qualsiasi persona – uomo o donna – con un sistema nervoso normale ne farebbe 18 o 20. Lei quel sistema nervoso lo ha evidentemente allenato, sennò ripeto, le sarebbe impossibile giocare e vincere qualche partita. Sergio ovviamente sbaglia clamorosamente per troppo amore, non riesce a controllare se stesso, ad ogni punto non riesce a non reagire. Non è tanto quel che dice, quello che potrebbe metterlo in discussione come coach, anche se certe volte capisci che non ha mai giocato a tennis, se grida “diritto, diritto!” pretendendo che Camila possa sempre girare intorno alla palla per colpire un dritto vincente anziché un rovescio. Per carità, non fraintendete, qualche volta ha pure ragione, come su un punto importante del “drammatico” ultimo game di 12 punti che poteva portare Camila sulla pallagame per il 6 pari. C’era arrivata già ma aveva fatto il doppio fallo n.11 (sempre con lui che gli urlava “La Prima, la prima!” e chi ha giocato a tennis sa che non c’è peggior consiglio-rimbrotto che ti può arrivare in testa mentre ti appresti a battere la seconda…) dopo aver annullato con un incredibile coraggio che rasentava l’assoluta incoscienza due matchpoint consecutivi sul 15-40. Due rovesci pazzeschi! Il primo lungolinea, il secondo incrociato stretto. Con un gran bel servizio ad uscire e un dritto vincente il 28mo del match su un totale di 52 vincenti, Camila aveva annullato anche il terzo matchpoint, ma un suo rallentamento sulla partità ha concesso alla svizzera di giocare un rovescio vincente e il quarto matchpoint è stato quello buono, con l’ultimo rovescio lungolinea di Camila che finiva in rete. Era il 69mo errore complessivo, il 34mo rovescio se dobbiamo dare pieno credito alle statistiche (discutibili per come vengono raccolte) dal team statistico dell’Australian Open.

Ma anche su questi errori vi devo dire quanto detto sul servizio e i doppi falli. E’ quasi impossibile farne di meno. Camila ha capito quel che tutti sanno, e cioè che la Bacsinszky gioca meglio di rovescio, che riesce a spingere sempre quando arriva sulla palla, piuttosto che di dritto. Quindi le cerca il dritto, sapendo che la svizzera spesso lo difende con un taglio sotto la palla che ricorda quasi quello orribile della Niculescu. Quel dritto tagliato proprio non va. Solo che per farglielo giocare – come è giusto cercare di farglielo giocare – talvolta Camila è costretta a giocare il rovescio lungolinea. Beh, non può permettersi di sbagliarlo: come ne sbaglia uno viene assalita da una serie di grida, “No Camila, no, incrociato, apri il campo, no lungolinea!!!”. Ogni tanto Camila gli lancia sguardi imploranti, come a dire – anche se non non lo dice…forse non osa – “stai zitto”. Altre volte invece si infuria, il viso diventa una maschera di nervi, mormora qualche parola in spagnolo che è per metà un sibilo per metà un qualcosa che sa di imprecazione soffocata (difficile da interpretare alla lettera, ma supercomprensibile nella sostanza).

Alla fine ascolterete anche l’audio della mia intervista con lei. E devo in parte temperare quel che io ho scritto anche sull’onda della emotività scatenata da una partita obiettivamente adrenalinica. Camila è soltanto n.74 del mondo, oggi come oggi anche se è stata n.32, mentre la sua avversaria è n.15 (e testa di serie n.12) e questo significa che aver fatto partita pari con la svizzera fino all’ultimo – mancando come detto due palle per andare 6-5 dopo essere stata sotto 5-2, e poi una pallagame per il 6 pari – deve essere registrata come una brillante performance. Ha perso, ma dire che ha perso con onore è dir poco. Dopo la sua intervista ho fatto una lunga chiacchierata con il padre, cui ho preannunciato tutto quello che avevo già scritto. E che non avrei cambiato. Lui ha sostenuto all’infinito che Camila aveva commesso degli errori e che lui doveva dirglielo. Io gli ho detto che se anziché intervenire ogni punto lo avesse fato ogni quattro, a mio avviso sarebbe stato molto meglio. Ho cercato anche di spiegargli che un essere umano non è un robot, e che secondo me Camila è un fenomeno a riuscire a giocare in quelle condizioni. Quando lui sosteneva che se lei fosse stata lucida avrebbe dovuto prima palleggiare con i rovesci incrociati per liberare la mano (che a lui è parsa in troppi frangenti bloccata) e poi soltanto spingere con il suo colpo migliore, il rovescio lungolinea “come ha fatto all’inizio del secondo set”, non c’è stato verso per me di persuaderlo che anche per seguire quelle indicazioni (condivisibili, per carità: non sto dicendo che fossero sbagliate) occorre appunto essere pienamente lucide, serene, tranquille. Il problema è che in una partita di 2 ore e 32 minuti è impossibile che non ci siano 3, 10 minuti complessivi in cui quella lucidità non ci sia. E non è che la lucidità è un qualcosa che puoi azionare da fuori del campo, premendo su un bottone.

Beh su questo discorso lui è rimasto delle sue idee, io delle mie. Resta un peccato che ancora una volta purtroppo Camila – del quale sono un convinto sostenitore per quanto concerne gioco e potenziale tecnico, perché fa dei punti assolutamente straordinari anche se inframezzati di errori (il talento consiste anche nello sbagliare poco, nel fare le scelte giuste, nel conservare la lucidità nei momenti importanti, nel giocare meglio quei punti di quegli altri) – ha perso un gran match che poteva vincere contro una tennista che nel maggio 2016 – non un secolo fa – era salito al nono posto delle classifiche mondiali.

S. Errani b. R. Ozaki 7-5 6-1 (Giovanni Vianello)

Stat Errani Ozaki

Inizia il 2017 negli Slam anche per Sara Errani, opposta oggi al suo esordio all’Australian Open – miglior risultato i quarti di finale raggiunti nel 2012 (sconfitta in due set da Petra Kvitova) da dove cominciò la sua ascesa fino al 5° posto delle classifiche mondiali il 20 maggio 2013  in una sorta di déjà-vu del primo turno di Hobart (in cui Errani non scese in campo), a Risa Ozaki. La Errani in quest’annata è chiamata al riscatto di una stagione 2016 vissuta più di bassi che di alti, con un uno dei pochi acuti avvenuto con il successo a Dubai, suo primo successo in un torneo Premier.

La Ozaki patisce il servire a freddo e la buona verve iniziale della Errani, che in particolare col dritto macina gioco, e Sara si conquista immediatamente un break di vantaggio che conferma nel secondo game; la Ozaki non sembra ancora entrata in partita e non riesce ad arginare il peso di palla di Sarita. Il terzo game è lievemente più combattuto, ma si assiste ad un altro break per Errani. Le quaranta posizioni di differenza in classifica (la Errani è 53, la Ozaki 93 del mondo) per il momento si vedono tutte. La Errani nel quarto game concede prima lo 0-30 e poi il 15-40 con tre errori gratuiti, poi raggiunge la parità in due scambi ben congegnati dall’azzurra ma infine l’azzurra perde il servizio ai vantaggi. La Ozaki nel quinto game va avanti prima 40-15, poi concede due palle break ma infine tiene il servizio. La giapponese sembra finalmente carburare. Nel sesto game la partita sembra accendersi con uno scambio vinto dalla nipponica grazie ad una palla corta di rovescio atterrata sulla linea laterale dopo che la Ozaki si era difesa strenuamente. Questo punto consegna il 30-30 alla Ozaki, qualche secondo dopo la Errani si appoggia alla rete di recinzione del campo e resta ferma a bordocampo per un minuto circa, poi chiede al giudice di sedia l’intervento del fisioterapista. La Errani viene trattata con un asciugamano imbevuto d’acqua sulla coscia sinistra e dopo qualche minuto si ricomincia a giocare (l’arbitro nel frattempo aveva chiamato il medical time out). Dopo la pausa, la Ozaki pecca un po’ di ingenuità e commette due gratuiti che danno il 4-2 alla Errani. Nel game successivo la giapponese rischia qualcosa, facendosi rimontare da 40-0 a 40-30, ma infine tiene il servizio senza ricorrere ai vantaggi. Nell’ottavo game la Ozaki sfrutta una Errani non del tutto centrata e completa la rimonta, agguantando il 4-4 operando un break a 30. Nel nono game la Ozaki concede il 15-40 ed in seguito anche una terza palla break, ma la Errani non si dimostra fredda ed infine la nipponica opera il sorpasso nel conto dei game, portandosi 5-4. Nel decimo gioco la nostra Sarita gioca solido e tiene il servizio. Sul 5-5 Errani va avanti 30-40 sul servizio della Ozaki e poi, ai vantaggi, con un dritto anomalo inside out opera il terzo break del set a suo favore. La Errani nel dodicesimo gioco si fa rimontare da 30-0 a 30-40 e concede poi altre palle break, ma infine, al primo set-point, conquista la prima frazione. Da manuale una palla corta giocata da Sara su una palla break a favore della giapponese proprio nell’ultimo gioco.

Il secondo set comincia con la nipponica al servizio; la Ozaki va facilmente avanti 1-0. La Errani nel gioco successivo è invece chiamata a salvare palla break, riuscendoci; sull’1-1 la giapponese commette qualche gratuito di troppo e concede il due a uno e servizio alla nostra connazionale. In seguito la Errani, non senza soffrire, si porta 3-1 tenendo il servizio ai vantaggi. Sarita poi, nel quinto game, grazie anche ad una volee di dritto di alto livello su un attacco in controtempo, opera un altro break. La Errani ormai sembra dilagare e fa pesare la differenza di esperienza, prima si porta 5-1 confermando anche il secondo break e poi con un altro break, con la giapponese ormai alle corde mentalmente, chiude il secondo set e così il match.

È stata una Sara a sprazzi nel primo set, molto più costante nel secondo. Adesso per Sara al secondo turno la Makarova (t.d.s. 30). La russa conduce 4-3 nei precedenti, ma Sara nel 2010 ha vinto in due set l’unico incontro disputato all’Australian Open.

D. Young b. [Q] T. Fabbiano 6-4 7-6(1) 6-4 (da Melbourne, Vanni Gibertini)

Stat Fabbiano Young

Due ore e trenta minuti nella calura del primo vero giorno di “Australian Oven” chiudono il percorso nel primo torneo dello Slam 2017 di Thomas Fabbiano, che dopo tre match vittoriosi nel tabellone di qualificazione si è arreso in tre set (ma non senza qualche rimpianto) all’ex promessa non mantenuta del tennis americano (e mondiale) Donald Young, ormai 27enne, attualmente al n.85 del ranking mondiale e tutto sommato non un brutto avversario da pescare al primo turno di uno Slam, nonostante l’abitudine e l’attitudine alle superfici veloci.

Recuperato velocemente il break di svantaggio subito all’inizio del primo set, Fabbiano iniziava a rispondere scambio su scambio ai colpi fluidi e potenti dell’americano, che non ha un gioco troppo dissimile da quello del nostro Thomas, ma che ha un’indole più offensiva e maggiormente portata a prendere rischi. Alla fine, nel primo parziale la differenza laceva fa la capacità di Young di giocare bene i punti importanti, in particolare la palla break a sfavore affrontata sul 4-4, nella quale il servizio mancino ad uscire pagava dividendi, buttando Fabbiano fuori dal campo per una chiusura a campo aperto di diritto. Nel game seguente, sulla stessa situazione, l’azzurro invece concedeva il set con uno sciagurato doppio fallo, per la gioia della tennista americana Taylor Townsend, dal primo quindici seduta nell’angolo di Young e sempre molto animata nel sostenere il connazionale, cresciuto assieme a lui sui parchi pubblici della periferia di Chicago.

Nel secondo parziale era molto bravo Fabbiano a non lasciare andare via il match una volta subito il break per l’1-3, ritrovandosi subito in risposta e riuscendo finalmente a contrastare con efficacia lo slice esterno da sinistra di Young. Due rovesci in lungolinea molto ben assestati siglavano il 3 pari che manteneva Thomas in linea di galleggiamento. Se nel primo set era Young a concedere le chance a Fabbiano e poi ad annullarle bene nei “quindici” decidivi, nel secondo Thomas, più reattivo in risposta anche se non sempre continuo a sufficienza. La vera occasione per l’azzurro però veniva sulla dirittura d’arrivo del secondo parziale, quando riusciva ad andare a servire per il set sul 6-5, ma lì non riusciva ad affondare in maniera sufficientemente incisiva un diritto d’attacco sul 30-30 e poi naufragava sul punto successivo consentendo a Young di riagganciare il tie-break. Qui, dopo un minbreak di Fabbiano sul primo punto, si assisteva ad un assolo di “D”, come viene chiamato Young dal suo clan, che con sette punti di fila si issava sul 2 set a zero.

A Fabbiano non era sufficiente nel terzo parziale la voglia di lottare e la capacità di rimanere attaccato ai punti, perché l’americano andava subito via di un break ed aveva anche due chance consecutive per andare in vantaggio di un doppio break sul 4-1 “pesante”. Con grande cuore Thomas le annullava, arrivando persino a procurarsi un’occasione del 4-4, cancellata però brillantemente da un diritto ad uscire di Young, più che mai puntualissimo all’appuntamento con i punti importanti. Da lì si procedeva senza troppi scossoni fino al 6-4 finale, nonostante un 15-30 nel game finale, ultima chance per Fabbiano per tentare di prolungare la sua avventura all’Australian Open 2017, che pur con qualche recriminazione di troppo per i primi due set girati su pochissimi punti giocati forse in maniera non ottimale dal pugliese, comunque può sicuramente considerarsi positiva dopo il superamento delle qualificazioni e l’accesso al tabellone principale.

S.W. Hsieh b. K. Knapp 6-3 2-0 rit. (Chiara Nardi)

Stat Knapp Hsieh

Karin Knapp affronta per la seconda volta in carriera Su-Wei Hsieh. La tennista di Taipei, numero 88 del mondo, ha vinto lo scorso anno ad Istanbul. La Knapp è scesa al numero 144 a causa dei molti problemi fisici che hanno caratterizzato la sua carriera. Nel primo game del match la Knapp parte bene con il servizio ed il dritto, ma si fa riprendere da 40-0 e perde il servizio alla seconda palla break commettendo un doppio fallo. Nel gioco successivo la Hsieh sbaglia due dritti e concede una palla del contro break, che però Karin spreca e la taipeana sale 2-0. La tennista altoatesina fa molta fatica quando gli scambi si allungano. Nel terzo game la Knapp tiene con autorità il servizio e con una risposta di dritto lungo linea vincente riequilibra il punteggio. Nel quinto game l’azzurra concede altre due palle break; annulla la prima con un dritto lungo linea vincente in uscita dal servizio, ma sulla seconda la Hsieh gioca bene e mette a segno un vincente di dritto dopo aver spostato la Knapp. La tennista di Taipei si porta sul 4-2, con Karin che butta via una risposta sul 30 pari. Karin è molto fallosa con il rovescio e offre ancora una palla break all’avversaria, che non sfrutta. Le palle break aumentano, così come gli errori con il dritto in uscita dal servizio. Alla fine è costretta a concedere un altro break con un errore di rovescio. La Hsieh non chiude, con la Knapp che gioca un ottimo game di risposta e breakka a 0 l’avversaria. L’altoatesina non riesce a ridurre ulteriormente lo svantaggio e sul secondo set point la Hsieh mette a segno un bel pallonetto approfittando di un attacco errato di Karin.

Il secondo parziale parte subito in salita per la Knapp, che perde il servizio nel secondo gioco. Sul 15-0 Hsieh, Karin chiama la fisioterapista per un problema al ginocchio su cui ha due cerotti; prova comunque a giocare, ma dopo due punti la sfortunata tennista è costretta a ritirarsi e ad arrendersi nuovamente ai guai fisici.

Grande sconforto nelle parole di Karin dopo il match: “La voglia di tennis è tanta – ha commentato – ma in queste condizioni non ha senso. In campo ho sentito di nuovo dolore la ginocchio, un dolore che va e viene. Non giocavo un torneo dagli US Open, durante la preparazione invernale con tutto il mio team abbiamo fatto molta attenzione a non forzare sul ginocchio. Devo trovare una soluzione”.

Risultati:

F. Fognini b. [28] F. Lopez 7-5 6-3 7-5
D. Young b. [Q] T. Fabbiano 6-4 7-6(1) 6-4
S. Errani b. R. Ozaki 7-5 6-1
[12] T. Bacsinszky b. C. Giorgi 6-4 3-6 7-5
S.W. Hsieh b. K. Knapp 6-3 2-0 rit.

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