AO: lo Zverev che non ti aspetti. Murray out!

Australian Open

AO: lo Zverev che non ti aspetti. Murray out!

Dopo Novak Djokovic, anche Andy Murray saluta il torneo. Mischa Zverev compie l’impresa e apre il torneo a qualsiasi scenario

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M. Zverev b. [1] A. Murray 7-5 5-7 6-2 6-4

Murray-Zverev

Clamoroso a Melbourne Park: il numero 1 del mondo e primo favorito del torneo esce per mano di Mischa Zverev, autore di un match semplicemente incredibile. Esce perché sorpreso da un avversario atipico e fedele devoto dell’attacco a ogni costo, così come Djokovic qualche giorno fa era stato estromesso da un giocatore fuori dagli schemi conosciuti, subìti e metabolizzati dalla maggior parte dei giocatori, addetti ai lavori e del pubblico tutto. Murray lascia l’Australia con lo sguardo più smarrito che rabbuiato; lo sguardo di chi è molto lontano dal capire i motivi alla base di una sconfitta tra le più imprevedibili negli ultimi anni di tennis. Onore a Mischa, prima di tutto. Il giocatore nato a Mosca ha messo in mostra una palette di schemi offensivi da tramandare ai posteri, perché nessuno si rassegni all’ineluttabile estinzione di certi concetti tattici. Comunque vada, il tedesco è il personaggio che in molti ricorderanno come l’eroe positivo del primo major stagionale.

Murray ha cominciato il match frenato dal proprio peggior vizio, coltivando la beata speranza di vincere gli scambi senza rischiare nulla, ma tale atteggiamento, invero pavido e speculativo, non ha sortito l’effetto sperato. L’avversario, risoluto nel perseguire l’obiettivo di godersi la giornata e lasciare senza rimpianti la Rod Laver Arena, ha messo in scena il solito tennis brillante e spettacolare: Mischa sapeva bene che il palleggio protratto lo avrebbe stritolato e così ha optato per attaccare la rete ogniqualvolta intravedesse lo spazio per farlo e spesso anche quando lo spazio non c’era: seguendo sovente il servizio, aggredendo in risposta ed esibendosi in autentici prodigi nei pressi del net che hanno mandato in grave crisi il disavvezzo scozzese.

E dire che Sir Andy sembrava partito in controllo: lo scambio di break e la serie di giochi conclusi ai vantaggi nella fase centrale del primo set erano la misura di una lotta reale, ma quando il cinque volte finalista ha strappato il servizio nell’ottavo game ed è andato in battuta per chiudere il primo parziale, il pubblico della Rod Laver Arena già pensava al modo migliore per omaggiare l’uscita di scena del lodevole tedesco. E invece è successo l’imponderabile: Zverev ha piazzato una clamorosa serie di quattro giochi consecutivi e si è portato al comando dell’incontro, mentre Murray inaugurava il turpe soliloquio. Torvo e contrariato, il primo favorito del torneo ha alzato i giri del motore nella seconda frazione, ma gli atipici schemi e i gioielli a rete di Mischa continuavano a infastidirlo: in altre due occasioni Murray ha dilapidato un break di vantaggio e, in risposta sul 5-4, ha sprecato quattro set point, di cui tre consecutivi. Lo scozzese ha però fatto in tempo a proporre una degna versione di sé sul 6-5, quando ha strappato servizio avverso e set con un pugno di risposte portentose.

Tuttavia, chi pensava che il match sarebbe definitivamente girato di lì a breve ha avuto in regalo un’inattesa sorpresa. Per nulla turbato dal rientro del campione, Mischa ha ripreso a macinare il proprio gioco, fatto di pervicace serve and volley e attacchi in controtempo foraggiati da insidiosi back rovesci che hanno mandato ai matti un Murray sempre più spaurito. L’equilibrio era sì destinato a rompersi di lì a poco, ma a rompersi in un modo che nessuno, nemmeno il parente più prossimo appollaiato in tribuna, si attendeva. Dal due pari, infatti, il numero 50 ATP ha piazzato un’altra incredibile serie di quattro giochi a zero vincendo persino facilmente il terzo set e sullo slancio ha borseggiato il servizio al favorito in avvio di quarta frazione aggiungendo al sontuoso arsenale odierno un passante degno del cultore della materia dall’altra parte del net. Paura di vincere? Nemmeno per idea. Sempre più padrone del proprio sogno, Zverev ha tirato dritto fin sul traguardo senza concedere l’ombra di una palla break, qualificandosi per i quarti di finale dove attende il vincitore della sfida tra Federer e Nishikori. Quarti di finale che Murray, per la prima volta dallo Us Open 2015, non vedrà.

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