Ma quale invidia? Tra le giovani c'è solo amicizia

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Ma quale invidia? Tra le giovani c’è solo amicizia

Il legame che c’è tra le promettenti tenniste del circuito WTA è alquanto insolito. Osaka e Konjuh raccontano le loro impressioni in proposito alla giornalista egiziana Reem Abulleil

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La generazione del ’97 è davvero promettente sul piano tecnico, ma la cosa che forse colpisce maggiormente è il legame di forte amicizia che c’è tra quasi tutte le giocatrici. Naomi Osaka, la diciannovenne di origini giapponesi e haitiane che risiede in Florida, è forse quella che si è distinta di più nel gruppo. Ha raggiunto il terzo turno nelle sue prime tre apparizioni nel tabellone principale degli Slam e ha giocato la sua prima finale a Tokyo lo scorso autunno. Può contare su un gioco coraggioso e potente il che crea un forte contrasto con il suo atteggiamento timido, bizzarro e pacato. “So di star lavorando su alcune cose e ho bisogno di tempo per adattarmi a questo modo di fare. Sento di aver bisogno di maturare un po’ e molte cose sono ancora delle nuove esperienze per me. Ora dovrei aspettarmi di vincere un torneo e non il singolo match. Devo imparare ad avere una visione più globale della cosa, e non di un singolo frammento, devo riflettere molto sul modo in cui andrò a giocare in futuro. Voglio diventare una giocatrice completa che sa essere molto aggressiva.” Osaka non sta apportando solo delle modifiche al suo gioco per essere più competitiva, sta anche lavorando ad un’altro suo problema, la gestione dell’ansia, e dice che ha ottenuto risultati migliori rispetto all’anno scorso. Sta cercando di farsi qualche amico e, per iniziare, si è fatta coraggio entrando in contatto con le altre giocatrici sui social media; per il momento ha iniziato a sentirsi con una coetanea, Ana Konjuh, la tennista croata che è decisamente più estroversa di lei. Penso che tutte le ragazze della mia età siano amiche tra di loro perché hanno giocato insieme a livello junior mentre io no. Quindi è come se io fosse una estranea che sta cercando di entrare nel loro mondo” ha spiegato Osaka. “Io personalmente lo trovo un po’ triste non avere amici qui perché hai modo di vedere tutte queste persone durante tutto l’anno, e restare isolati da tutti credo ti renda solitario.” Si è persino scusata quando le è stato detto di avere molti folowers su Snapchat, senza rendersi conto di quanto sia divertente il suo modo di fare sui social, e scherza sul fatto che Konjuh potrebbe considerare “strano” il fatto che Osaka la consideri un’amica. Mi capita di dire ‘Ciao‘ alle persone, ma la cosa resta molto difficile per me. Ora ho più amici, ci sono persone con le quali riesco ad avere delle conversazioni, ma credo che debba vederle di più perché al momento sono ancora nuova nel giro. Forse quando si saranno abituati a me e alle mie stranezze mi rivolgeranno la parola più spesso,” ha aggiunto.

Konjuh, ex numero 1 a livello junior che ha vinto entrambi gli Slam in Australia e agli US Open nel 2013, è quella che si trova più in alto in classifica tra le sue coetanee e ha raggiunto l’apice della sua carriera raggiungendo i quarti agli US Open lo scorso anno, battendo Radwanska lungo la strada. La diciannovenne di Dubrovnik sostiene che avere tante adolescenti come lei che scalano la classifica le ha dato una grossa mano, nonostante ammetta che la vita nel circuito può spesso mettersi in mezzo tra un’amicizia. “A livello junior era completamente differente perché uscivamo sempre insieme, non ci sentivamo vere professioniste,” ha detto Konjuh. “Ora, a questo livello, ognuno ha il suo team, ed è piuttosto grande, ci sono 3, 4 persone con te, quindi non hai davvero del tempo per rilassarti e bighellonare in giro. Comunque ho delle amiche dai tempi dei junior come Bencic, Ostapenko, Kasatkina, siamo cresciute insieme quindi è davvero fantastico averle vicino. Credo che noi ci motiviamo vicendevolmente e siamo contente l’una per l’altra.”

Ana considera il suo “essere testarda” la sua qualità migliore e lo si può dire anche solo guardando i suoi match. Lei è la terza di quattro figlie e dice di essere cresciuta in un ambiente prevalentemente dominato da donne il che ha influito sulla sua forte personalità. Ha appena iniziato a lavorare con un nuovo coach, Zeljko Krajan, capitano della nazionale croata di Davis, e spera che possa aiutarla ad aggiungere un po’ di pazienza al suo gioco. “Sono giovane quindi l’allenamento ricopre ancora una parte importante per me. Cerco di non giocare troppi tornei e di lasciarmi delle settimane tra l’uno e l’altro per allenarmi. Sono una tennista aggressiva quindi cerco di fare punti un po’ più frettolosamente di quanto dovrei. Per questo devo imparare ad essere più paziente per rimanere più tempo in campo, anche se non voglio.” Konjuh si trova ancora in quella fase dove si diverte ogni volta che visita posti nuovi e le piacerebbe partecipare a tornei dove non è mai stata prima, come Acapulco e Istanbul, sebbene il padre non glielo abbia permesso quest’anno per motivi di sicurezza.

Mentre le giovani tenniste cercano di farsi strada per raggiungere il vertice della classifica, resta il fatto che a dominare sia ancora la trentacinquenne Serena Williams. “La cosa ti fa riflettere sul fatto che comunque ti restano ancora 15 anni per giocare a tennis,” ha detto Konjuh riferendosi alla finale australiana tra Serena e la sorella trentaseienne Venus. “Io mi sono detta che forse smetterò prima perché mi piacerebbe farmi una famiglia e avere una vita dopo il tennis, quindi spero davvero di riuscire a realizzare i miei sogni prima dei 28 o 29 anni, così da poter vivere il resto della mia vita godendomi quello che ho fatto. Comunque rendendoti conto che loro hanno 35 e 36 anni, ti fa riflettere. Stiamo parlando di una finale Slam, non un piccolo torneo, e la cosa ti da motivazione per lavorare più duramente a qualsiasi età, perché tutto è possibile.” Nel mezzo della conversazione, Ana viene interrotta da Kasatkina e dalla ventiduenne tunisina Ons Jabeur, le quali hanno scambiato un paio di battute con la croata prima di andare via. “Trovo sia piacevole che andiamo tutte d’accordo e non stiamo a litigare o cose del genere,” dice Kasatkina. “È positivo perché noi siamo la prossima generazione e dovremmo essere degli esempi per i ragazzini, per i futuri campioni.” Jabeur crede che la gente si sia fatta un’impressione sbagliata dello spogliatoio femminile, non si tratta di un ambiente gelido dove sono tutte pronte a pugnalarti alle spalle. La nuova generazione sembra intenzionata a mantenere le cose ad un livello amichevole, almeno per il momento.

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