ATP Acapulco: Kyrgios fa la voce grossa, spazzato via Nole

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ATP Acapulco: Kyrgios fa la voce grossa, spazzato via Nole

L’australiano sommerge di ace il n.2 del mondo: prestazione spettacolare. Nadal balbetta col Nishi sbagliato, Thiem troppo brutto per essere vero. Cilic avanti senza giocare

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FORTUNELLO MARIN – Il primo quarto di finale non va in scena. La caviglia di Steve Johnson, già malconcia contro Escobedo, gli impedisce di giocarsi le sue chance contro il bombardiere Marin Cilic. Per il n.26 del mondo si tratta del primo ritiro pre-match (due quelli a partita in corso, l’ultimo datato US Open 2014 contro Ito), mentre il croato – terza testa di serie – beneficia del primo walkover in carriera e si siede in poltrona per assistere alla sfida che decreterà il suo avversario in semifinale.

L’ALTRO NISHI SPAVENTA RAFA – Leggermente in anticipo rispetto al previsto scendono in campo Rafa Nadal e il qualificato Yoshihito Nishioka (n.87): sul centrale si è infatti disputato l’incontro di doppio vinto da Isner/Lopez al posto di Cilic-Johnson. La partenza del maiorchino sembra sceneggiata da Dario Argento. Il “diversamente Nishi” vola avanti prima 3-1 poi 4-2, permettendosi il lusso di chiudere il game con smorzata e recupero su smorzata. Nadal colleziona doppi falli, gocce di sudore e diritti a metà rete. Un Rafa così opaco da distrarre persino il suo avversario, che finisce per regalare il contro-break omettendo di chiamare un challenge che l’avrebbe portato sul 5-3. Nadal comunque è ancora mo-o-lto balbettante e si lascia trascinare al tie-break, epilogo che appare pericoloso alla luce del suo livello di gioco. Qui ci pensa Nishioka a dargli una mano: una veronica rivedibile e un doppio fallo aprono un parziale a senso unico. Dopo un’ora di gioco il peggio sembra passato per Rafa, che chiude il set con 20 (!) errori non forzati. Il nippon a tratti è sembrato un mini-Nishikori speculare – il classe ’95 è mancino – con ulteriori insicurezze sul lato del dritto ma buone trame di rovescio, specie quando può sfruttare la velocità di palla avversaria. Si riparte. I cronisti non possono attardarsi perché Nishi prima regala uno strettino di rovescio da applausi, poi strappa il servizio a Rafa e immediatamente glielo rende. Questo contro-break però ridesta Nadal che gioca i primi due veri game dell’incontro e piazza l’allungo che vale il 4-2. Al cambio campo parte un’inopportuna Careless Whisper, Nishioka sembra impietrito (sarà la trance agonistica). C’è ancora tempo per il primo Vamos dell’incontro a sottolineare un’ottima volée bassa e per l’ultimo break spagnolo, che fissa il punteggio sul 6-3. Bravissimo il giapponese a spingere fino all’ultima palla (lunedì sarà tra i primi 70), partita godibile. Nadal non potrà concedersi altre distrazioni contro Cilic.

ORRORE THIEM – Questo è il periodo dell’anno di Sam Querrey. Ben tre dei suoi otto titoli sono infatti giunti tra febbraio e marzo. Doveva ritenersi avvisato Dominic Thiem, vincitore dell’unico precedente di Acapulco 2016 (torneo poi vinto dall’austriaco). Il primo game è subito intenso. Querrey scampa il break, Thiem invece no e va sotto 0-3. Sam spinge prima, seconda e se ci fosse anche la terza mentre l’austriaco non riesce a trovare mezza contromisura, finendo per incartarsi anche sul proprio servizio. Tra lo stupore generale Dominic subisce un altro break e in soli 22 minuti è 6-1 Querrey. I caratteristici “box” sugli spalti faticano a popolarsi, non basta neanche la notizia del campione in carica in grossa difficoltà. Dominator non riesce a spostare il suo avversario che quando può colpire da fermo è ovviamente letale. Un minimo di reazione però c’è, quantomeno l’austriaco mantiene l’incontro on serve. Le palle break, che invece mancavano dal primo game dell’incontro, arrivano tutte assieme per Thiem nell’ottavo game complice un nastro beffardo che destabilizza Querrey. Dominic converte, 5-3. Fatta? Non oggi. Con un game tra l’incommentabile e lo sciagurato l’austriaco rimette in discussione il set. Poi, in cerca di nuovi modi per stupire se stesso, Thiem regala anche il successivo turno di servizio e manda Sam a servire per l’incontro. Querrey – che nel frattempo è sceso sotto il 50% di prime – non vuole esser da meno e va sotto 0-40, ma oggi al gioco dell’harakiri Thiem sembra imbattibile e con una rapida sequenza di servizi (chiusa da un dritto vincente) lo statunitense chiude e centra la seconda semifinale consecutiva in Messico. Partita dai contenuti modesti che conferma una volta di più le perplessità sulla programmazione dell’austriaco. Chissà se Querrey ora tiferà Nole.

NICK, UN UOMO CHIAMATO ACE –  Chiude il programma una sfida tanto attesa quanto inedita, quella tra Nick Kyrgios e Novak Djokovic. I due si incontrano per la prima volta. Tendenza a farsi nemico il pubblico (tornato nel frattempo numeroso sugli spalti) contro precisa intenzione di ingraziarselo. L’australiano parte con dieci ace in quattro game di servizio, polemichetta inspiegabile per un challenge (che gli aveva dato ragione), tweener inutile a metà scambio e un’irriverente SAB…N chiusa con una volée di rovescio notevolissima. Djokovic non si scompone e va per la sua strada: nessun ace, nessun fronzolo e sale 5-4. I due scontri di pittino innescati dall’australiano, però, li vince entrambi il serbo. Un rovescio chirurgico di Nole apre il tie-break, conclusione logica di un set equilibrato e divertente. Djokovic regala il minibreak che rompe gli indugi ma sul primo set point Kyrgios spara larga una seconda a 197 orari. Si torna a seguire i servizi e non sbaglia nessuno fino al dritto lungo di Nole che consegna il primo set a Nick: 11-9. Il serbo ha fallito due palle del set e ora deve inseguire. Il tennis totalmente privo di ritmo dell’australiano e la sua clamorosa resa a servizio impediscono al n.2 del mondo di tessere la sua tela, costringendolo a giocare su poche palle, laddove Nole avrebbe invece bisogno di colpirne diverse per entrare nello scambio. Il secondo set è esattamente speculare ma questa volta Kyrgios serve per primo, senza cedere di un millimetro nelle percentuali. Emblematica la differenza sulla velocità della seconda palla dove il serbo paga in media 30-40 km/h al suo avversario. Senza scorgere l’ombra di una palla break Djokovic si trova costretto a servire due volte per rimanere nel match. Nel primo caso gioca un game perfetto, con due lungolinea di rovescio da copertina. Nel secondo il braccio trema e l’australiano si ritrova sulla racchetta tre palle per chiudere l’incontro. Basta la prima, l’ennesimo drittone a campo semi-scoperto con Nole che non accenna neanche alla rincorsa. Prestazione monstre di Kyrgios che chiude con 25 ace, batte Djokovic al primo tentativo e va a sfidare Sam Querrey per un posto in finale. Il n.2 del mondo torna a casa con più dubbi che certezze: in diverse fasi dell’incontro ha palesato scarsa reattività e poca attitudine alla lotta contro un avversario certamente in grande giornata. Il futuro per Novak, oggi, non è più rosa di ieri.

Risultati: 

[3] M. Cilic b. S. Johnson W/O
[2] R. Nadal b. [Q] Y. Nishioka 7-6(2) 6-3
S. Querrey b. [4] D. Thiem 6-1 7-5
[6] N. Kyrgios b. [1] N. Djokovic 7-6(9) 7-5

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