AO interviste, Dimitrov: "Sono felice ed esco a testa alta"

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AO interviste, Dimitrov: “Sono felice ed esco a testa alta”

Australian Open, semifinali: [9] R. Nadal b. [15] G. Dimitrov 6-3 5-7 7-6(5) 6-7(4) 6-4. L’intervista del dopo partita a Grigor Dimitrov

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Hai avuto un po’ di tempo per metabolizzare il match. Quali sono le tue impressioni dopo una partita così epica?
Non è mai semplice perdere un incontro così. Però sono felice di tante cose. Resterò positivo e camminerò a testa alta. Sicuramente Rafa merita tutta la considerazione di cui gode poiché è un tale combattente, un agonista. Allo stesso tempo è stato un onore per me giocare un match simile contro di lui.  Significa che sono sulla strada giusta. Devo cercare di trarre tutte le conseguenze positive da questo mese in Australia. Riguarderò la partita per cercare di capire dove avrei potuto fare meglio. Ma una cosa posso dirla di sicuro, ovvero che ho dato tutto in campo e ne sono orgoglioso. Sono orgoglioso del mio team e del mio allenatore. Chiunque si sia preso cura di me in questo mese è stato super concentrato. Ora possiamo rilassarci un po’ e poi tornare al lavoro.

Lui ha dichiarato di sentirsi stanco, logorato al quinto. Tu sembravi fresco invece. Dicci come hai fatto a contrastarlo fisicamente.
Sì, è una buona domanda. Mi sentivo molto bene. Anche se eravamo alla quinta ora, sentivo di avere molte energie, che è una bella cosa per me. Inoltre, sono rimasto sveglio sino a tardi, come spesso mi accade e non mi sentivo per niente insonnolito. Non avevo crampi, niente mentre è noto che in altre circostanze contro di lui li ho avuti. Sono contento che fisicamente stavo bene. Lui in certi momenti mi è sembrato più lento. Però è così esperto che sa cosa fare in quelle situazioni. Quella è stata la chiave della partita, credo. Soprattutto i due break point che ho avuto nel quinto. Sul primo avrei potuto fare qualcosa di più su quel colpo, ma non l’ho fatto. Poi è entrato in campo. Questo è ciò che fa un grande giocatore. Ti toglie l’attimo. Ha fatto un colpo eccezionale. Comunque sono contento ora del mio stato fi salute in generale.

Indipendentemente dalla classifica, come ti sembra di giocare in questo momento? Da primi 5, primi 8 del mondo?
Mai stato un appassionato di questi numeri. Il gioco parla per sé.

Lo scorso anno lo hai battuto. Ha più di 30 anni. Ha fatto partite dure qui. Avete giocato 4 ore e 30. 4-3 40-15 sei a cinque punti dalla tua prima finale in uno Slam e lui se ne esce con dei grandi colpi. Te lo aspettavi?
Certo. È ciò che fanno i più grandi giocatori.

Sei stato sorpreso dal modo in cui hai dettato il ritmo nel corso della partita?
No, perché avevo una chiara strategia. Sapevo cosa dovevo fare e ciò che lui avrebbe fatto. Ha giocato in maniera diversa da come mi ha affrontato a Pechino lo scorso anno. Sul servizio in particolare. Me ne sono accorto subito. Ma a parte questo, io ero molto concentrato su ciò che dovevo fare. Chiunque ci sia dall’altra parte del campo, tu hai le tue armi e lui le sue. A chi toccano le carte migliori alla fine, lo decide solo la partita.

I giocatori non amano fare previsioni. Ma, considerando la superficie, la condizione di Federer e Nadal, chi vedi come favorito?
In passato abbiamo assistito ad ogni tipo di scenario con loro sul campo. Non è questo il luogo per me in cui fare commenti. So solo che due dei più grandi giocatori di sempre se la vedranno tra loro domenica e sarà un match strepitoso.

Ti sei sentito diverso rispetto alla semifinale di Wimbledon 2014?
A mio agio. Non ero così nervoso come, lo ammetto, lo fui a Wimbledon per un set e mezzo. Oggi mi sono svegliato e mi sono detto che era solo un altro incontro. Come se stessi costruendo un edificio e questo è ciò che mi ha detto Daniel (Vallverdu ndt) il mio allenatore. Abbiamo solo cercato di superare il turno, tutto qui. Se miri in alto e ti attendi di più da te stesso, non puoi permetterti di pensare diversamente.

Traduzione di Roberto Ferri

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