Italia-Argentina 1983: il passo d'addio di Panatta e Bertolucci

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Italia-Argentina 1983: il passo d’addio di Panatta e Bertolucci

La prima sfida in Davis tra le due nazionali risale alla sconfitta del 1983. L’ultima apparizione di Adriano e Paolo nella manifestazione, la fine di un ciclo. Troppo forti Vilas e Clerc

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Nel prossimo week-end Italia e Argentina si affronteranno per gli ottavi di finale di Coppa Davis a Buenos Aires. Sarà per le due nazionali il quarto confronto diretto nella manifestazione. La prima sfida si giocò al Foro Italico nel 1983 e si trattò di una solenne sconfitta per la nostra squadra. Ma quel match sarà ricordato soprattutto perché si trattò dell’ultima volta che Adriano Panatta e Paolo Bertolucci giocarono nella manifestazione, decidendo dopo il doppio che decretò la vittoria dei sudamericani di annunciare nella conferenza stampa post partita il loro addio al tennis (anche se Adriano disputerà nel circuito un altro paio di partite fino a fine anno).

Il 1 marzo del 1983 furono messi in vendita i primi swatch, il 6 marzo invece comparve in alcuni negozi il primo cellulare, il Dynatac 8000x, una sorte di walkie-talkie gigantesco (se paragonato ai telefonini odierni), stretto, lungo e poco maneggevole. Il 17 giugno Enzo Tortora viene arrestato nella sua camera all’Hotel Plaza con l’accusa di associazione di stampo mafioso, il 22 giugno scompare (e non sarà mai più ritrovata) Emanuela Orlandi, cittadina vaticana e figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia.

La nazionale di calcio italiana era campione del mondo in carica, ma Bearzot non aveva rinnovato i suoi uomini e le qualificazioni agli Europei di Parigi del 1984 iniziarono male (due pareggi in casa con Cecoslovacchia e Romania) e finiranno poi peggio. Quella di basket invece vince il primo titolo europeo della sua storia battendo nella finale di Nantes la Spagna per 105-96, Spagna (quella di San Epifanio per farci capire) che era stata battuta pure nel girone eliminatorio dove gli azzurri tra le altre avevano battuto anche la fortissima Jugoslavia. La nazionale italiana schiera una formazione di tutto rispetto, da Dino Meneghin a Pierluigi Marzorati, da Meo Sacchetti ad Enrico Gilardi, da Renato Villalta a Marco Bonamico. La finale finisce con Charlie Caglieris che fa scadere il tempo con la palla in mano ed il grande Aldo Giordani che urla:” E adesso voglio proprio vedere chi ce lo toglie questo titolo…”

E la nostra nazionale di tennis? Beh, non è più quella che ha raggiunto 4 finali in 5 anni, vincendo nel 1976. O meglio, tre componenti di quel fantastico quartetto ci sono ancora, ma ormai lontani dai loro antichi splendori. Soprattutto Adriano Panatta e Paolo Bertolucci sono alla fine della loro carriera, Barazzutti invece combatte sempre da par suo e nel circuito si toglie ancora qualche piccola soddisfazione. Zugarelli invece è già da un paio di anni che non trova più spazio tra i convocati. Alle loro spalle poca cosa, al momento si intravede solo un certo Francesco Cancellotti che insieme a Claudio Panatta (il fratello minore di Adriano) cerca di garantire un minimo di continuità all’epoca d’oro del nostro tennis.

I primi segnali di cedimento del nostro team si erano intravisti già nei due anni precedenti. Nel 1981 l’Italia subì una clamorosa sconfitta a Brighton contro la Gran Bretagna, con una inopinata sconfitta in doppio di Panatta e Bertolucci con Andrew Jarrett (oggi supervisor a Wimbledon) e Jonathan Smith, una coppia alquanto mediocre. L’anno dopo fummo capaci di fare peggio, perdendo addirittura in casa sulla terra di Cervia contro la Nuova Zelanda. Quella sorta di Corea fece comprendere a Vittorio Crotta, capitano non giocatore subentrato al povero Umberto “Bitti” Bergamo che era il caso di iniziare a dare spazio alle nuove leve. Così nel primo turno della Davis del 1983 nella sfida contro l’Irlanda (insieme all’Indonesia una vera e propria sorpresa nel tabellone principale della manifestazione) fu schierato come secondo singolarista Claudio Panatta. Barazzutti era la punta di diamante, il doppio Adriano/Bertolucci il nostro punto fermo. Ma Claudio Panatta raccolse due imprevedibili e clamorose sconfitte e la spuntammo solo 3-2.

A quel punto nei quarti si sarebbe ospitata nel week-end 8-10 luglio l’Argentina che nel frattempo aveva battuto in casa gli Stati Uniti di John McEnroe, Peter Fleming e Gene Mayer. Guillermo Vilas e José Luis Clerc sembravano abbondantemente fuori dalla portata dei nostri, ma si decise di scegliere comunque la terra rossa del Foro Italico per questa sfida improba. Il dubbio era, schierare ancora Claudio Panatta o Cancellotti in uno dei due singolari, oppure far fare la passerella d’addio ad Adriano Panatta (che proprio in quel week-end avrebbe celebrato il suo 33esimo compleanno)? Alla fine si ritenne giusto optare per la seconda soluzione. Panatta che quell’anno nel circuito non aveva mai superato un turno si allenò duramente per cercare di salutare come si doveva il suo pubblico, quello che aveva inventato il coro “Aaaaaaaaadrianoooooo” che lo aveva accompagnato e sostenuto nel suo trionfale cammino del 1976 e fino alla finale (non senza qualche intemperanza di troppo) nel 1978. Ma il sorteggio che precedette l’inizio della contesa non fu benevolo, ad Adriano toccò l’esordio contro Guillermo Vilas, guarda caso colui che aveva battuto in finale proprio nel 1976 agli Internazionali d’Italia. Vilas era in forma smagliante, era arrivato l’anno prima in finale a Parigi (la famosa partita persa con Wilander durata oltre quattro ore) e nella sfida con gli Stati Uniti al 1° turno aveva letteralmente sommerso John McEnroe, battuto 6-4 6-0 6-1.

La partita fu un calvario per Adriano, Vilas lo infilava ad ogni discesa a rete, Panatta appariva appesantito e lento in campo. Ad inizio secondo set il povero Crotta provò anche a massaggiargli la schiena dolorante, il pubblico incoraggiava incessantemente il suo beniamino, voleva (e sperava) nel miracolo, ma non ci fu nulla da fare. All’inizio del terzo set Adriano alzò bandiera bianca e con un chiaro cenno delle mani fece segno verso la panchina che lasciava andare l’incontro, inutile sprecare altre energie. Vilas vinse 6-2 6-2 6-1, quella sfida di per sé già improba si reggeva ora sull’impresa di “soldatino” (come lo soprannominava Gianni Clerici) Barazzutti contro Josè Luis Clerc. Intervistato da Guido Oddo a bordocampo Panatta rese onore al suo avversario: “Quando gioca così c’è poco da fare…”.

Corrado ad onor del vero ce la mise tutta e fu anche un pelo sfortunato. Perse il primo set 12-10, perse il secondo e poi iniziò una delle sue solite rimonte. Durissimo il terzo set, vinto 9-7, meno combattuto il quarto, portato anche esso a casa. A quel punto Barazzutti sembrava il netto favorito, Clerc era finito nella sua ragnatela e non riusciva più ad imporsi negli scambi come ad inizio partita. Ma sopraggiunse quanto mai inopportuna l’oscurità e il match fu rinviato al sabato mattina. La pausa naturalmente favorì il tennista argentino, che alla ripresa si aggiudicò il quinto set 6-4 e porto l’Argentina sul 2-0.

La sfida era ormai decisa, restava la passerella del nostro doppio che tante gioie ci aveva regalato in quegli anni, in Davis e anche nel circuito. Adriano e Paolo nel tunnel che li portava sul campo guardarono sulle pareti del Foro Italico le foto che avevano celebrato i loro successi passati, Panatta si girò verso Bertolucci e gli disse: “Ci siamo divertiti, vero Paolo”, ricevendo un assenso dal suo fiero compagno di tante battaglie. C’era la consapevolezza amara ma al tempo stesso ineluttabile che il tempo era passato e che stava per iniziare una nuova vita. Il doppio fu giocato dignitosamente, Vilas e Clerc (che a stento si parlavano ma che in doppio si facevano rispettare) si imposero in 3 set non senza qualche patema (gli azzurri mancarono un set point nel primo parziale). Era la fine di un’epoca, un ciclo d’oro che ancor oggi, a distanza di più di 40 anni non siamo mai più riusciti a replicare. Quanto ci mancano i tuffi di Adriano e le voleé superbe di Paolo.

8-10 luglio 1983, Quarti di Finale, Roma, Foro Italico, terra rossa

Italia-Argentina 0-5

Vilas-Panatta 6-2 6-2 6-1
Clerc-Barazzutti 12-10 6-2 7-9 3-6 6-4
Clerc/Vilas-Bertolucci/Panatta 7-5 6-3 6-4
Vilas-Barazzutti 6-3 6-1
Arguello-Cancellotti 7-5 6-4

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