La rivincita di Andreas Seppi. Ma si dovrebbe tornare a 16 tds

Editoriali del Direttore

La rivincita di Andreas Seppi. Ma si dovrebbe tornare a 16 tds

MELBOURNE – L’azzurro si rifà dopo il matchpoint sprecato nel 2015. I favoriti vincono quasi sempre nella prima settimana, sarebbe il caso di ridurre i giocatori “protetti”…

Pubblicato

il

 

Il caso di Nicolas Almagro, che ha giocato solo 4 games e 23 minuti per incassare 35.000 euro, impedendo ad un tennista sano di guadagnare gli stessi soldi, ha sollevato un certo scalpore perché lo spagnolo era reduce da un infortunio che lo aveva costretto al ritiro nel torneo precedente e, per quanto lui abbia fatto capire di essere sufficientemente ricco da non aver bisogno di “sgraffignare” quei soldi (“Sono stato un top-ten, ho guadagnto più di 10 milioni di dollari”), ha comunque tolto la possibilità di guadagnare quei bei soldini ad un collega che li avrebbe certamente potuto meritare di più. E uno che avrebbe offerto miglior spettacolo. L’ATP da un anno ha rimediato a tutto questo offrendo quegli stessi soldi del primo turno a chi si ritiri. È anche vero, ho già scritto, che i primi turni degli Slam dispensano ai perdenti molto più denaro rispetto a qualsiasi torneo ATP. Ma è altrettanto vero che gli Slam guadagnano molto ma molto di più. Quanto? Andando un po’ a spanne uno Slam incassa mediamente – e non sto parlando dell’attivo di gestione, perché esso dipende da troppe cose che possono variare e non si possono quantificare – sui 300 milioni di euro. Quanto all’incirca incassano tutti i 9 ATP Masters 1000, per i quali si può ipotizzare un ricavo medio di 30 milioni ciascuno. Ogni ATP Masters 1000 ha mediamente un montepremi di 6 milioni. Ma sei milioni su un totale di 30 milioni sono una percentuale molto più alta – il 20 per cento – che non 25 milioni su 300 (meno del 10 per cento). È chiaro che l’ATP, essendo l’espressione dei giocatori anche se non un vero e proprio sindacato, debba cercare di proteggere maggiormente l’interesse dei giocatori, anche quelli meno forti, e questo giustifica il fatto che il montepremi dei tornei ATP sia in proporzione più alto di quelli dello Slam (che oltretutto viene diviso per 128 giocatori e non per 56). Ma è anche indubbio che i giocatori sono molto infastiditi per il fatto che i 4 Slam guadagnino cifre folli e distribuiscano montepremi proporzionalmente assai bassi ai tennisti…per quanto a prima vista possano sembrare invece più alti. Se non ci fossero i giocatori i tornei dello Slam non esisterebbero. Insomma anche gli Slam potrebbero fare quel piccolo sforzo per evitare queste sceneggiate di giocatori zoppi che pur di raggranellare queste cospicue “borse” fanno delle figure alla Almagro. Poi, per carità, la prova provata che Almagro, o tanti come lui, siano infortunati consapevoli o inconsapevoli non ce l’ha nessuno. A pensare male si fa peccato ma talvolta ci si indovina.

Oggi di cose ne sono successe diverse, non solo varie teste di serie che sono uscite di scena. Quattro donne e quattro uomini. Ma, fatta eccezione per la Halep n.4 uscita il primo giorno, una top-ten, la Suarez Navarro, e il primo top-ten fra gli uomini, Marin Cilic, n.7 estromesso da quell’Evans che all’US Open era stato lì (un matchpoint) per eliminare Stan Wawrinka che ha poi vinto il torneo. E anche Cilic, che a differenza di Wawrinka non si è salvato, è un campione dell’US Open… Fra le donne Shuai Zhang n.20 sconfitta da Alison Riske, 42 WTA, Irina Camelia Begu n.27 sconfitta da Kristina Pliskova, la medaglia d’oro di Rio Monica Puig n.29 con la Mona Barthel, la Suarez Navarro n.10 ko con Sorana Cirstea. Fra gli uomini la più clamorosa Marin Cilic n.7 battuto da Daniel Evans n.67, Nick Kyrgios n.14 da Andreas Seppi n.85, John Isner n.19 dal più scarso dei fratelli Zverev, Mischa, n.50. Il totale delle teste di serie saltate a questo punto del torneo – manca ancora una metà del tabellone maschile e una metà di quello femminile per esaurire i match del secondo turno – sono quindi 19 su 64, otto il primo giorno, tre il secondo, otto il terzo,  se non vado errato. Ecco a questo proposito io sarei decisamente per ripristinare il vecchio sistema, quello che prevedeva soltanto 16 teste di serie per tabellone. Perché non ha senso proteggerne 32, perché lo si è dimostrato in questi anni che non sono i più forti, le prime teste di serie quelle ad avere bisogno di protezione dalle… mine vaganti. Loro, bene o male vanno avanti quasi sempre fin dove devono arrivare, o quantomeno fino agli ottavi. Il sistema delle 32 teste di serie era stato pensato per loro, e invece ha finito per proteggere quei giocatori che si trovano fra il 19mo e il 32mo posto, a danno di un ricambio nelle classifiche che secondo me sarebbe salutare. Oggi è quasi impossibile che si verifichino risultati clamorosi nella prima settimana. Per trovare argomenti di cui scrivere, salvo che incentrare tutto sui tennisti “compatrioti”, per i giornalisti è spesso complicato.

Nelle terza giornata dell’Australian Open ha sofferto qualche patema anche la n.1 del mondo e campionessa in carica Angie Kerber, e per mano di una connazionale, la Witthoeft, n.89 WTA che l’ha tenuta in campo per 2h e 8 minuti prima di arrendersi 6-2 6-7 6-2. Una inattesa sconfitta sarebbe stato il peggior modo per celebrare il proprio ventinovesimo compleanno per la Kerber, che invece ha potuto, fra il commosso e il sorridente, godersi l’Happy Birthday cantato in coro dai 15.000 spettatori del campo centrale. Alla fine devo dire che, e non vorrei essere scambiato per sciovinista, la storia più bella, quasi incredibile, l’ha scritta uno dei due tennisti italiani che hanno giocato due maratone di cinque set. Ha perso la sua Paolo Lorenzi con il serbo Viktor Troicki che lo aveva già battuto a Sydney una settimana fa, ma è il modo rocambolesco con cui l’ha vinta Andreas Seppi sull’attesissimo enfant du pays Nick Kyrgios a tratteggiare una storia pazzesca. I lettori italiani di Ubitennis sanno già tutto: due anni fa Andreas Seppi, reduce da un exploit ai danni di Roger Federer dal quale aveva sempre perso, 10 volte su 10, perde da Kyrgios dopo essere stato avanti due set e aver avuto matchpoint sul 6-5 nel quarto set. Oggi Kyrgios vince i primi due set ma Seppi rimonta, annulla un matchpoint sull’8-7 nel quinto set – dopo aver servito invano per il match sul 6-5 – e vince lui per 10-8 nel set decisivo. È la vittoria n.21 in 36 incontri conclusi al quinto set dal maratoneta di Caldaro (su un totale di 90) che ora affronterà il coetaneo belga Darcis, 32 anni e n.71 ATP, che non aveva prima di quest’anno mai vinto un solo incontro all’Australian Open. Naturalmente la notizia ha fatto precipitare nello sconforto il pianeta Australia, perché sulle chances di Kyrgios di fare molta strada si appuntavano molte speranze. Come sapete Mark Edmondson è stato l’ultimo australiano a vincere questo torneo nel 1976. Insomma sono passati più di 40 anni. Pare di rivivere qui quel che vivevano gli italiani che dal 1976 in cui Adriano Panatta trionfò a Roma e al Roland Garros non sono stati più capaci di ripetersi.  Gli australiani stasera si sono consolati parzialmente con la vittoria di Tomic, ma non è la stessa cosa. Il potenziale di Kyrgios è ben altra cosa.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement