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Al femminile

Caroline Garcia alla ricerca di se stessa

Seconda puntata della serie sul tennis francese, dedicata alla maggiore protagonista dei successi della sua squadra in Fed Cup 2016

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Quel match di Fed Cup alla fine si è rivelato un punto di svolta della sua recente carriera. Ancora non sono del tutto chiare le ragioni, ma ha avuto profonde conseguenze sulla squadra. La capitana, Amélie Mauresmo, nuovamente incinta, ha lasciato la conduzione della squadra a Yannick Noah, che però non potrà contare sul contributo di Garcia. Caroline infatti ha deciso di concentrare tutti i suoi sforzi sugli obiettivi individuali, lasciando perdere l’impegno con la nazionale. Potrebbe apparire una semplice scelta di programmazione, se oltre a questo non fosse arrivata anche la notizia dello scioglimento dal doppio Garcia/Mladenovic.

Ma le sorprese non sono finite: invece che dedicarsi esclusivamente al singolare, nel torneo in corso in questi giorni a Indian Wells Garcia ha sì giocato il doppio, ma lo ha fatto insieme alla Carolina della Repubblica Ceca, Pliskova. Vedremo se la coppia Caroline/Karolina avrà un futuro o se si è invece trattato solo di un evento estemporaneo. Una cosa appare però abbastanza certa: sembra che quella finale di Fed Cup abbia non solo portato alla luce contrasti sino ad allora inespressi all’interno della squadra francese, ma abbia anche fatto nascere nuovi legami di stima tra Garcia e le sue avversarie ceche, proprio a partire da Pliskova.

Ma l’aspetto forse più interessante che era emerso dalla Fed Cup è che quando Caroline poteva usufruire dei costanti consigli di Amélie Mauresmo riusciva a esprimere in pieno le sue doti: diventava effettivamente ciò che ha mostrato di poter essere. Purtroppo dopo la sua rinuncia a far parte della squadra guidata da Noah, è venuto a mancare un dato fondamentale per capire se il grande rendimento di Garcia in nazionale fosse determinato dalla possibilità di avere un dialogo continuo con un generico capitano o se invece era strettamente legato alla specifica presenza di Mauremo.
Senza contare che ci sarebbe anche una terza ipotesi: che Caroline sia quel genere di sportiva che preferisce esprimersi in un contesto di squadra invece che nella assoluta individualità che è tipica del tennis.

Proviamo a considerare le tre ipotesi, una per una. Se fosse vera l’ultima, temo che per Garcia sarebbe molto difficile cambiare la propria indole; si sa che il tennis è uno sport psicologicamente durissimo proprio perché totalmente individuale: in campo non si possono condividere con altri le proprie incertezze e insicurezze. E ogni passaggio a vuoto si paga immediatamente, non avendo compagni ai quali appoggiarsi.

Seconda ipotesi: se invece dipendesse dal fatto di poter avere costanti consigli tecnici come è previsto dal regolamento della Fed Cup, indipendentemente da chi sia il capitano, allora credo ci siano maggiori speranze. Si tratterebbe di provare a mantenere più saldo il proprio indirizzo tattico, e magari imparare a comunicare con il coach in tribuna in modo più efficace. A scanso di equivoci: sì, in teoria il regolamento non lo permetterebbe, ma sappiamo anche che quasi tutti i giocatori si rivolgono al proprio angolo per ricevere qualche “dritta”.

In questo caso ci sarebbe anche da chiedersi se l’allenatore di Caroline, che è suo padre, sia la persona giusta per lei. Al momento non ne sono sicuro, però non credo nemmeno si possa generalizzare in negativo la figura dei genitori-allenatori. Ci sono stati padri i quali, pur non essendo di formazione tecnici di tennis, hanno avuto un ruolo molto importante e vincente per le proprie figlie: senza andare troppo lontano, in Francia Marion Bartoli è arrivata a conquistare Wimbledon con il papà come coach; ma Wimbledon lo hanno vinto anche altre tenniste che hanno avuto, almeno nei primi anni, il padre come figura di riferimento, come Venus e Serena Williams.

Ammetto però che mi piacerebbe avere la controprova definitiva, legata alla terza ipotesi: vedere Garcia seguita a tempo pieno da Mauresmo. In fondo sarebbe come chiudere un cerchio: l’ex allenatrice di Andy Murray che prova a fare sì che il tweet di Andy diventi davvero realtà.
Dunque Caroline numero uno del mondo? Difficile dire fin dove potrebbe arrivare la Garcia in versione Fed Cup; anche perché le vittorie, il ranking, dipendono da molti fattori: dalle avversarie, dalla salute, da una costanza di rendimento che è ancora tutta da raggiungere. Piuttosto, senza ragionare così in grande, al momento penso che il passo decisivo per lei sia riuscire a trovare una precisa identità quando scende in campo; conquistando il giusto equilibrio che le permetta di esprimere in pieno i suoi mezzi tecnici e il suo carattere. A quel punto, tutto il resto arriverebbe di conseguenza.

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