Australian... davvero Open! Ma che forza questi "vecchietti"

Editoriali del Direttore

Australian… davvero Open! Ma che forza questi “vecchietti”

MELBOURNE – Venus 36 anni, Roger e Serena 35, Stan 31, Rafa 30. I favoriti sono loro. Possibili due finali d’antan: sorelle Williams e il “Fedal”. Un quesito del direttore per i lettori e per Nadal

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da Melbourne, il Direttore

Gli anni passano ma alcuni giocatori, evidentemente, sono il buon vino: invecchiando migliorano. Mentre l’ATP cerca di lanciare i giovani con la sua campagna Next Gen, che dovrebbe culminare con il torneo novembrino a Milano per gli under 21, il primo Slam del 2017 celebra il trionfo dei veterani.

C’erano più di 15 ultratrentenni in tabellone e in semifinale maschile ce ne sono appunto già due: Roger Federer, che va verso i 36 e giocherà la sua 41ma semifinale Slam, e Stan Wawrinka, che viaggia verso i 32 e si accontenta di averne disputate già 7. Intanto stanotte c’è grande attesa per un altro duello, Nadal-Raonic, che ha per protagonista un trentenne spagnolo e un venticinquenne canadese. E hanno rispettivamente 26 e 25 anni il belga Goffin e il bulgaro Dimitrov, insomma tutta gente sulla breccia da un po’, non ragazzini di primissimo pelo. I tempi dei Wilander, dei Becker, dei Chang che vincevano gli Slam prima della maggiore età sono passati da un pezzo. Per vincere oggi è più importante l’esperienza che la freschezza atletica, che pure è molto più coltivata di una volta: basterebbe dire che non esiste più un tennista professionista di un certo livello che non abbia dietro, nel suo team, un fisioterapista.

Anche fra le donne l’esperienza sembra avere il suo peso. Venus Williams, 37 anni il 17 giugno, è al suo 73mo Slam, nonostante qualche appuntamento mancato per via del morbo di Sjogren: un numero impressionante. Ne ha vinti “soltanto” 7 – cinque Wimbledon e due US Open – ma me la ricordo in lizza al primo tra tutti, nel ’98, quasi vent’anni fa insomma. In questo torneo ha certo avuto un tabellone molto favorevole, a differenza di Federer che ha trovato due top-ten, Berdych e Nishikori al terzo e quarto turno (anche se poi gli è andata bene a trovare Mischa Zverev anziché Murray, e ve l’avevo scritto che Zverev non lo avrebbe messo in difficoltà… a proposito, il Mago Ubaldo deve riscuotere due caffè da altrettanti lettori per la vittoria di Raonic su Bautista Agut!) Però insomma, Venus ha raggiunto la semifinale senza perdere un set e contro Vandeweghe potrebbe far valere il suo carisma, e magari arrivare ad un altro “Williams-show”– così chiamava papà Richard le finali fra le figlie.

Una finale tutta Williams sarebbe quasi più sorprendente perfino di una finale Federer-Nadal… e dico tutto. Restando sul tema anagrafico, beh Serena Williams ha 35 anni e mezzo, e se batte Johanna Konta – un’altra che non ha perso un set fino a qui – poi quasi certamente incontrerebbe un altro duro ostacolo in Karolina Pliskova. Che è superfavorita nei confronti di un’altra ultratrentenne, la trentaquattrenne Mirjana Lucic di cui ho raccontato l’incredibile, e inizialmente tragica, storia familiare. Come si vede, anche qui bambine prodigio all’orizzonte non se ne vedono. Alcune anzi sono proprio “late-bloomer”, tipo Konta che fino a due anni era quasi semisconosciuta.

Come si spiega tutto ciò in tempi in cui la forza fisica ha preso sempre più il sopravvento, quindi anche l’atletismo e – si dovrebbe presumere – la velocità, oltre alla resistenza? Non è facile spiegarlo soprattutto qui, dove i campi sono decisamente più veloci che in qualsiasi altro Slam, tanto è vero che giocatori come Stepanek, Karlovic, Mischa Zverev, hanno fatto – in rapporto ai primi limiti – ottimi risultati giocando il quasi scomparso serve&volley. La rapidità della superficie consente a chi attacca di attaccare con maggiore efficacia, e di giocare scambi più corti. Quindi di stancarsi meno, di recuperare meglio. Però, di contro, dovrebbe favorire anche chi è più agile, più reattivo, più capace di recuperare palle complicate. Il tennis che si è visto qui in Australia è stato divertente, un po’ come lo era a Wimbledon quando l’erba non era “terba”, erba battuta, ma non era nemmeno il festival del servizio.

Forse questa scelta tecnica decisa dagli australiani – campi superveloci – ha aiutato i vecchi marpioni, i tennisti più completi, piuttosto che i giovani regolaristi da fondocampo, che hanno bisogno di tempo per trovare il giusto ritmo. Difatti Roger Federer, che da Wawrinka ha perso sulla terra rossa (“Quella la considero essere la miglior superficie per le caratteristiche di Stan, infatti avrei giurato che se avesse fatto bene lo avrebbe fatto al Roland Garros e invece il suo primo Slam lo ha vinto qui in Australia” ha confessato), a proposito dell’ennesimo derby svizzero ha dichiarato: “Dovrò cercare di essere aggressivo, di non dargli il tempo di impostare il match”.

Il Federer che ho visto in questi giorni è certo in grado di farlo. Più veloce è la superficie e meglio gioca, lo si è visto. E stando al meteo può perfino essere che il prossimo match con Wawrinka, ed eventualmente la finale, li si debba giocare indoor, una situazione che lo favorirebbe ancora di più. Su un campo così veloce perfino la sua storica bestia nera, Rafa Nadal – che io vedo in grado di battere Raonic – non sarebbe più il favorito. Roger ha raccontato anche di non essersi nemmeno accorto che Stan Wawrinka era dalla sua stessa parte: “Non avevo guardato il tabellone così avanti… Non avrei mai pensato di arrivare in semifinale, pensavo di poter passare due o tre turni o al massimo di raggiungere i quarti, ma la semifinale proprio no. Mi sono accorto che io e Stan eravamo nella stessa metà soltanto quando ho visto che giocavamo gli stessi giorni”Considerati i precedenti e soprattutto quell’ascendente psicologico che Roger sembra avere ancora su Stan – seppur certo meno di una volta – io a questo punto non sono più così sicuro che quest’ultimo vincerà il torneo, come ho scritto l’altro giorno. Chi se lo aspettava un Federer così? Neppure lui stesso, quindi dovrei essere giustificato…

Non ce lo dirà mai, sarei proprio curioso di sapere chi preferirebbe incontrare Nadal in finale se dovesse battere Raonic e poi il vincente fra Dimitrov e Goffin (il bulgaro con picchi di tennis più alto, il belga più continuo). Preferirebbe Federer, che ha battuto tante volte (ma non così tante indoor, soltanto una, e ricordate che stesa prese alle Finals del 2011?) o Wawrinka? Inutile chiederglielo fino alla finale stessa, quando sarebbe ormai troppo tardi: chi gioca nella metà bassa gioca sempre un giorno dopo chi sta in alto. Per questo il finalista che uscirà dal derby svizzero avrà il discreto vantaggio di un giorno di riposo in più, che a trent’anni passati può aiutare sensibilmente. Soprattutto se l’altro finalista dovesse essere proprio il trentenne Nadal che, notoriamente, le sue partite se le deve sempre sudare al massimo: lui punti facili, con il servizio o altro, non li fa quasi mai. Giro quindi l’interrogativo a voi lettori, provate a rispondermi: foste Nadal e vi trovaste in finale, preferireste affrontare Federer o Wawrinka?

Buonanotte da Melbourne (con l’inviato): Federer-Wawrinka e Vandeweghe che tutto puote. Dimitrov e il Direttore!

AO, spunti tecnici: gambe come molle e grinta da vendere, il resto non Konta

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