La settimana degli italiani: finisce ancora tutto al mercoledì

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La settimana degli italiani: finisce ancora tutto al mercoledì

Quella che la scorsa settimana era sembrata una sfortunata casualità, si ripete: sconfitte deludenti e un solo match vinto. Momento preoccupante per il nostro tennis

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La scorsa settimana evidenziammo la circostanza che la pattuglia di tennisti italiani fosse stata completamente eliminata al mercoledì, considerandola come una molto negativa casualità: il ripetersi in questi giorni di tale situazione per la seconda volta consecutiva, oltre ad essere preoccupante ed amaro, fa però pensare che sette giorni fa si sia sbagliato ad evidenziarlo.

Eppure, incredibilmente, già giovedì nessuno tra Fognini, Lorenzi e Cecchinato -tra l’altro impegnati nella loro superficie preferita, la terra rossa-  e Vinci era ancora in campo: sconfitte deludenti (quelle di Lorenzi e Vinci contro avversari peggio classificati, quella di Fognini per come si è comportato contro un avversario battuto otto volte su nove), a fronte di una sola vittoria settimanale di un movimento tennistico italiano, che anche numericamente, a livello di circuito maggiore si sta assottigliando.

Le premesse per fare meglio questa settimana vi erano tutte, ma, soprattutto Fabio Fognini, ancora non sta rendendo per come ci ha abituato negli ultimi 5 anni. Fabio è tornato per la quarta volta a Rio De Janeiro per l’ATP 500 che si disputa nella città sede del più celebre carnevale del mondo, un torneo che gli ricordava sia grandi gioie (la prima vittoria in carriera su Nadal, che nel 2015 gli aprì le porte della finale poi persa con Ferrer) sia forti dolori (l’infortunio ai muscoli addominali che l’anno scorso, durante il match contro Gimeno Traver, lo costrinse ad uno stop di circa due mesi). Al primo turno il sorteggio gli ha subito dato l’occasione per poter rimediare alla brutta sconfitta patita la settimana precedente nel primo turno di Buenos Aires, quando aveva perso contro Tommy Robredo, crollato in classifica a causa degli infortuni e che  da oltre un anno non vinceva una partita nel circuito maggiore. Nella capitale argentina lo spagnolo, vincitore di 12 titoli ATP, si era imposto in due set facili sul ligure, portandosi così in vantaggio per 5 a 4 nei confronti diretti, ma in Brasile Fabio era centrato ed è riuscito a prendersi la rivincita: dopo un primo set vinto in 28 minuti con un lungo parziale di 20 punti ad 1 da quando era sotto 1-0; nel secondo è stato bravo a mantenere la calma quando l’ex numero 5 del mondo (nell’agosto del 2006) è risalito da 2-4 a 4 pari, staccandolo nuovamente per chiudere la partita dopo 1 ora e 18 minuti col punteggio di 6-2 6-4. Al secondo turno Fognini aveva di fronte un avversario insidioso, Albert Ramos-Vinolas, dalla classifica migliore (25 ATP, suo best ranking) ma contro il quale  Fabio aveva vinto per 8 volte consecutivamente, prima di perderci l’ultimo confronto diretto, a Vienna lo scorso ottobre. Purtroppo il taggiasco non ha sfruttato il vantaggio psicologico derivante dai tanti precedenti vinti ed anzi, per come si è sin dai primi giochi innervosito, è stato lui a patire il ricordo, non appena ha visto che la partita non sarebbe stata facile. Nel primo set, dopo una decisione contestata costatagli un break di svantaggio, l’azzurro ha preso un warning per una palla lanciata fuori dal campo ed ha di lì a poco perso il set, dopo 31 minuti col punteggio di 6-2. Nel secondo parziale, pur confermandosi il canovaccio di una partita ricca di errori gratuiti e di monologhi dell’italiano, Fabio si è fatto recuperare un break di vantaggio facendo un doppio fallo sulla palla break- come già accaduto nel set precedente- e, quando si è trovato sul 3-4, si è  fatto strappare per la quinta volta nel match il servizio. Tale circostanza gli ha fatto ben pensare di lanciare la racchetta sui teloni, con l’attrezzo incastratosi negli stessi, causandogli l’inevitabile penalty point derivante. Da lì a pochi minuti è poi arrivata la sconfitta, con il catalano vincitore con lo score di 6-2 6-3 in 1h19′, mettendo fine ad una pessima prestazione di Fognini, in particolar modo al servizio (nessun ace e 5 doppi falli, 50% di prime, 36% di punti vinti con la seconda).

Anche il numero 1 azzurro Paolo Lorenzi era a Rio, dove era iscritto per la terza volta in carriera: l’anno scorso, suo miglior piazzamento, giunse al secondo turno, dove perse nettamente da Federico Delbonis, che curiosamente quest’anno era il suo avversario nei sedicesimi. I precedenti tra i due erano sul 3 pari, ma, gli ultimi tre, tutti nel circuito maggiore, erano stati vinti dal 26enne mancino argentino, n°52 ATP. Ne è venuta fuori una partita molto equilibrata, nella quale dopo che Paolo aveva sfruttato l’unico break del primo set per portarlo a casa col punteggio di 6-4 in poco meno di un’ora, ha avuto un momento di netto calo costatogli il secondo parziale. Nel terzo, dopo aver avuto sei palle per strappare il servizio in due diversi turni di battuta dell’avversario, il toscano ha pagato caramente il break che ha concesso nel quinto gioco: Delbonis, ha poi perso un solo punto sui suoi turni al servizio, chiudendo l’incontro col punteggio di 4-6 6-1 6-4 dopo 2 ore e 13 minuti di partita, che hanno lasciato l’amaro in bocca al nostro giocatore, incapace di sfruttare le sue chance nel terzo set, arrivate nonostante una brutta prova al servizio (ha chiuso col 41% di prime in campo).

A Rio, dopo quattro tentativi falliti (Chennai, Melbourne, Quito e Buenos Aires) per la prima volta nel 2017 Marco Cecchinato è riuscito a qualificarsi per un main draw di un torneo del circuito maggiore e per riuscirvi ha prima superato, al termine di un lunghissimo derby, lo spezzino Alessandro Giannessi, 127 ATP, battuto dopo 3 ore e 7 minuti con lo score di 7-6(5) 6-7(4) 6-2; poi, nel turno decisivo ha avuto la meglio sul nipponico Taro Daniel,121 ATP (già sconfitto nell’unico precedente del challenger di Como 2016), liquidato con un nettissimo 6-1 6-2 in 1 ora ed 8 minuti. Nel tabellone principale del torneo brasiliano il 24enne siciliano ha affrontato un altro qualificato, il coetaneo argentino Nicolas Kicker, n°123 ATP, contro il quale non vi erano precedenti: era un’ottima occasione per conquistare punti pesanti per risalire in classifica, che vedeva Cecchinato ai margini dei primi 200, ma non  è stata purtroppo colta. Difatti, dopo un inizio di partita equilibrato nel quale chi è andato a servire non ha concesso che una sola palla break ciascuno, si è arrivati sul 5 pari, dove Marco, che pure aveva avuto una palla per mantenere il servizio, lo ha perso, finendo poi per cedere il set nel game successivo, dopo 55 minuti di gioco. Il match è terminato praticamente in quei momenti, con un crollo del nostro giocatore, incapace di conquistare almeno un game prima di stringere la mano all’avversario, dopo 1 ora e 24 minuti di partita, archiviata col punteggio di 7-5 6-0 a favore di Kicker. A Rio, infine, a provare le qualificazioni per tentare di ripetere il cammino che a Quito un paio di settimane prima lo aveva portato sino ai quarti, c’era anche Federico Gaio, ma il faentino ha subito trovato la strada sbarrata da Taro Daniel, che lo ha eliminato con il punteggio di 6-1 0-6 6-1 in 1 ora e 43 minuti di partita.

All’Open 13 di Marsiglia, torneo della categoria ATP 250 che si disputa dal 1993, un unico italiano ha provato ad entrare nel tabellone principale, senza riuscirvi: Thomas Fabbiano, 134 ATP, dopo aver eliminato Jurgen Melzer,199 ATP, in 2 ore e 15 minuti con lo score di 3-6 7-6(2) 6-3, si è fatto fermare dalla testa di serie numero 1 del tabellone cadetto, l’ucraino Stakhovsky, 107 ATP, che lo ha eliminato col punteggio di 3-6 7-6(3) 6-4  dopo 2 ore e 18 minuti di partita.

Passando al settore femminile,è stato segnato innanzitutto dalla brutta notizia arrivata in settimana dell’ennesimo intervento al ginocchio destro al quale la sfortunatissima Karin Knapp si è sottoposta: la speranza di tutto il tennis italiano è che questa operazione sia l’ultima e che la ventinovenne altoatesina possa finalmente tornare a divertirsi in campo. Le cattive condizioni fisiche, in verità, caratterizzano sfortunatamente tutte le nostre top 100 in queste settimane, condizionandole nel rendimento o impedendo loro di scendere in campo. Camila Giorgi, ritiratasi la scorsa settimana per la prima volta in carriera a Doha per il riacutizzarsi di un problema alla schiena che già le aveva sconsigliato di partecipare al torneo di San Pietroburgo, non ha preso parte alle quali di Dubai e rientrerà per i Premier Mandatory di Indian Wells e Miami. Sara Errani, invece, fermatasi dopo il risentimento all’adduttore destro accusato a Forlì nell’incontro di Fed Cup contro la Hantuchova, ha dovuto rinunciare alla difesa del titolo di Dubai e, non potendo difendere i 470 punti conquistati, è finita quasi fuori dalle prime 100 al mondo.

Tra le tenniste azzurre è scesa in campo la sola Roberta Vinci, peraltro neanche lei al meglio fisicamente (dopo la sua sconfitta è tornata in Italia a farsi curare l’ormai costante problema al tendine) e lo ha fatto nel ricchissimo (2.666.000$ di montepremi) Premier 5 di Dubai. Alla prima gara da 34enne (Roberta ha festeggiato il compleanno il 18 febbraio), la nostra numero 1 ha affrontato negli Emirati Arabi Krystina Pliskova, tennista mancina al 55° posto del ranking WTA e sorella gemella della più famosa e brava Karolina, finalista agli ultimi US Open. La miglior classifica e l’unico precedente a favore di Roberta, molto datato (sulla terra rossa di Praga nel 2008), non sono bastati alla Vinci per avere la meglio sulla ventiquattrenne avversaria ed è purtroppo arrivata la terza eliminazione al primo turno negli ultimi quattro tornei per lei. Un vero peccato perchè la tarantina, pur non giocando al meglio, sul 6-3 5-4 in suo favore è andata a servire per il match, prima di calare e subire la contestuale ritrovata vena al servizio della Pliskova, che, una volta portato il match al terzo set, non ha concesso più una palla break, sfruttando l’unico break concesso dalla Vinci nel sesto gioco, per poi vincere dopo 1 ora e 54 minuti col punteggio di 3-6  7-5 6-3.

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