AO: Tsonga non c'è, Wawrinka torna in semifinale [AUDIO]

Australian Open

AO: Tsonga non c’è, Wawrinka torna in semifinale [AUDIO]

MELBOURNE – Lo svizzero vince in tre set una partita poco spettacolare. Terza semifinale a Melbourne per lui

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dal nostro inviato a Melbourne

[4] S. Wawrinka b. [12] J.W. Tsonga 7-6(2) 6-4 6-3

Wawrinka-Tsonga

Il terzo match sulla Rod Laver Arena, a seguire delle vittorie di Venus Williams e Coco Vandeweghe, vede impegnati nel primo quarto di finale della parte alta due dei “pesi massimi” del tabellone maschile: dallo svizzero Stan Wawrinka (31 anni, numero 4 ATP) e dal francese Jo-Wilfried Tsonga (31 anni, numero 12 ATP) ci si aspetta una battaglia di colpi pesanti, più che sofisticate soluzioni tattiche. Non è pomeriggio da finezze di tocco, insomma, ma da bombardamento di pallate tirate a tutto braccio. Le condizioni ambientali sono ottime, caldo ma non troppo, un bel sole, e altrettanto bello è il colpo d’occhio del pubblico sugli spalti. I precedenti tra i due sono 4-3 in favore dello svizzero, curiosamente le ultime sei volte hanno giocato sempre sulla terra battuta (match più recente, la semifinale del Roland Garros 2015 poi vinto da Stan, punteggio 6-3 6-7(1) 7-6(3) 6-4), l’unica partita sul duro dieci anni fa a Metz, vinta da Jo.

Ero passato a vedere il warm-up di entrambi un paio di ore fa, campi 16 e 17, e mi sono apparsi belli carichi tutti e due. Va Tsonga a servire in apertura, pronti, via e iniziano le mazzate, senza problemi i giocatori al servizio fino al 2-1; il primo a fare qualcosa di diverso è il francese, una palla corta mal riuscita che gli costa il punto, per il resto gran servizi e dritti anticipati. Noto che Tsonga ha modificato in modo evidente il movimento di inizio preparazione del servizio, passando da una tecnica foot-up a una foot-back (non fa più il passetto in avanti con il piede destro in caricamento), ma l’efficacia del colpo pare immutata. Non è che prima battesse male Jo, figurarsi, probabilmente lo ha fatto per regolarizzare il lancio di palla, che con la tecnica foot-back (alla Federer per intenderci) è di più facile esecuzione. Si va ai vantaggi, con Stan alla battuta, nel quarto game, ma lo svizzero tiene per il 2-2, a 30 lo imita Tsonga, 3-2 per lui in 16 minuti, il gioco va via svelto. Ottime accelerazioni di Wawrinka, ace a 205 kmh, e siamo 3-3, poi sempre con autorità Jo, 4-3 per lui, pochi spazi di manovra per chi è in ribattuta fino a ora. Nel gioco successivo, passante vincente lungolinea di rovescio di Tsonga a una mano, il francese è unico nel concedersi questo “vezzo tecnico” ogni tanto, di staccare la sinistra dal manico quando viene attaccato da quel lato, ma il 4 pari è cosa di un attimo. Applaude Stan insieme al pubblico.

A inizio nono game, uno spettatore che con bella voce di contralto intona un inno a lui dedicato, risate anche di Jo, che a ogni buon conto tiene e sale 5-4. Serve Wawrinka per salvare il set, si trova 30-30, ma pareggia poco dopo, 5-5. Nell’undicesimo game è Tsonga a trovarsi 0-30, ma poi (con demi-volée stoppata da applausi) si cava d’impaccio e conquista il 6-5. Estremo equilibrio, c’è aria di tie-break, il primo che dovesse deconcentrarsi rischia di pagarla cara. In scioltezza, come era prevedibile (manco l’ombra di una palla break in tutto il set, a 40 sul servizio avversario solo Tsonga nel quarto game) lo svizzero raggiunge il 6 pari, giusto così, vediamo il tie-break. Errore Jo, 1-0 e minibreak, attacco Stan, 2-0 (ma ingenuo Jo a fallire il passante), errore Stan, contro mini-break e 2-1, pressione col dritto Jo, 2-2, errore Jo e altro minibreak, 3-2, bastonata di servizio Stan, 4-2, botta di dritto Stan, 5-2, passantone Stan col rovescio in cross, 6-2 e 4 set point, errore Jo ed è 7-6 e un set a zero per Stan. Per lo svizzero è il quinto tie break di fila vinto (l’ultimo con Troicki, i tre con Seppi, e questo), un segnale di bella capacità di concentrazione e gestione dei momenti importanti. Un piccolo momento di tensione tra i due al cambio campo, dalla tribuna non si è capito molto, una cosa tipo “perchè mi guardi?” di Tsonga seguito da un “calmati, è solo tennis” di Wawrinka. Nulla di grave comunque, ma è noto che i due non si amano particolarmente.

Al servizio Stan per aprire il secondo parziale, 1-0, con agio anche Tsonga, 1-1, belle accelerazioni in spinta costante di entrambi i tennisti, chi ha il pallino del gioco grazie alla battuta mette regolarmente all’angolo l’avversario e il 15-40 su servizio Wawrinka nel terzo game, e le prime due palle break della partita, (dopo un’ora di gioco) sono un piccolo avvenimento. Dritto Stan ad annullare la prima, errore di rovescio Jo a sprecare la seconda, si ode un bel “C’mon” dello svizzero, poi ancora rovescio largo di Tsonga, servizio vincente, e Wawrinka tira un sospiro di sollievo andando a sedersi in vantaggio 2-1. Nulla da segnalare, a parte il canovaccio tattico ormai consolidato della partita, che vede lo schema servizio-dritto (quando non servizio-e-basta) prevalere nella maggior parte dei casi, fino al 3 pari, quando Stan si fa trascinare ai vantaggi, a rete commette un errore imperdonabile (volée più che elementare fallita di rovescio, di quelle da “chiudere di testa” invece che con la racchetta), terza palla break del match per Jo, scappa lungo un dritto allo svizzero, ed è break, il primo dopo un’ora e venti, 4-3 Tsonga. Un regalo vero e proprio di Wawrinka, che rischia di riaprire tutto. Ma incredibilmente, Jo ricambia l’ingenuità, concede lo 0-40, e le prime tre palle break del pomeriggio a Stan, tutte insieme, poi affonda un dritto facile in rete, ed è contro-break, 4 pari, che momento strano, nulla lo poteva far presagire. I giocatori a volte esagerano un poco con le esultanze, come a voler innervosire l’altro, nulla di grave o scorretto intendiamoci, ma si vede che ci tengono molto tutti e due. Il pubblico si diverte e applaude spesso. Tiene la battuta a 30 Stan, 5-4 per lui, poi con un paio di botte e un passante lo svizzero si prenede il 15-40, due set point, gli basta il primo, e con un inaspettato secondo break consecutivo (visto il livello del servizio di Tsonga finora) chiude 6-4, due set a zero per lui. Un finale strano e altalenante, ma chi ha saputo uscirne meglio è ancora Stan, che durante tutto questo torneo sta offrendo un saggio di tenuta mentale notevolissimo. Dopo il break subito in quel modo, con quella volée da principiante che si è tirato sulle scarpe, non disunirsi, ribaltare il punteggio e chiudere alla prima opportunità non è cosa da poco.

Lo svizzero apre alla battuta il terzo set, si trova 30-40 ad affrontare palla break, ma risolve con la prima palla; dopo due parità, ne affronta un’altra e deve ringraziare il gratuito di Jo, poi sale 1-0, e nel game successivo brekka per la terza volta consecutiva (la seconda a zero!) il francese: 2-0 per lui. Davvero strano come all’improvviso i giocatori al servizio siano diventati vulnerabili. In ogni caso, due set e break di vanteggio per la testa di serie numero 4, che tiene per il 3-0 e ormai vede il traguardo. Tre palle break avute, tre trasformate, altro sintomo di ottima concentrazione, Stan c’è eccome con la testa. Si arriva senza altri scossoni al 4-2, quando lo svizzero si concede un pericolosissimo attimo di distrazione, sbaglia un rovescio, affronta palla break, la annulla con coraggio a rete, sale 5-2, e poco dopo si trova a servire per il match, 5-3, Tsonga non sembra aver testa e gambe per reagire. Il 40-0 e i tre match point per Wawrinka arrivano in un attimo, il rovescio lungolinea e lo smash sono puntuali nella prima occasione. Stan ritorna in semifinale dopo il 2014, quando alla fine fu lui a trionfare, e il 2015, quando venne fermato da Novak Djokovic. Lo attende il vincitore della sfida tra Roger Federer e Mischa Zverev.

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