ATP Rotterdam: Berdych vince il derby degli incompiuti. Bene Grigor

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ATP Rotterdam: Berdych vince il derby degli incompiuti. Bene Grigor

ROTTERDAM – Il ceco parte lento ma è Gasquet a squagliarsi per primo. Coric rimandato da Cilic, il migliore degli olandesi gioca alla pari con Goffin

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da Rotterdam, Carlo Carnevale e Raoul Ruberti

È giovedì e come ogni giovedì che si rispetti, aggirata la boa di metà settimana, il torneo entra nel vivo. L’ABN Amro World Tennis Tournament non si sottrae: il match che inaugura la sessione diurna prevede in campo Richard Gasquet e Tomas Berdych, due tennisti di tutto rispetto la cui comune definizione di “ex top-10 stabile” spiega purtroppo, meglio di mille altre parole, le aspettative deluse dalle rispettive carriere. Trenta e trentun’anni, il francese e il ceco sembrano aver passato ormai il momento giusto per il grande acuto personale. Il carpet verde di Rotterdam può essere per entrambi la superficie del rilancio, ma i quarti di finale del 500 dei Paesi Bassi hanno spazio per uno solo dei due. Per l’intero set d’apertura i difetti di Tomas compensano le mancanze di Richard, e viceversa: il dritto e il servizio del francese saltano alti e poco incisivi, diventando facile preda delle “botte” del ceco, mentre le lunghe gambe di quest’ultimo devono piegarsi dietro il delizioso rovescio monomane dell’avversario, perdendo la possibilità di spingere. Dopo un inizio lento, con tanto di break perso a freddo e poi recuperato, Berdych conquista il punticino determinante sul 5-4 del tie-break. Con quello si porta via il set e tutta la fiducia di Gasquet: il francese perde il servizio in apertura di secondo parziale, regredendo ogni game di più e ponendo fine all’incontro con un doppio fallo chilometrico.

Il passaggio di consegne deve ancora avvenire, ma Borna Coric dimostra sicuramente grande foga e voglia di esplodere: il giovane croato lotta come un leone contro l’attuale numero uno della sua nazione, Marin Cilic, prima di arrendersi nel terzo set e perdere il terzo confronto diretto (dopo Shanghai 2015 e Cincinnati 2016, dove Coric aveva battuto Nadal). Dopo un primo set da lettino dello psichiatra, in cui Cilic domina ogni scambio e praticamente non suda, Borna ritrova la sua verve nel palleggio, colpisce più profondo e regge alla grande le bordate dell’avversario. Coric non serve forte ma disegna curve velenose, di piazzamento, utili ad aprirgli il campo per il secondo fendente, generalmente il dritto; Cilic quasi si sorprende nel vedere il giovane conterraneo reagire e smettere di soffrire quando si tratta di fare a pallate, rimanendo imbrigliato in scambi lunghi e dal ritmo non altissimo, pane quotidiano di Coric. Piuttosto dispendioso il gioco di Borna, che oltre a far girare i piedi come due dinamo e sbracciare con veemenza, accompagna ogni flessione ad una respirazione sonora e decisa: a metà del secondo set il suo grunting è a decibel elevati, per l’ilarità del pubblico che comunque apprezza la sua tenacia. Nel sesto gioco del secondo set Cilic si vede infilare da due passanti consecutivi, di cui uno straordinario, con Coric praticamente spalle alla rete che arpiona il lob dell’avversario e si carica sgolandosi: è l’accelerazione decisiva per arrivare al terzo, insperato parziale. L’affluenza di spettatori è buona seppur non ottimale, rendendo lo splendido centrale della Ahoy Arena un panorama a chiazze: stupendo l’impatto cromatico delle diverse tonalità di verde, di fatto un unicum nel circuito. L’equilibrio vige severo fino al settimo gioco della frazione decisiva, giocata su ottimi livelli da entrambi: Cilic si decide a spingere per primo e guadagnare più spesso la rete, Coric aumenta se possibile l’apporto dei suoi cavalli, ma è costretto a frenare sul più bello. Il giovane spreca sette palle del 4-3, una delle quali con un doppio fallo, prima di venire investito da due risposte di rovescio consecutive: il game dura ventidue punti e undici minuti, che di fatto chiudono la contesa. Cilic amministra fino alla conclusione e raggiunge Jo-Wilfried Tsonga in quarti di finale, i primi della sua stagione fin qui deludente: il croato, nativo di Medjugorje, è in vantaggio 5-1 negli head to head. L’unica sconfitta giunse a Cincinnati nel 2011. “L’obiettivo per quest’anno è la top 5. Ma in generale, sono sempre soddisfatto quando riesco a dare il 100%”.

Metà della giornata tennistica è passata, è giunto il momento che il pubblico dell’Ahoy sente di più. L’ultimo olandese in gara, il numero uno nazionale Robin Haase, affronta la testa di serie numero 3 David Goffin nel tentativo di generare il primo upset del pomeriggio e di tornare così ai quarti di finale di Rotterdam, a nove anni dall’ultima volta. L’incontro è di gran lunga il più rapido del torneo in termini di ritmo: il gioco piatto del numero 57 ATP si unisce bene al senso dell’anticipo di Goffin, e gli scambi-raffica hanno per una volta la meglio sul tennis attendista contemporaneo. Purtroppo per i tifosi di casa Haase ottiene il risultato sperato soltanto a metà: per due ore gioca alla pari del belga e a tratti gli è addirittura superiore, ma le tante (e rumorose) emozioni generate non bastano ad assestare il colpo del KO e a passare il turno è Goffin, che rimonta il set di svantaggio e conclude con un dropshot delizioso sul match point.

Berdych, Cilic, Goffin: le teste di serie della sessione diurna sono rimaste tutte in piedi. Dopo un intervallo di qualche ora la sessione serale ha inizio e la patata bollente passa a Denis Istomin, avversario del successivo membro del seeding. Oltre la rete di fronte al “killer” australiano di Djokovic c’è Grigor Dimitrov, che a dispetto del numero 5 sul tabellone è il tennista più in forma di questo inizio di 2017 – è l’unico ad aver già vinto due titoli, Brisbane e Montpellier, oltre ad aver conquistato una semifinale Slam. Il break in favore del bulgaro arriva subito, ma Istomin è bravo a riprendersi e con una tenuta da fondo energica e mai troppo passiva porta prima il set al tie-break, poi il tie-break all’oltranza. Le speranze di vedere di nuovo l’uzbeko posseduto dallo stesso spirito di Melbourne però si infrangono sul doppio fallo del 7-9, che consegna a Dimitrov in modo orribile un primo set davvero bello. Istomin prova a rimanere in scia anche nel secondo ma, come spesso capita, la scarica mentale subìta toglie continuità al suo gioco e i colpi da applausi si fanno sempre più sparsi. Dimitrov al contrario continua a colpire con grande pulizia sia col dritto che col rovescio, senza mostrare la minima fatica nella ricerca della zona di campo migliore per l’impatto, e il 6-1 finale ne è la prova migliore.

La vittoria di Dominic Thiem chiude il programma della giornata, un quarto d’ora dopo le ventitré. L’austriaco dispone di Gilles Simon in due set, disattendendo le aspettative di un match lungo e combattuto: l’allievo di Bresnik riesce a non farsi irretire dalle consuete tele del transalpino, facendo corsa di testa per tutto il match. Simon cerca infatti di impostare come preferisce gli scambi, mettendola sul piano del palleggio poco sostenuto, ma Thiem non esita a spingere appena il rimbalzo glielo concede, andando a togliere la polvere dalle righe con il rovescio lungolinea. Il francese subisce il break a metà del primo parziale, quando Dominic martella con il dritto inside approfittando di tre seconde in fila; da lì è amministrazione fino al terzo gioco del secondo parziale, in cui Simon si distrae anche a causa delle indiscipline del pubblico, impegnato a visitare il magnifico padiglione centrale dell’Arena. La risposta di Thiem investe l’avversario, che abbozza un challenge prima di intavolare un’accesissima discussione con il giudice di sedia conclusa da un’evidente gesto di disaccordo. Thiem continua a martellare sul lato sinistro, anticipando spesso i colpi per togliere tempo all’avversario, pur non disdegnando di arretrare un paio di metri in risposta per rimettere la palla in gioco. L’incantesimo sembra spezzarsi nell’ottavo gioco, quando Dominic resta vittima della sua fretta commettendo due gratuiti e lasciando l’iniziativa all’avversario: Simon ringrazia e rientra in gara. Si arriva al tie-break: Simon si vede sottrarre un minibreak quando il falco sovverte la chiamato out su un dritto di Thiem: due punti più tardi, il francese spara fuori di metri e concede l’allungo, che Dominic gestisce con agio grazie a due buone prime. In quarti di finale avrà Pierre-Hugues Herbert, in un incontro inedito a livello ATP.

Risultati:

[4] T. Berdych b. R. Gasquet 7-6(4) 6-1
[1] M. Cilic b. B. Coric 6-1 2-6 6-4
[3] D. Goffin b. [WC] R. Haase 5-7 6-4 6-4
[5] G. Dimitrov b. [LL] D. Istomin 7-6(7) 6-1
[2] D. Thiem b. G. Simon 6-4 7-6(4)

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