AO: Serena di forza, Konta e Pliskova non sono da meno. Favola Lucic-Baroni

Australian Open

AO: Serena di forza, Konta e Pliskova non sono da meno. Favola Lucic-Baroni

Decimo quarto di finale Slam consecutivo per Serena, giocherà contro Johanna Konta. Vola anche Pliskova. La croata torna nei quarti di uno slam dopo 18 anni (Wimbledon 1999, sconfitta in semifinale da Graf)

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[5] K. Pliskova b. [22] D. Gavrilova 6-3 6-3 (Lorenzo Colle)

Il primo match serale sulla Rod Laver Arena vede opposte la testa di serie numero 5, Karolina Pliskova, e l’ultima australiana superstite, Daria Gavrilova (numero 26 WTA e 22esima testa di serie ). I precedenti tra le due sono stati dominati dalla ceca, con la Gavrilova che ha raccolto solo nove game in totale e mai più di tre in un set.  La partita odierna segue lo stesso copione e si apre con un lungo turno di battuta di Gavrilova, che salva due palle break, prima di capitolare alla terza. Pliskova, che mostra una vistosa fasciatura alla coscia sinistra, vince il gioco successivo a 15 e va 2-0. L’australiana è in estrema difficoltà al servizio: nel terzo gioco è di nuovo costretta ai vantaggi, ma si salva; mentre nel quinto concede il break a 15. La gigante ceca si presenta a servire per il set sul 5-2, ma commette qualche errore di troppo (incluso un “liscio” clamoroso su uno slice di Gavrilova ) e cede la battuta per la prima volta. Si tratta però di un fuoco di paglia, perchè nel game successivo la recente finalista degli US Open ricomincia a martellare da fondocampo e si procura due set point. Il secondo è quello buono: 6-3 in 34 minuti. L’unica speranza per Gavrilova è quella di far muovere Pliskova e di non permetterle di colpire comodamente dal centro del campo. Per farlo ha però bisogno che la ceca rallenti un po’ alla battuta, finora inesorabile. Ed è quello che succede nel primo gioco del secondo parziale. Pliskova commette due doppi falli e mette poche prime, Gavrilova è brava ad attaccare e a far correre la propria avversaria. Break e 1-0 per l’australiana. Anche in questo caso, la sensazione è che si tratti di un disperato colpo di coda. E così è. Pliskova spinge benissimo in risposta e recupera lo svantaggio. Da questo momento in poi, la numero 5 del mondo riprende a malrattare la povera Gavrilova con terrificanti accelerazioni e catenate imprendibili al servizio. In men che non si dica, si porta sul 4-1 e ha la palla del 5-1, annullata con coraggio dall’australiana. Il pubblico cerca di incoraggiare la propria beniamina, ma è consapevole dello strapotere di Pliskova. Sul 5-2, Gavrilova tiene la battuta con facilità, ma è una magra consolazione. Un paio di minuti più tardi, un’ovazione accoglie i due match point annullati dall’idolo di casa, ma sul terzo Pliskova cala il 12esimo ace ( in 9 turni di battuta) e chiude con un duplice 6-3 in un’ora e dodici minuti. Nei quarti affronterà Mirjana Lucic-Baroni (3-2 i precedenti a favore della ceca) con concrete possibilità di raggiungere la semifinale.

[2] S. Williams b.[16] B. Strycova 7-5 6-4 (Roberto Ferri)

Affrontare un’icona sportiva planetaria come la statunitense Serena Williams (n. 2 WTA, seconda testa di serie) è di per sé faccenda complessa. Farlo in un torneo che ha già vinto sei volte e dove, vincendolo per la settima, tornerebbe in cima alla classifica mondiale grazie all’uscita di scena della Kerber che lo scorso anno  la sconfisse in finale, deve esserlo ancora di più. È quindi facile immaginare lo stato d’animo con il quale la ceca Barbora Strycova (n. 16 WTA, sedicesima testa di serie) è scesa in campo per disputare il suo secondo ottavo di finale consecutivo all’Australian Open dopo quello del 2016 in cui perse contro la Azarenka, contro un’avversaria che su questi campi nel 2012 le inflisse una sonora sconfitta, la prima delle due patite in altrettanti confronti diretti.

La Williams decide quindi di incoraggiarla, perdendo i primi due turni di servizio dell’incontro con un solo punto realizzato su otto. Ma Barbora la imita, vincendo a sua volta un solo punto su otto nei primi due turni di battuta. Dopo quattro break consecutivi finalmente si vede il primo  turno di battuta regolare grazie alla Williams e poi un secondo a cura della Strycova. La partita parrebbe rientrata nei binari della normalità, ma si viene subito smentiti da un nuovo break ottenuto dalla ceca al settimo game grazie ad una statunitense sin qui fallosissima e dal puntuale contro-break nel gioco successivo. Il primo ace dell’incontro della Williams giunge al nono game e contribuisce a portarla sul 5-4. Il diritto nel gioco successivo le dà tre set point non consecutivi; i primi due vengono sventati… dal suo rovescio ed il terzo da un ace della Strycova. Il nastro le procura il quarto ed è brava la ceca ad annullarlo con un perfetto serve and volley, a cui seguono un servizio vincente ed un passante di diritto che strappa l’applauso anche a Serena. La statunitense tiene facilmente il proprio sesto turno di battuta e nel dodicesimo game ottiene altri quattro set point, di cui tre consecutivi. I primi tre sono annullati con bravura e coraggio dalla Strycova che si butta a rete senza timore, ma sul quarto deve arrendersi al destino cinico e baro rappresentato da un nastro beffardo che porta la Williams in vantaggio di un set dopo un’ora di gioco.

All’inizio del secondo set diminuiscono leggermente gli errori gratuiti e salgono i vincenti, soprattutto quelli della Williams. Superbo, per menzionarne uno, il diritto incrociato con il quale nel quarto game si procura il break point che dà il via alla sua fuga decisiva. La Strycova ha il merito di non arrendersi ed al nono game le strappa il servizio al secondo break point guadagnando la chance di servire per il 5-5. Purtroppo per lei, però, la Williams riprende un po’ di lucidità ed al primo match point fa suo l’incontro dopo 105 minuti, grazie ad una demi-volée messa in rete dalla ceca. Partita francamente non bella, molto altalenante che Serena ha vinto in virtù di una caratura tecnica ed atletica nettamente superiore a quella della Strycova. Nella conferenza stampa seguita alla sua vittoria contro la Safarova, la Williams si era offesa per un’osservazione fatta da un giornalista sulla quantità di errori gratuiti da lei commessi. Alla luce dei 46 odierni, viene da chiedersi se sia ora lecito riproporle l’osservazione. Nonostante gli errori , comunque, con questa vittoria la numero due del mondo ha raggiunto il decimo quarto di finale consecutivo in uno Slam. Tra lei e la decima semifinale consecutiva si opporrà ora la vincente tra Johanna Konta ed Ekaterina Makarova.

[9] J. Konta b. [30] E. Makarova 6-1 6-4 (Paolo Di Lorito)

Johanna Konta è chiamata a risollevare gli animi del tennis britannico dopo la tragica giornata di ieri, con l’uscita di scena di Andy e Dan, anche se ad esser precisi lei qui in Australia è di casa (essendoci nata e avendo doppio passaporto). L’avversaria di oggi, Ekaterina Makarova, la conosce bene dato che lo scorso anno hanno passato 3 ore insieme su questi campi a darsele di santa ragione. Per la britannica fu una vittoria a dir poco emozionante, ma quella di oggi arrivata con meno suspense non è da meno. Konta arriva alla sfida senza aver perso nemmeno un set mentre la russa, nonostante abbia sfruttato il ritiro di Errani, ne ha lasciati per strada due. I tre precedenti sono tutti in favore di Konta e, oltre a quello già citato, ce ne sono due sull’erba di Eastbourne.

Johanna, nonostante il servizio mancino della sua avversaria, non si fa impensierire più di tanto e già al secondo game si guadagna un break grazie alle sue risposte profonde e precise. Non si può certo dire che sia Makarova a partire a rilento, bensì è Konta che, come le era capitato con Wozniacki, parte alla grande: i suoi colpi sono profondissimi (soprattutto il dritto) e quando è necessario viene persino a rete a chiudere il punto. Una percentuale altissima di prime palle e un altro break a zero le permettono di chiudere 6-1 in 24 minuti. Nel secondo set invece è Makarova che, grazie a due risposte finite sulla riga, passa in vantaggio di un break e con un’altra bella serie di vincenti si porta sopra 4-1. La metamorfosi che sta vivendo Konta in questi ultimi anni è evidente ed infatti, nonostante lo svantaggio, non si scoraggia né da segni di cedimento bensì continua a martellare e a piazzare palle sulla riga di fondo. Questa solidità paga e quattro game consecutivi la portano a servire per il match. Qui un minimo di tensione appare e la britannica si ritrova sotto 0-40, tuttavia reagisce con delle prime straordinarie che le permettono di chiudere l’incontro 6-4 in 70 minuti.

Il torneo di Makarova si può considerare tutto sommato buono: è arrivata qui con la tds numero 30 ed esce sconfitta al quarto turno a testa alta, dopo essersi presa lo scalpo della maestra Cibulkova. Konta invece, che deve difendere la semifinale dello scorso anno, dopo la prestazione travolgente di oggi mette paura a chiunque e anche Serena, che affronterà dopodomani per la prima volta, è avvisata.

M. Lucic-Baroni b. [Q] J. Brady 6-4 6-2 (Giovanni Vianello)

L’ottavo di finale della parte bassa tra Mirjana Lucic-Baroni (n.79 del mondo) e Jennifer Brady (n.116 del mondo) ha, a dir poco, i caratteri dello scontro generazionale. Mirjana è infatti classe ‘82 e debuttò da pro a soli 15 anni, nel 1997. La Brady è invece nata nel 1995, due anni prima che la sua avversaria facesse il suo debutto nel circuito maggiore. Da sottolineare come la Brady provenga dalle qualificazioni e come prima di questo torneo avesse vinto solo due incontri a livello WTA, a Guangzhou l’anno scorso.

Nel primo game Brady tiene il servizio annullando una palla break. A sua volta si procura due palle del 2-0 nel secondo gioco, ma Lucic annulla le due palle break e poi pareggia i conti. Segue un gioco interlocutorio, in cui Brady tiene il servizio a 30. Nel game successivo la croata si salva da 15-30 e va 2-2. Anche nel quinto gioco Brady salva palla break ed infine tiene il servizio. Entrambe le giocatrici, in questo avvio, hanno percentuali molto basse con la prima di servizio. Si assiste a delle occasioni per la giocatrice in risposta anche nel sesto gioco, quando Lucic-Baroni va sotto 15-40, ma poi con due dritti annulla le palle break e con altri due punti raggiunge il tre pari. La prima svolta della partita arriva proprio a questo punto, con la croata di origini tedesche che va 0-40 sul servizio della Brady e opera il break a 15. Nel game successivo in pratica non si gioca, Lucic-Baroni è perentoria al servizio e va avanti 5-3. Il nono game vede la Brady allungare il set al decimo gioco (la statunitense tiene il servizio a zero). Il set si chiude proprio nel decimo gioco, con la Lucic che annulla una palla break prima di aggiudicarsi la frazione al secondo set-point. Decisive in questo primo parziale la differenza di profondità del dritto tra le due giocatrici e la minor esperienza della Brady, che avrebbe dovuto cercare di più il rovescio della croata. Un altro fattore è stato il colpo in uscita dal servizio: la Brady spesso ha commesso molti gratuiti proprio in uscita dalla battuta.

Il secondo set si apre con un break a favore di Lucic, che si trova particolarmente a suo agio sul dritto molto liftato della Brady. Nel secondo game la statunitense trova il primo break della sua partita e lo score recita quindi 1-1. Jennifer opera poi il sorpasso con la complicità dell’avversaria, che commette molti gratuiti nello stesso game; il punteggio diventa così di 2-1 (senza break di vantaggio) per la qualificata statunitense. La Lucic comunque in seguito tiene il servizio senza difficoltà e poi strappa nuovamente la battuta all’avversaria, portandosi 3-2 e servizio. In seguito la croata tiene in agilità il servizio e va 4-2. La partita sembra chiudersi nel settimo gioco, quando la croata trova un altro break in suo favore. Il match non vede altri sussulti, la Lucic ancora una volta è devastante con il dritto nell’ottavo gioco e chiude 6-2 La Lucic-Baroni ha prodotto un tennis da gran colpitrice da fondo, risultando ingestibile per la Brady in particolare sulla diagonale del dritto. La statunitense ha mostrato buone potenzialità, ma c’è ancora margine di miglioramento sul dritto, che possiede un ottimo spin ma spesso è troppo corto. La Lucic-Baroni torna in un quarto Slam dopo quasi diciotto anni (in precedenza era arrivata ai quarti, raggiungendo anche le semifinali, a Wimbledon 1999). Ai quarti per la croata c’è Pliskova.

Risultati:

[2] S. Williams b.[16] B. Strycova 7-5 6-4
[9] J. Konta b. [30] E. Makarova 6-1 6-4
M. Lucic-Baroni b. [Q] J. Brady 6-4 6-2
[5] K. Pliskova b. [22] D. Gavrilova 6-3 6-3

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