AO interviste, Federer: "Devo ringraziare Rafa"

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AO interviste, Federer: “Devo ringraziare Rafa”

Australian Open, finale: [17] R. Federer b. [9] R. Nadal 6-4 3-6 6-1 3-6 6-3. L’intervista del dopo partita a Roger Federer

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Significa molto per te, vincendo questo titolo, aumentare il divario tra te e il tuo più grande rivale?
Questa è la cosa meno importante. Per me conta soprattutto il mio ritorno, di nuovo in un match epico con Rafa. Farlo qui in Australia è fantastico e riuscirci alla mia età, senza aver vinto uno Slam per quasi 5 anni, queste sono le cose che contano. Il conteggio degli Slam, onestamente non è molto rilevante.

Ti era mai successo di vincere uno Slam grazie ad una chiamata dell’occhio di falco?
Beh, mi sembra che in passato sia già capitato. Non ricordo in quale finale, o forse non era una finale, ma alcuni match sono finiti in questo modo. Insomma, doveva farlo. Se fossi stato in Rafa, quale altra opzione avevi? Sarebbe stato bello se avesse preso quella palla e giocato un pallonetto, e poi chiamato il challenge. A quel punto avremmo dovuto rigiocare lo scambio, no? Ovviamente è un po’ strano vincere in questo modo, tuttavia le emozioni le ho provate ugualmente. Ero incredibilmente felice, come puoi immaginare.

Vincere lo Slam numero 18 sarebbe stato speciale anche se fosse capitato da qualche altra parte. Puoi parlarci di cosa significa per te vincerlo qui?
Come hai detto giustamente, sarebbe stato speciale indipendentemente dal posto. Questo è uno dei tornei che non ho saltato spesso. Lo scorso anno ho saltato gli US Open. Qui è dove forse sono stato il più consistente. Tutto è cominciato da qui. Ho giocato le qualificazioni nel 1999, il torneo junior nel 1998. Nel 2000 ho vinto il mio primo match, forse contro Michael Chang. Ripensando al passato, mi è sempre piaciuto venire qui. Quando vinci qui, il viaggio di ritorno a casa non è mai un problema; quando perdi è devastante. Per questo mi sento molto fortunato questa sera.

Come hai fatto a concentrarti quando eri un break sotto nel quinto set?
Mi sono detto di giocare liberamente. Di questo avevo parlato con Ivan e Severin prima delle partite. Tu giochi con la palla, non con l’avversario. Resta libero con la testa e con i tuoi colpi, e vedrai che riuscirai a mettere in pratica il tuo gioco. Il coraggio ti sarà ricompensato. Non volevo venir sconfitto vedendomi venire addosso una pioggia di dritti di Rafa. Penso sia stata la decisione giusta. Ho avuto delle opportunità all’inizio del quinto per rimettere le cose in parità, anche se mi sarei potuto lasciar andare alla delusione. Però non l’ho fatto e ho continuato a lottare e a credere di poter vincere, cosa che ho fatto per tutto il match. Penso che sia stato questo che mi ha fatto giocare il mio miglior tennis nella parte finale, il che è stata una sorpresa per me. Durante il quarto e all’inizio del quinto set è come se fossi stato in pausa.

Penso sia giusto dire che lui sia il tuo più grande rivale. Cosa significa per te batterlo?
Se andiamo ancora più indietro ce ne sono altri. Abbiamo Roddick e Hewitt, e anche Novak è un mio grande rivale. Onestamente non mi piace lasciare nessuno alle spalle, ma sono sicuro di essermene scordato qualcuno; loro sapranno a chi mi riferisco. Comunque Rafa è stato molto significativo per la mia carriera e penso che mi abbia reso un giocatore migliore. Lui e un altro paio di tennisti sono riusciti a farlo, perché il modo in cui il suo gioco si scontra con il mio rende la cosa complicata. L’ho già detto apertamente. Giocare contro di lui è la sfida più grande che possa avere, quindi questa vittoria è davvero speciale. Lo avevo detto anche prima della finale: se avessi battuto Rafa sarebbe stato molto commovente perché non lo battevo in una finale Slam da Wimbledon 2007 in 5 set. Come ho già detto in campo, sarebbe stato bello per entrambi vincere, ma non ci sono pareggi nel tennis. Certe volte è crudele. L’importanza di questa vittoria per me è enorme, quando ritornerò in Svizzera inizierò a pensarci. La posso paragonare solo a quella degli Open di Francia del 2009. Questa mi sembra simile.

Questa è stata la tua prima finale Slam con Ivan Ljubicic come allenatore. Che cosa significa per te?
È speciale per l’intero team. Per lui era la prima finale Slam, sia come giocatore che come coach. È stato nervoso per tutto il giorno e io ho cercato di calmarlo un po’ (sorride). La stessa cosa è successo al mio fisioterapista. Mi rendo conto che sono delle cose che non gli capitano tanto spesso. Mentre Severin era assolutamente rilassato. È stato bello per tutti noi e so quanto loro siano felici perché per me sono più di un coach o di un fisioterapista. Loro sono miei amici e passiamo un sacco di tempo assieme parlando della mia condizione fisica e del mio gioco. Ora ce l’abbiamo fatta e andremo a festeggiare come delle rock star questa sera, te l’assicuro.

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