AO interviste, Nadal: "L'importante è vincere, non importa come"

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AO interviste, Nadal: “L’importante è vincere, non importa come”

Australian Open, terzo turno: [9] R. Nadal b. [24] A. Zverev 4-6 6-3 6-7(5) 6-3 6-2. L’intervista del dopo partita a Rafael Nadal

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Come ti senti dopo questa vittoria in 5 set?
Beh, felice. Ovviamente è un risultato importante per me. Avevo perso gli ultimi match che avevo giocato al quinto, quindi per me ha una certa valenza vincere match del genere, stavo perdendo due set a uno… È stata dura e lui è un giocatore fantastico. È in grado di colpire benissimo ed è già uno dei più forti al mondo. In futuro può diventare ancora meglio e lottare per altri obiettivi e penso che lo farà.

Pensi che giocare un match di 4 ore sia un buon modo per prepararsi per la seconda settimana?
Sono arrivato nella seconda settimana, quindi già questa è una buona preparazione, no? La cattiva notizia sarebbe se io non fossi nella seconda settimana; non ha importanza come ci arrivi. Se non sei infortunato, la cosa più importante è esserci. Vedremo come mi sveglierò domani, ma suppongo che starò bene.

Che cosa aggiunge Carlos Moya al tuo tennis?
Aspettiamo un po’, no? Le cose non avvengono così (schiocca le dita). Ho lavorato insieme a Toni e Carlos, e anche con Francis, solo per un mese. C’è bisogno di più tempo. Mi stavo allenando alla grande prima dell’arrivo di Carlos nel team. Ora con lui è diverso e per me è molto speciale. Mi aiuta in diversi modi, ed è importante per me avere la possibilità di esercitarmi con lui. Lui conosce, come ho già detto, molto bene il mio gioco e sa cosa devo fare. Qui, insieme a Toni, formano una bella coppia e ne sono molto felice. Parlano molto tra di loro e mi dicono molte cose, quindi per quanto riguarda quest’aspetto sono contento di come si è sviluppata la cosa. Penso che quando Francis ci raggiungerà ad Acapulco e Indian Wells sarà una cosa fantastica. Avere tre allenatori è fondamentale per me, perché ogni uno mi dà delle cose in più e tutti mi conoscono fin da quando era ragazzino. Per me conta avere delle persone che conosco da molto tempo e con le quali sono in fiducia.

Quando ti sei accorto che Alexander aveva i crampi nel quinto set hai fatto qualcosa di diverso?
Sai, in quel momento mi stavo solo concentrando sul mio gioco. Ho creduto che aveva dei problemi durante un game e mezzo, ma poi penso abbia recuperato bene. La mia sensazione è che abbia avuto dei problemi durante alcuni punti del break sul 2-2 e poi nel game successivo, quando ho servito io. Comunque poi ha ricominciato a servire alla grande, colpire forte e fare dei bei colpi. Per conquistarmi il secondo break ho dovuto vincere dei punti fantastici, non è stato un game che lui mi ha concesso. Ho dovuto giocare un dritto sulla linea, una palla corta, una grandissima palla corta e poi una risposta vincente. È stato un gran game da parte mia. Questi tipi di crampi possono essere causati anche dai nervi, mi sono capitati in passato; vanno e vengono. So come funzionano ed è per questo che volevo restare sul mio gioco e fare il necessario per vincere il match, senza pensare a cosa stava succedendo dall’altra parte della rete.

Vorrei sapere la tua opinione sul mental coach. Ci sono molti giocatori che ne fanno uso, ma non ne parlano.
Ognuno è libero fare quello che vuole. La cosa più importante è di non dar fastidio alle altre persone, no? Se tu sei contento con quello che fai, io non ho una opinione in proposito, no? La mia sola opinione è che se tu ne hai bisogno e tu lavori meglio con un mental coach, allora buon per te e procedi pure. Se non ne hai bisogno, non prenderlo. Tutto qui. Non siamo tutti uguali, non esistono due giocatori con la stessa mentalità.

Tu non pensi di averne bisogno?
No.

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