ATP IW: Federer non tradisce e va da Nadal

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ATP IW: Federer non tradisce e va da Nadal

Federer batte Johnson con due tie-break, Nadal supera Verdasco: a due mesi dalla finale di Melbourne, un nuovo capitolo. Comodo successo di Nishikori su Muller. Donald Young elimina Pouille

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[9] R. Federer b. [24] S. Johnson 7-6(3) 7-6(4) (dal nostro inviato a Indian Wells, Vanni Gibertini)

L’ultimo ostacolo tra il microcosmo tennistico ed il Fedal XXXVI si chiamava Steve Johnson, il quale essendo cresciuto tennisticamente non lontano da qui, sui campi della University of South California a Los Angeles, forse non era troppo contento di essere considerato come il potenziale killer di ‘Bambi’ proprio in casa sua. Ha giocato bene, ha servito in maniera esemplare contro una delle migliore risposte del… West, ma alla fine ha dovuto capitolare contro un Federer che ha messo tutta l’attenzione del mondo nei due tie-break (nonostante due errori nel secondo “jeu decisif” che lui stesso ha definito piuttosto gravi) ed ha chiuso l’impegno evitando le insidie del terzo set. Partita dall’andatura spaventosamente rapida, almeno nel primo set: 40 minuti per i primo 12 giochi, tutti chiusi senza palle break, e nei quali entrambi i protagonisti hanno ceduto solamente 9 punti nei propri turni di battuta. ‘Stevie’ Johnson ha retto meglio del previsto da fondocampo (quando si riusciva ad andare oltre il servizio e risposta, ovviamente), mantenendo una grande profondità sia con il dirittone sia con il rovescio tagliato trovando la palla con discreta frequenza anche sui passanti. Il tempo per qualche colpo da cartolina di Federer (uno smash in arretramento laterale ed un passante di rovescio al volo) che si arriva al tie-break, dove lo svizzero difende con autorità la battuta, prende la rete chiudendo una volée di rovescio sul 2-2 per il primo minibreak e poi si allunga fino al 7-3 finale siglato da un lob di rovescio in corridoio di Johnson.

Il primo game del secondo set porta le uniche palle break del match – sono quattro, e Federer, come da tradizione, non le sfrutta. Il servizio di Johnson da quel momento in poi diventa un iradiddio, tanto da costringere lo svizzero a cambiare la posizione in campo nella ribattuta per mischiare un po’ le carte, ma non si sfugge da un secondo tie-break, nel quale Roger sbaglia sì una volée in allungo non semplice ed un diritto invece molto più semplice, ma sfodera anche due ace ed un servizio vincente, riuscendo a controllare due violente prime di servizio di Johnson (che nel set ha ottenuto il 76% quando ha messo la prima) per chiudere il match dopo 1 ora e 35 minuti. La partita che tutto il mondo voleva (tranne Verdasco e Johnson) dunque ci sarà, ed andrà in campo alle ore 17 locali, la stessa ora alla quale inizia la cerimonia degli Oscar. Nulla di più adatto.

[5] R. Nadal b. [26] F. Verdasco 6-3 7-5 (dal nostro inviato a Indian Wells, Vanni Gibertini)

Il primo atto della grande giornata di tennis al BNP Paribas Open si chiude con la prevista vittoria di Rafael Nadal sul connazionale Verdasco per completare la prima metà dell’ottavo da sogno che tutto il torneo sogna. Nonostante le battaglie di cinque set giocate dai due in Australia (nel 2009 e 2016) e la storica vittoria di Fernando in terra (blu) di Spagna a Madrid nel 2012, il match ha visto Nadal tenere per gran parte del tempo il controllo del punteggio, se non proprio degli scambi, fatto salvo un pericoloso sbandamento a metà del secondo parziale che avrebbe potuto complicare terribilmente le cose. La giornata leggermente meno calda delle due precedenti, accompagnata anche da una brezza che non aveva fatto la sua comparsa nei primi giorni della settimana, ha reso il match meno fisico di quanto l’orario d’inizio delle 12.45 potesse far pensare. Anche perché da domenica scorsa in California è in vigore l’ora legale quindi le temperature mattutine sono meno brutali di quanto non accadesse nella prima settimana di gare. Chiamare le prime schermaglie del match “game di studio” è probabilmente eccessivo, visto che i due più forti mancini spagnoli nel circuito (Feliciano permettendo) si conoscono a memoria, per cui li chiameremo “game di ripasso”. Nei “game di ripasso” Verdasco punge con la battuta per scardinare la posizione molto arretrata in risposta di Nadal mentre il maiorchino cerca di evitare con cura il diritto di Fernando, mortifero come al solito.

Il primo set gira sull’ottavo game, ceduto a zero sul proprio servizio da Verdasco, che sembra lanciare Nadal verso una vittoria quasi di routine, perché dopo il 6-3 del primo set arriva un altro break sull’1-1 nel secondo, quando in un turno di battuta in cui Fernando si trova sempre in testa, due gratuiti di rovescio ed un doppio fallo combinano la frittata che sembra definitiva. “Lì poi ho giocato i peggiori due game della partita” sottolinea Nadal, che ha ancora marchiati a fuoco nella memoria gli otto punti consecutivi ceduti dal 2-1 in suo favore: un doppio fallo, due gratuiti da fondo, quattro risposte sbagliate. Da quel momento il maiorchino è certamente meno preciso negli affondi, mette fuori colpi che normalmente non mancherebbe e permette ad un Verdasco anche lui piuttosto falloso di rimanere in gara. La prima palla break annullata del match arriva sul 4-4 del secondo, una velenosissima curva esterna di Fernando che manda Nadal a rispondere dai quelli che nella NBA vengono definiti i “posti da 1000”, ma qui ad Indian Wells costano “solo” poco più di 300 dollari. Il primo a crollare sotto pressione è, come era lecito attendesti, Verdasco, che sul 5-5 cede un servizio da 40-15 (chiudendo con il secondo doppio fallo del game) e manda il suo connazionale all’appuntamento con il “Fedal XXXVI”. Sperando che il suo eterno rivale lo raggiunga tra poco (o forse no…).

[4] K. Nishikori b. [25] G. Muller 6-2 6-2 (Giacomo Capra)

Vola agli ottavi di finale Kei Nishikori, vittorioso nella sfida contro Gilles Muller. Il lussemburghese, che pure sta vivendo a 33 anni il momento migliore della sua carriera con il recente best ranking al numero 27 ATP e il primo torneo vinto a inizio stagione a Sydney, non è riuscito in nessun modo a mettere in difficoltà il numero 5 del mondo. Tre i precedenti, tutti ad appannaggio del giapponese. Il primo game, tenuto a zero da Muller con due ace, sembra essere il preludio di un set equilibrato. L’impressione si rivela sbagliata, in quanto il giapponese dominerà in lungo e in largo il parziale brekkando per due volte consecutive l’avversario e chiudendo 6-2. Il secondo set si apre sulla falsa riga del primo, con Gilles che non riesce a ottenere punti se non con l’ausilio della prima di servizio e Kei che piazza il break alla terza opportunità grazie ad un gran rovescio sulla riga. Dal 2-1 avanti il giapponese rallenta un po’ i ritmi arrivando anche a concedere sul 3-2 una palla del controbreak a Muller. Nell’occasione però il lussemburghese tira un dritto lungolinea largo di poco. Rimarrà l’unica opportunità da lui avuta per entrare davvero in partita, dato che nel game successivo cederà la battuta ai vantaggi con un doppio fallo e manderà il nipponico a servire per il match. Kei non avrà problemi a chiudere portandosi a casa il match con un duplice 6-2. Un Nishikori solidissimo è riuscito a mettere in evidenza tutte i punti deboli del suo avversario, facendolo colpire da fermo il meno possibile e aggredendolo ottimamente sulla seconda di servizio. Trova agli ottavi l’americano Donald Young.

D. Young b. [14] L. Pouille b. 6-4, 1-6, 6-3 (Milena Ferrante)

Lucas Pouille, il ventitreenne francese premiato l’anno scorso dall’ATP come giocatore autore dei migliori progressi, prova a farsi perdonare la débâcle dell’Open d’Australia (sconfitta al primo turno). Qui riparte dal n. 14 del seeding, con Donald Young, sfavorito, a inseguire, oltre 40 posizioni sotto nella classifica ATP. Il francese si riscalda optando per un’attitudine attendista, mentre cerca di aggiustare l’uno-due dritto e servizio. Le velleità di Young di condurre le danze, anche con ottime discese a rete, sembrano in parte frenate dalla sua discontinuità. Peccato che Pouille sia altalenante al servizio, dimostri limiti tattici e un rovescio slice non proprio centrato, e sia infine trafitto da un passante di dritto, andando sotto 4-5 nel primo set, che finisce per cedere 6-4. Young prosegue all’arrembaggio ma arriva l’inevitabile impasse di concentrazione. L’americano si disunisce, non riuscendo a tenere il ritmo del primo set e Pouille riprende a macinare gioco quel tanto che basta, chiudendo 6-1 con un ace. Ma non convince. E, nel terzo set, continua a incocciare il suo rovescio baldanzoso ma traballante, contro il dritto mancino di Young. L’americano ringrazia, portandosi 5-0 nel terzo set: ora è lui a recitare la parte del protagonista, giostrando con dritto e rovescio come li avesse avuti in dote dagli dei. La cecità tattica di Pouille del resto è quasi biblica e il francese sembra incapace di immaginare il cambiamento. Sull’orlo del baratro annulla 6 match point, risalendo da 5-0 ma è un fuoco di paglia velleitario. Young chiude 6-3 e si regala Nishikori al prossimo turno.

M. Jaziri  b. [WC] T. Fritz 6-4 3-6 6-3 (Andrea Ciocci)

Non supera la prova del nove, il giovane californiano Taylor Fritz, affossato dalle aspettative generate dalla sua prima vittoria contro un top 10, ai danni di Marin Cilic nel turno precedente. L’enfant du pays, attualmente 12esimo nella Race to Milan (la classifica riservata alla Next Gen), perde di misura contro il tunisino Jaziri, in una partita nervosa caratterizzata da più errori che vincenti. Da subito Fritz non riesce a imporre il suo power tennis. Sorprende, infatti, la facilità con cui Jaziri risponde con gli interessi alla prima del californiano. Sarà la tensione di riconfermarsi, fatto sta che è Taylor a trovarsi sotto 3-5 in una frazione che registra già 3 break. A poco servono i bei drittoni del 19enne, anche nella variante inside-in: le statistiche registrano per lui un preoccupante -8 nel saldo fra vincenti ed errori non forzati. Per contro, il braccio del tunisino non trema e il primo set si chiude sul 6-4 in suo favore. Nel secondo parziale, Fritz pare aver metabolizzato lo scalpo di Cilic e preme sull’acceleratore. Servizi e dritti al fulmicotone per l’americano, che vola sul 3-0 in un niente. Sul 4-2 annulla 3 palle break grazie ad altrettante prime monstre. Una doccia fredda sulle velleità di rimonta del tunisino che lascia allo spilungone di Palos Verdes la seconda frazione: 6-3 per lui. Da notare il crollo di vincenti  (solo 2) per Jaziri in questa frazione. Ma il set decisivo vede di nuovo il tunisino sugli scudi. Riuscendo a imbrigliare Fritz sulla diagonale rovescia, ne provoca l’errore. Il break arriva sul 3-2, quando l’americano pensa bene di capitolare da 30-0. E’ la resa. Gli ultimi tre giochi sembrano un copione già scritto, con un unhappy ending per il pubblico pagante: 6-3 per Jaziri, che affronterà il vincente di Sock-Dimitrov.

Risultati:

[4] K. Nishikori b. [25] G. Muller 6-2 6-2
D. Young b. [14] L. Pouille 6-4 1-6 6-3
[5] R. Nadal b. [26] F. Verdasco 6-3 7-5
M. Jaziri b. [WC] T. Fritz 6-4 3-6 6-3
[15] N. Kyrgios b. [18] A. Zverev 6-3 6-4
[9] R. Federer b. [24] S. Johnson 7-6(3) 7-6(4)
[17] J. Sock b. [12] G. Dimitrov 3-6 6-3 7-6(7)
[2] N. Djokovic b. [31] J.M. del Potro 7-5 4-6 6-1

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