(S)punti tecnici: perché i ragazzi italiani si perdono per strada?

(S)punti Tecnici

(S)punti tecnici: perché i ragazzi italiani si perdono per strada?

Le difficoltà a cui sta andando incontro il tennis azzurro sono preoccupanti. I ricambi stentano a emergere. Ma nelle categorie giovanili ci difendiamo alla grande. Cosa succede ai nostri giocatori lungo il percorso verso il professionismo?

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Abbiamo ancora negli occhi lo splendido esordio ATP di Stefanos Tsitsipas, che si è divertito a sparare rovesci vincenti a 300 all’ora in faccia a un top player esperto come Jo Wilfried Tsonga, abbiamo ammirato (cretinate di gioventù a parte) l’altrettanto promettente ingresso nel tennis “dei grandi” di Denis Shapovalov. E non sono i soli, la cosiddetta “next gen” sta arrivando, ormai Sasha Zverev è avviato spedito verso i piani altissimi del ranking, Nick Kyrgios, quando ne ha voglia, è capace di prendere a pallate chiunque, e poi Andrey Rublev, Borna Coric, Alexander Bublik, eccetera. In sala stampa, agli ultimi Australian Open, era nata una discussione tra addetti ai lavori guardando Hyeon Chung perdere in 4 set piuttosto lottati, vincendo il primo, dal miglior Grigor Dimitrov di sempre: lo stesso Chung che aveva perso in due set la finale di Wimbledon junior 2013 da Gianluigi Quinzi. Quinzi che in semifinale aveva dato 6-4 6-4 a Kyle Edmund. In tabellone c’erano anche Thanasi Kokkinakis, Borna Coric e Nick Kyrgios. Adesso sono tutti (infortuni di “Kokki” a parte) a livello Slam a giocarsela con i più grandi, Gianluigi fa fatica nei challenger. Perchè i nostri non riescono a fare lo stesso salto di qualità? La risposta non c’è, probabilmente è un concorso di fattori diversi, ma i numeri danno da pensare. Per non allargare troppo l’analisi, ci occupiamo dei maschi, ma non è che tra le ragazze la situazione sia troppo diversa. Vediamo qualche tabella.

under 14

Qui sopra, la classifica attuale degli under 14 italiani (per gli under 12 non vengono compilati ranking, ma anche lì siamo messi bene). Abbiamo 5 top-100, 8 top-150.

under 16

Qui sopra, la classifica attuale degli under 16 italiani. Abbiamo 7 top-100, 9 top-150.

under 18

Qui sopra, la classifica attuale degli under 18 italiani. Un top-100, 3 top-150. Questa è la classifica che fino a pochi mesi fa era dominata da Tsitsipas, Shapovalov, e compagnia bella. Il ridimensionamento è impressionante. Negli ultimi Slam junior, solo comparsate per gli azzurri, il migliore a Melbourne è stato Federico Iannaccone, che vedete in testa al pezzo, eliminato agli ottavi di finale.

Proviamo a fare un confronto con una delle Federazioni più acclamate per organizzazione e continuità di risultati, quella francese.

under 14 francesi

Tra gli under 14, ne hanno alcuni in più (8 top-100, 11 top-150), ma nulla di clamoroso rispetto a noi.

under 16 francesi

Tra gli under 16, addirittura li surclassiamo, hanno un top-100, 4 top-150. Ma siamo ancora nelle categorie molto fluide, l’età di riferimento cambia tante cose.

under 18 francesi

Il problema nasce qui: i francesi tra gli under 18, quelli che giocano gli Slam junior, hanno 6 top-100, 8 top-150. Il loro numero 3, Matteo Martineau, ha eliminato Iannaccone agli ultimi Australian Open per poi perdere dal vincitore Zsombor Piros, che ha battuto anche il loro numero uno Corentin Moutet in semifinale. Ragazzi che giocano bene, e che vanno avanti nei tornei che contano.

Cosa succede ai nostri giovani tra i 16 e i 18 anni? Perchè si forma il “buco”, anzi la voragine, che abbiamo appena documentato, nella delicatissima fase di passaggio al primo gradino del tennis “vero”, cioè gli junior under-18, che costituisce il “bacino d’utenza” dal quale far crescere i professionisti di alto livello?

In sala stampa ne abbiamo parlato a lungo, ma a parte i soliti luoghi comuni sugli “italiani mammoni che maturano tardi”, sui ragazzi che “non hanno abbastanza fame” (perchè, i francesi sono terzo mondo?), nessuno ha saputo trovare una spiegazione. Da insegnante, io mi sento di promuovere e difendere il settore tecnico della FIT, quantomeno la parte di mia competenza: abbiamo ottimi maestri, l’Istituto Roberto Lombardi funziona bene, ci sono grandi competenze e professionalità, e l’organizzazione sul territorio anche se non perfetta è migliorata enormemente negli ultimi 15 anni. Ma non serve dirlo, lo dimostrano le classifiche riportate più su: io, maestro di tennis qualunque, quando produco buonissimi under 14 e under 16 il mio lavoro l’ho fatto bene. Per quanto riguarda invece il coaching di alto livello, l’apparato a cui noi maestri “consegnamo” i quattordicenni e i sedicenni bravi (se non bravissimi, come certificato dai ranking internazionali), qualcosa si inceppa. Di brutto. E non può solo essere colpa del centro di Tirrenia, anchè lì ci lavora gente validissima a mio avviso (e non solo). Ma parlo esclusivamente dal punto di vista tecnico: forse, è la sola ipotesi sensata che posso formulare, il problema nasce con la gestione dell’attività internazionale, soprattutto a livello economico. Le stagioni agonistiche di un under 14 o 16 costano tanto, ma sono ancora affrontabili da una famiglia “media” anche senza troppi aiuti federali. Quando però si comincia a parlare di voli intercontinentali, Slam junior, staff tecnici, preparatori atletici, accademie in giro per il mondo, senza robusti – ma robusti davvero – contributi dalla propria federazione, la faccenda si fa difficile.

In ogni caso,  dire “se la FIT cacciasse più euro avremmo 7-8 top-100 ATP fissi sempre” rimane una risposta semplicistica. Ma potrebbe essere un tentativo da fare, perchè la base di partenza la abbiamo già, come detto, i ragazzini bravi come e più degli altri ci sono. Ed è un peccato terribile sprecare tanto buon lavoro tecnico di base fatto in Italia. L’augurio è di rivedere almeno alcuni dei forti under italiani (un esempio, Luca Nardi, che ha appena vinto il più prestigioso torneo under 14 del mondo, “Les Petit As”) difendersi nelle categorie superiori, perchè come tennis non dovrebbero avere nulla da invidiare a nessuno. E dal punto di vista del “maestro qualunque”, che fa del suo meglio ogni giorno, non avete idea di quanto la situazione sia frustrante.

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