Ho scelto Seppi e il match sbagliato, ma Wawrinka vincerà il torneo

Editoriali del Direttore

Ho scelto Seppi e il match sbagliato, ma Wawrinka vincerà il torneo

MELBOURNE – Sul Margaret Court Seppi ha giocato un gran match, soprattutto al servizio. Ma non è bastato. Qualche mini-rimpianto per il tiebreak del terzo set. Lo svizzero mi ha impressionato. Non solo di rovescio

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Ho scelto il match sbagliato. Capita. Ma con l’ultimo superstite italiano in campo, sulla Margaret Court Arena, non mi sono sentito di tradire Andreas Seppi, sebbene non potessi certamente ottimista riguardo alla sua sfida a Stan Wawrinka. Che secondo me, per inciso, è il primo favorito del torneo ora che hanno perso sia Djokovic sia Murray.

E poi onestamente non immaginavo che Mischa Zverev, n.50 ATP, potesse battere Andy Murray, soprattutto dopo che lo scozzese aveva vinto il secondo set, quando ho pensato che ormai il pericolo per il n.1 del mondo fosse ormai scampato. Erano 50 Slam che almeno il n.1 o il n.2 del mondo raggiungevano i quarti di finale. Cioè dal Roland Garros 2004 quando Federer n.1 perse da Kuerten e Roddick n.2 da Mutis. Per quanto concerne l’Australian Open, l’ultima sconfitta delle prime due teste di serie risale al 2002, quando Hewitt n.1 perse da Alberto Martin e Kuerten da Boutter, entrambi al primo turno.

I due punteggi (7-6 7-6 7-6 ha vinto Wawrinka, 7-5 5-7 6-2 6-4 ha vinto Mischa Zverev) li sapete e qui li ricordo prima di commentarli uno per uno.

Andreas ha perso 3 tiebreak di fila, ma l’unico che poteva vincere è stato il terzo, nel quale è stato avanti 3-1. E se non avesse sbagliato uno smash facilissimo nel primo punto e un dritto non impossibile sul 4-0 sarebbe potuto essere avanti 5-0. Ma sul 3-1 ha invece perso 5 punti di fila, 3 dei quali Wawrinka li ha fatti con rovesci formidabili, davvero impressionanti. Nessuno al mondo sarebbe stato capace di giocarli così, vi assicuro. Andreas può certo rimpiangere quella situazione, forse anche più che l’aver servito per il set sul 6-5 quando ha avuto anche un setpoint, dopo aver strappato per la seconda volta nel match la battuta a Wawrinka sul 5 pari. Il primo break lo aveva fatto a freddo, nel primissimo game. Poi sui games di Wawrinka, però, non si era quasi più giocato. Dopo quel break patito inizialmente Stan ha tenuto 16 punti di fila alla battuta e 26 su 27. Si giocava quindi soltanto sui game di servizio di Andreas. Anche nei primi due tiebreak è stato così: infatti Stan, che era più Stan-Animal di sempre, serviva in modo pazzesco, alla faccia di tutti coloro che quando parlano di lui citano soltanto i colpi da fondo, il rovescio e poi il dritto. Nei tiebreak ha perso 3 punti nel primo, 4 nel secondo, 3 nel terzo. Una sorta di pena del contrappasso per Andreas che nei due tiebreak finali vinti al terzo turno con il belga Darcis aveva fatto 14 punti concedendone soltanto 3: due e uno. Ma chi pensa che il tiebreak sia una roulette russa, appannaggio di chi ha più fortuna, si sbaglia. Seppi ha più esperienza di Darcis in match di una certa importanza e domina i tiebreak. Wawrinka ne ha più di Seppi e gli riserva lo stesso trattamento.

Poi uno legge il punteggio, vede i tre tiebreak ed è autorizzato a pensare che ci sia stato un grande equilibrio. Di fatto, anche se Andreas non poteva giocare meglio nei suoi games di servizio, io non ho mai avuto la sensazione – salvo che trasformasse il setpoint del terzo set quando purtroppo ha sbagliato un dritto su un rovescio basso nel giusto tentativo – che il match potesse girare. Certo, mi direte, se vince il terzo set e Wawrinka si innervosisce come tante volte gli succede, può cambiare tutto. Ma con i se e con i ma… Vero che nel secondo set Seppi ha concesso soltanto le briciole, 6 punti in cinque game di servizio fino al 5 pari, ma al tiebreak Wawrinka si è fatto più aggressivo, ha spinto di più e ha vinto con merito. Così come con merito aveva vinto Andreas contro Darcis.

Mentre seguivo punto per punto il match di Andreas sul centrale e sono rimato impressionato dalla straordinaria potenza di Stan Wawrinka con tutti i suoi colpi, rovescio, dritto, servizio, smash e twittavo più che potevo alternando i due diversi account – Ubitennis e Ubaldo Scanagatta –  si consumava la seconda grande sorpresa del torneo, dopo la sconfitta di Djokovic con Istomin. La vittoria del maggiore dei fratelli Zverev – che soddisfazione deve essere stata qui per gli Zverev, presenti al completo, papà, mamma, fratelli dopo che ieri il più forte e promettente dei due si era dovuto arrendere al quinto set a  Rafa Nadal – l’ho seguita sul telefonino, passo passo. I colleghi svizzeri se ne sono andati in massa sul centrale, 12 su 15, quando Wawrinka ha vinto il primo set, un paio di colleghi italiani quando lo svizzero ha vinto anche il secondo. Ma, come detto, con Murray che aveva vinto il secondo set, pensavo che lo scozzese si sarebbe ripreso. Oppure che il tedesco di Mosca non riuscisse a reggere i tre su cinque di incessante serve&volley. Ciò sebbene perfino io che non avevo un gran fisico ricordo bene di aver giocato diversi cinque set facendo serve&volley – scusate l’autocitazione, non ero davvero un gran giocatore ma avendo vissuto certe esperienze forse mi riesce immedesimarmi meglio di chi non c’è passato – e si fa meno fatica che a remare per cinque set correndo lateralmente per scambi interminabili. E si fa anche molta meno fatica a seguire il servizio a rete con un certo ritmo e metodo, piuttosto che a prodursi in scatti repentini all’inseguimento di una smorzata inattesa ed improvvisa.

Però soltanto due anni fa Mischa Zverev era stato sul punto di smettere di giocare, costretto ad un intervento chirurgico: “Mi ero fratturato il polso… ero sceso al n.1100 nel ranking… è stato mio fratello a spingermi a riprendere, a dirmi che ce l’avrei fatta a tornare nei top 100. Oggi ho giocato di sicuro il miglior match della mia vita”. Quindici giorni fa aveva perso 6-1 6-1 da Nadal a Brisbane. Il tennis è così. Polvere o altare, si morde la prima, si sale sul secondo in poco tempo.

Sul fatto che il torneo si sia aperto a più candidati alla vittoria finale tornerò più tardi quando saprò chi avrà vinto fra Federer e Nishikori. Forse il favorito n.1 è diventato proprio Stan Wawrinka che mi ha fatto una grande impressione. Ma segnalo, fra le tante – inclusa: “Questo è stato di sicuro il mio miglior match, molto molto equilibrato” – questa sua dichiarazione: Un tabellone non è aperto… finché non si arriva alla finale. Io ho la testa sui quarti e su Tsonga… (vittorioso su Evans 6-7 6-2 6-4 6-4).

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