IW interviste, Pospisil: “Ora riesco a godermi il tempo sul campo”

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IW interviste, Pospisil: “Ora riesco a godermi il tempo sul campo”

Indian Wells secondo turno, interviste. [Q] V. Pospisil b. [1] A. Murray 6-4, 7-6(5). L’intervista del dopo partita a Vasek Pospisil

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Solo poche settimane fa hai giocato la finale di un torneo pro in un piccolo circolo, perdendo da un giocatore cinese poco conosciuto. Oggi hai battuto il n.1 al mondo. Come ti senti, e quanto è incredibile questo sport, con i suoi alti e bassi?
Sì – beh è una sensazione incredibile. Tutto è successo piuttosto velocemente. Sto tornando da un anno che è stato difficile per molte ragioni diverse. Negli ultimi due mesi ho davvero ritrovato la fame e la motivazione giusta per lavorare e allenarmi. Quindi sono semplicemente molto soddisfatto, sentivo che un grande risultato stava arrivando perché credo nelle mie capacità, dovevo soltanto mettere di nuovo insieme i pezzi. Ovviamente battere il n.1 è incredibile. Voglio dire, è la vittoria più grande della mia carriera e io sono nient’altro che entusiasta al momento.

Quali erano le cose che non andavano bene e che sei stato capace di correggere?
Cose personali, cose professionali. Non ho voglia di entrare nei dettagli ma è stato un anno molto fastidioso, anche fuori dal campo. Ho imparato molto su me stesso. E sotto un certo punto di vista è stato un buon anno. Mi sento un po’ più saggio, riesco a godermi meglio il tempo sul campo e a realizzare, durante le partite, quanto sono felice di competere e giocare ancora a tennis. Quindi penso che l’anno scorso corrisponda a un processo di apprendimento, e che tutti lo attraversano in una certa misura. Voglio dire: ognuno ha quel tipo di periodo nella propria vita, e il mio è stato l’anno scorso.

Qualche parola sul tuo serve and volley di oggi e sull’aggressività che hai mostrato per tutta la partita? Soprattutto nel tie-break.
Sì, è stato fondamentale. Mi dicevo, soprattutto nel tie-break: ‘Qualunque sia il punteggio, non voglio avere rimpianti’. Non volevo uscire della partita con il pensiero: ‘Perché ho giocato un punto passivo se sto lottando contro uno dei migliori giocatori da fondo della storia che, si sa, ama i punti lunghi?’. Potevo accettare di perdere il tie-break solo se avessi cercato di prendere le mie possibilità. Quindi giocare serve and volley sulla seconda di servizio e mantenere alta la concentrazione sul gioco aggressivo, anticipando, scendendo a rete, proponendo variazioni di gioco. È andato tutto bene stasera.

Lavorare con Mark (Woodforde, ndt), che vive qui, ti ha costretto a venire ad allenarti in zona. Un vantaggio per fare bene in questo torneo?
Penso che sia così. Ho trascorso la off-season qui e sono stato uno dei primi ad arrivare all’evento. Con Mark abbiamo lavorato a Mission Hills. Mark è un saggio, un allenatore saggio ed è stato un grande giocatore. Mi ha aiutato a scoprire di più sul mio gioco e su come voglio giocare. Sono molto soddisfatto dei progressi che abbiamo fatto finora, le cose stanno andando nella direzione giusta.

Quanto ti ha ispirato la partita di Mischa Zverev contro Andy agli Australian Open?
Beh, ho visto la partita e di sicuro mi ha aiutato, ma sarebbe stato lo stile di gioco che avrei scelto a prescindere da come ha giocato Mischa. Il serve and volley è solo uno dei miei punti di forza che non ho utilizzato quanto avrei potuto nel corso degli anni e vedere Mischa mi ha dato fiducia, ma onestamente, non avrei giocato in modo diverso.

Che cosa hai fatto meglio stasera? Di cosa sei più orgoglioso?
Che cosa ho fatto meglio? Direi non permettergli di entrare in un ritmo, di sentire le condizioni. Almeno, questo è quello che ho cercato di fare. Essere un po’ imprevedibile e non giocare punti lunghi. E sono orgoglioso perché, soprattutto alla fine del secondo set, non mi sono scoraggiato, ho tenuto la testa bassa e ho continuato sulla mia strada.

Traduzione di Maria Cristina Graziosi

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