Fortuna che Seppi era in declino! Goffin Sr. disse…

Editoriali del Direttore

Fortuna che Seppi era in declino! Goffin Sr. disse…

MELBOURNE – La strano contrasto fra i risultati di Seppi all’Australian Open e all’US Open. Verso Stan Wawrinka. Il matrimonio e qualche confidenza. Un ragazzo perbene

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E così Andreas Seppi, che sembrava pochi mesi fa vittima dell’anagrafe e in parabola discendente per aver chiuso il 2016 da n.87 ATP cioè 58 posti più in basso rispetto a 12 mesi prima (fine 2012 da n. 23, 2013 n. 25 dopo essere stato n.18 a gennaio, 2014 n.45, 2015 n.29), conquista i suoi terzi ottavi di finale in questo torneo che evidentemente gli piace tanto quanto non gli piace invece l’US Open. Infatti l’US Open è il solo Slam nel quale Andreas (7 k.o. al primo turno, 3 al secondo, 3 al terzo) non ha mai raggiunto gli ottavi. Una volta li ha centrati invece a Wimbledon (2013) e al Roland Garros (2012).

Qui Seppi giocherà quindi gli ottavi di uno Slam per la quinta volta in carriera. L’occasione più grande per raggiungere i quarti l’ha certamente mancata qui due anni fa quando Kyrgios gli annullò un matchpoint con un gran servizio. “Ma anche con Chardy 4 anni fa mi sono forse fatto sfuggire un’occasione” mi ha detto poco fa. Il francese di base a Liegi (come Steve Darcis… temevo fosse un cattivo presagio!) lasciò il primo set a Seppi ma dominò gli altri, 63 62 62.

Contro Stan Wawrinka che Andreas ha affrontato 12 volte in carriera, a cominciare da un challenger a Lugano 14 anni fa, il tennista di Caldaro non partirà certo favorito. Ci ha perso 8 volte, dopo aver vinto le prime tre in confronti molto datati. Ma non l’ha mai affrontato negli Slam né in Davis, mai quindi sulla distanza dei tre set su cinque. Nel 2003 in quel primo match nel Canton Ticino Andreas aveva da poco compiuto i 19 anni e Stan i 18. L’ultimo successo di Andreas contro colui che oggi è il n.1 svizzero risale agli Internazionali d’Italia 2012, quando vinse un match deciso da tre tiebreak: 6-7 7-6 7-6 con i due vinti da Andreas entrambi al quattordicesimo punto, 8 punti a 6. Ho visto quella partita ma poiché non ricordo i dettagli consiglio di rileggersi quel che successe. Non perché un match di 5 anni possa avere di precedente, ma perché al Foro fu un match che entusiasmò. Se fu visto anche in tv proprio non ricordo. Magari qualche lettore invece sì. Dopo di che ci sono state tre vittorie di Stan The Man, a Cincinnati e Pechino nel 2013 e a Indian Wells nel 2014 dove Andreas prese una tal risciacquata (6-0 6-2) che ancora se la ricorda e oggi nell’audio l’ha in parte rievocata.

Metà della conferenza stampa è scivolata sul… confidenziale, sul recente matrimonio di Andreas con Michela Bernardi, sull’acquisto dell’appartamento a Bolzano, sui reciproci sfottò dei due giovani che sono stati fidanzati per 4 anni prima di convolare a giuste nozze il 10 settembre scorso (quando Andreas aveva escluso di potersi qualificare per la finale dell’US Open!). Lui è di Caldaro, lei di Ortisei… e dubito che al di fuori di chi vive in Alto Adige qualcuno sapesse, prima che Andreas ce lo rivelasse oggi, che il dialetto di Caldaro è ben diverso da quello di Ortisei, al punto che sui diversi accenti i due si sfotticchiano amorevolmente. I loro dialoghi si avviano in tedesco, poi sforano in italiano ma… vi suggerisco di ascoltare Andreas in audio perché è divertente, certamente particolare. “Da sposato si divide tutto per due: se arrivo al quarto turno… è come se fossi arrivato al secondo!”.

Non è stata una vittoria facile quella odierna. Condizioni difficili, il vento che girava, tutte le situazioni descritte nella puntuale cronaca di Luca Baldissera e nell’intervista di Andreas. Per riassumere vanno a mio avviso ricordati soprattutto tre momenti critici dopo il 4-6 6-4 con cui si erano conclusi i primi due set.

1. La crisi attraversata sul 2-0 del terzo quando Andreas ha subito due break consecutivi che gli potevano costar cari facendo appena 3 punti in due turni di servizio. “Mi bruciavano le gambe, non so che è successo”.

2. Darcis che sull’abbrivio di quei due break serve invano per il set sul 5-4 ma sbaglia due dritti.

3. Nel quarto set Darcis che arriva a condurre 6-5 dopo aver rimontato un break e sale 15-30 sul servizio di Andreas: è a due punti dal quinto set. Basta niente e tutto si riapre.

Seppi ha fatto probabilmente valere la sua superiore esperienza a livello di match importanti e di punti decisivi. Non altrimenti si spiega come abbia potuto vincere i due tiebreak, dopo un match sempre equilibrato nelle altre fasi, facendo 14 punti contro appena 3 di Darcis. E anche in quelle situazioni sopra descritte sebbene Darcis potesse dare forse l’impressione di essere un giocatore più vario e completo, è stato Seppi a dimostrare maggior personalità. Quella che per anni gli veniva imputata come un po’ carente. Qualche anno fa incontrai il papà di Goffin, un tipo gentile e che parla poco. Mi disse: “Quando qualcuno vuol parlare di tennis, e sembra conoscere solo o poco più di Federer, Nadal, Murray e Djokovic… io li metto con le spalle al muro: ‘Ma voi conoscete Seppi? Se non conoscete Seppi non dovete dirmi che siete preparati sul tennis!’”.

Beh oggi Seppi è forse più conosciuto in Australia che in Italia. Le sue partite con Federer e con Kyrgios giocate in prime time televisivo, i suoi tre tornei a Melbourne con gli ottavi raggiunti, hanno fatto quasi un personaggio di un ragazzo tranquillo, modesto, simpatico, educato, gentile, easy going, senza troppi grilli per la testa. Perbene, si sarebbe detto un tempo. Allenato da un coach, Massimo Sartori, che riassume in sé le stesse qualità. Sarebbe una gran cosa se a Sartori, quel giorno in cui Seppi smetterà di giocare, venisse affidata la cura dei giovani tennisti italiani. Sono sicuro che qualche progresso lo faremmo. Ma lui avrebbe voglia di stringere rapporti ancora più stretti con questa federazione che finora ha quasi sempre privilegiato rapporti con persone di diverso stampo, capacità, caratteristiche? Vedremo. E a lui personalmente non saprei se consigliarglielo.

Intanto complimenti davvero sentiti ad Andreas. Non si può non essere che contenti per lui. E per Massimo. Se poi Andreas facesse il miracolo contro Wawrinka… Ma come ha ricordato saggiamente lui, lo svizzero che ha vinto 3 Slam (e il primo qui nel 2014)  è più facilmente battibile nei primi turni che man mano che nella prima settimana di uno Slam trova la forma, e la fiducia. Comunque vada è stato un successo… e Andreas ha spiegato anche molto bene perché all’US Open ha quasi sempre fatto brutti risultati e qua invece, su una superficie non così tanto diversa, gioca quasi sempre così bene. Non credo che vincerà contro Wawrinka, ma non avrei mai pensato neppure che Istomin battesse Djokovic.

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