Il torneo delle belle favole. Chi non vorrebbe una finale Federer-Nadal?

Editoriali del Direttore

Il torneo delle belle favole. Chi non vorrebbe una finale Federer-Nadal?

MELBOURNE – Che bell’Australian Open quello cui stiamo assistendo. E quasi incredibile osservarlo in un torneo nel quale hanno perso i Murray e i Djokovic, le Kerber, le Radwanska, le Pliskova e le Muguruza

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Il torneo delle belle favole, dei ritorni al tennis e dei bei ritorni, degli over 31, e perfino dei rovesci a una mano, prosegue disseminando di storie interessanti, curiose, il suo cammino. Che bell’Australian Open quello cui stiamo assistendo. E quasi incredibile osservarlo in un torneo nel quale hanno perso i Murray e i Djokovic, le Kerber, le Radwanska, le Pliskova e le  Muguruza. Non saprei davvero da dove cominciare. Perché la storia di Mirjana Lucic che torna in semifinale ad uno Slam dopo  18 anni a quasi 35 anni, battendo una Pliskova che all’ultimo US Open aveva fatto fuori Serena Williams e per poco non mise k.o. anche la Kerber, era assolutamente imprevedibile, inimmaginabile. Non avrei scommesso su lei un dollaro bucato. E australiano (valgono meno). Ha tirato fuori il rosario dalla borsa prima dell’ultimo game e si è messa a pregare Dio. “Volevo portare a termine il match a tutti i costi, far di tutto per vincerlo… avrebbero dovuto portarmi fuori con la sedia a rotelle piuttosto… io non mi sarei ritirata mai…”. Storie di infinito coraggio, di grande forza che solo chi ha vissuto le vicende che aveva vissuto lei poteva avere. Non mi sorprenderei che un giorno qualche produttore pensasse a farne un film. Chi potrebbe essere l’attrice, le è stato anche chiesto. E lei “Una con un grosso naso!”. Lo racconta adesso sorridendo, ancora bendata tipo mummia peggio d’una vecchia reclame del dottor Gibaud un po’ dappertutto, dopo aver pianto come un vitello sul campo, e anche dopo. “Ce l’ho fatta per la Grazia di Dio”. E ha fatto piangere tanti di noi. Una storia commovente, con un inizio 20 anni fa  davvero assurdo, pazzesco, tragico e oggi ancora più bello anche per quanto le accadde. Oggi che una gamba proprio non riusciva più nemmeno a trascinarla.

Ma anche Rafa Nadal che dopo aver perso le ultime due partite contro Milos Raonic, e l’ultima appena tre settimane fa a Brisbane, si prende la rivincita sul campo più veloce di tutti sul n.3 del mondo in tre soli set, dopo aver battuto l’altro giorno Monfils n.6 in quattro e l’aspirante n.1 mondiale Sascha Zverev in cinque, beh lo si poteva dare per risultato prevedibile dopo due anni, quasi tre di risultati modestini? Rafa centra la sua 24ma semifinale di Slam e siamo sicuri che il 15esimo titolo dello Slam debba sfuggirgli? Sulla carta è favorito su Dimitrov (7 duelli a 1) e se arriva in finale con Federer… beh, qui cominciano le discussioni, anche se nel 2009 Rafa lo battè in finale nonostante la maratona con Verdasco in semi, e i confronti diretti parlano certamente a suo favore. Non la velocità della superficie però, né la forma palesata fin qui da Roger. E Dimitrov che dalla semifinale di Wimbledon nel 2014, quando aveva battuto Murray nei quarti e perso poi da Djokovic, che fra un amorazzo e l’altro era stato risucchiato in classifica nelle zone dove si trova oggi Fognini, cinquanta e dintorni? Oggi ha dominato Goffin dall’inizio alla fine. Dimostrando una maturità di gioco, una tranquillità di spirito, che si poteva credere persa. E come dimenticare la sorellone Williams, con Serena che ha fatto polpette della Konta, che prima non aveva perso un set, e ora sogna un altro Williams Show che Venus potrebbe regalarsi a quasi 37 anni se battesse quella Coco Vandeweghe che, n.35, ha fatto stragi di teste di serie da Roberta Vinci (che jella, a proposito, per Roberta aver beccato subito lei) in poi. Non lo vedo probabile, a meno che Coco subisca il carisma e la leggenda di Venus. Ma in questo torneo è successo di tutto, i vecchietti hanno saputo rendere cara la pelle, tant’è che fra le quattro semifinaliste l’unica under 34 è proprio Coco, con Venus verso i 37, Serena verso i 36, Mirjana verso i 35.

In mattinata gli italiani potranno seguire in tv il 22mo derby svizzero, fra Roger Federer e il suo ex scudiero Stan Wawrinka che a differenza di Roger (mai più vittorioso in uno Slam dal 2012 a Wimbledon) ne ha vinti uno per ciascuno degli ultimi tre anni, cominciando dall’Australian Open 2014, proseguendo con il Roland Garros nel 2015, per arrivare all’US Open 2016. Vero che Wawrinka non ha mai battuto Roger al di fuori della terra rossa (tre volte…), vero che – di nuovo – questa superficie sembra talmente veloce da favorire il tennis di Roger che ha dimostrato di saper tenere anche alla distanza… però pur avendo lui battuto il n.10 Berdcyh e il n.5 del mondo Nishikori, secondo me Wawrinka è più forte, più solido, più completo di quei due (per non parlare di Mischa Zverev). Serve meglio di tutti loro, ha colpi più pesanti da fondocampo di loro, ha più forza e resistenza, gioca decisamente bene i punti importanti come dimostrano i cinque tiebreak dominati consecutivamente. Roger è un artista, un artista che non invecchia, come Picasso, come Leonardo da Vinci. E su Wawrinka ha indubbiamente un sicuro ascendente, capace di innervosirlo come quando riuscì a batterlo alle finali ATP del 2014 sebbene Stan giocasse decisamente meglio di lui. Ha ragione Andy Roddick, in questi giorni diventato a “Hall of Famer” e un anno più giovane di Roger, a sostenere che una finale Federer-Nadal “farebbe la storia del tennis”. “Chi non vorrebbe vederla? – ha chiesto ricevendo soltanto cenni di assenso –  Due tennisti che insieme hanno vinto 31 Slam, 17 Roger e 14 Rafa. Se vince Rafa va a 15 contro 17 e con il Roland Garros dietro l’angolo… significa dar da parlarne per ancora chissà quanto. Se vince Federer quel gap forse non sarà più possibile colmarlo e quindi questo Australian Open diventerebbe storico”.

Stan Wawrinka e Grigor Dimitrov fanno gli scongiuri, naturalmente. Certo è che in questo torneo Down Under dove l’orologio anziché essere avanti di 10 ore sembra tornato indietro di 10 anni, i presagi cominciano a influenzare un po’ tutti. Segnalo infine per gli appassionati di scommesse che per le semifinali le quote vedono Federer favorito e pagato 1,66 con Wawrinka a 2,20, Nadal favorito a 1,40 e Dimitrov a 2,75. Per le donne Coco Vandeweghe favorita a 1,66 e Venus a 2,20, Serena strafavorita a 1,12 e la Lucic a 5,50. Infine chiudo ringraziando Luca Baldissera per la ricerca riguardo alla curiosità statistica di tre semifinalisti uomini su quattro che giocano il rovescio ad una mano, Wawrinka, Federer e Dimitrov. Bisogna risalire alle calende greche: l’ultima volta all’Australian Open 10 anni fa, 2007: Federer, Haas, Gonzalez (più Roddick). All’US Open 19 anni fa, 1998: Sampras, Rafter, Philippoussis (più Moya). A Wimbledon 18 anni fa, 1999: Sampras, Henman, Rafter (più Agassi). Al Roland Garros, 19 anni fa, 1998: Mantilla, Corretja, Pioline (più Moya).

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