Federer-Nadal. Si avvicina l'ora delle superstar

Australian Open

Federer-Nadal. Si avvicina l’ora delle superstar

MELBOURNE – L’attesa è spasmodica. Tifosi, stampa, persino i bagarini. Un concerto che tutti vogliono vedere, perché non ce ne saranno più tanti. Ladies and gentlemen, Federer contro Nadal

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Difficile trovare qualcosa di originale da dire sulla rivalità tra Federer e Nadal, ormai è stato detto tutto. I due personaggi che hanno travalicato i confini di questo nostro sport di nicchia – un po’ snob – per diventare personaggi mainstream e brand globali sono di nuovo uno di fronte all’altro, in una finale di Slam, per la nona volta, per stupire tutti ancora.

Perché questa finale non è come le altre, perché arriva dopo che tutti e due hanno dovuto fare rinunce importantissime nel 2016 a causa degli infortuni. Nadal nella sua Parigi si era dovuto sedere in quella sala conferenze stampa che lo aveva visto 9 volte sorridere di fianco ad una coppa annunciando il suo ritiro a causa di un infortunio al polso. “È davvero difficile, quando stai giocando bene, doversene andare da Parigi senza giocare – ha detto lo spagnolo – Nell’auto di ritorno dall’albergo ho pianto quel giorno.  Federer invece aveva dovuto chiudere la sua stagione a luglio, rinunciando a partecipare alle Olimpiadi e dando l’addio, probabilmente definitivo, a quella medaglia d’oro in singolare che manca al suo palmares. Hanno ricominciato da capo, ricostruendo la forma dei loro corpi acciaccati per tornare a lottare una volta in più.

Sono tornati quelli dei giorni migliori? Certo che no! L’esperto di tennis di Sports Illustrated Jon Wertheim sostiene sempre che “Padre Tempo è ancora imbattuto”, non si può sconfiggere il tempo. Ma magari si possono rallentare le lancette. Il diritto di Nadal si è dimostrato più attaccabile e meno affidabile, e quella dovrebbe essere l’arma per inchiodare il rovescio di Federer con ubriacanti topspin. Federer ha sempre potuto far affidamento sulla battuta per tenersi a galla in questo torneo, il 6-1 subito da Wawrinka non può preoccupare, ma l’inusuale 4 su 5 nella conversione delle palle break fatto registrare contro Berdych al suo primo test vero rappresenta un inusuale buona notizia, anche se nelle successive tre partita è ritornato ad un più abituale 13 su 36.

Curioso come per entrambi il punto di partenza di questa rincorsa all’Australian Open possa essere rappresentato da quella mattina nella quale Federer si era recato all’inaugurazione della Rafa Nadal Academy a Mallorca. Dovevano giocare insieme a scopo celebrativo, solo che nessuno dei due era in grado di prendere in mano la racchetta. Hanno improvvisato qualche scambio di mini-tennis, e null’altro. Da lì, grandissimo lavoro fisico e tecnico per arrivare tirati alla prima prova dello Slam, nella quale sono entrati da teste di serie “gregarie”. Hanno battuto entrambi almeno due Top 10: tre Federer (Berdych, Nishikori e Wawrinka) e due e mezzo Nadal (Monfils, Raonic ed Alexander Zverev, che Top 10 al momento non lo è, ma sembra una situazione transitoria).

L’attesa della stampa, del pubblico, dei tifosi e, perché no, dei bagarini di Melbourne è spasmodica. A tal punto che la finale femminile tra le sorelle Williams che ha regalato a Serena il titolo n.23 sembrava un po’ come l’esibizione del gruppo di supporto prima dell’arrivo della superstar. Una superstar che da un po’ non faceva concerti, sembrava avviata al viale del tramonto, ma che si è poi risvegliata dal torpore rilasciando un paio di singoli straordinari, che in classifica hanno superato le ‘hit’ delle boyband del momento. Un concerto che tutti vogliono vedere, perché si intuisce che non ce ne saranno più tanti, soprattutto su palcoscenici di grande prestigio ed in circostanze molto importanti. A tanti interessa chi venderà più dischi (anche se ora si scaricano mp3), ma c’è anche chi vuole solamente vedere un altro concerto di grande qualità, senza preoccuparsi dei dati di vendita.

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