IW interviste, Kyrgios: "Vorrei giocare ogni punto come Nadal"

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IW interviste, Kyrgios: “Vorrei giocare ogni punto come Nadal”

Indian Wells interviste, terzo turno. [15] N. Kyrgios b. [18] A. Zverev 6-4 6-3. L’intervista del dopo partita a Nick Kyrgios

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Oggi faceva piuttosto caldo ma tu l’hai fatto sembrare facile. Non hai neanche fronteggiato palle break.
Sì, però non penso di aver servito così bene. Non ho servito al meglio quindi credo semplicemente di aver lottato bene. È stata comunque una partita tosta. Faceva caldo ma non era una temperatura rovente, penso che la cosa si adatti al mio stile di gioco. La palla rimbalza di più in uscita dal mio dritto.

Ti sei mai sentito in difficoltà? È sembrato che tu avessi il controllo per tutto il match.
Sì, non penso di essermi sentito minacciato da lui. Ma sapevo che sarebbe stato in grado di produrre dei grandi colpi in ogni momento. È un gran giocatore.

Su questo match erano state messe molte aspettative dai media e dai fan. Tu come giocatore avevi percepito la cosa? O si tratta di cose che creiamo noi?
Beh, io non mi soffermo a pensare se questo sia o no un grande match. Penso che nella mia breve carriera fino ad ora ho già giocato dei grandi match, quindi sono abituato ad avere questo genere di aspettative. Lui è giovane e avrà una grande carriera, ci affronteremo ancora molte volte in futuro. Questo lo so, ma non vado a giocare pensando di dover vincere per forza. Non mi metto addosso altra stupida pressione. Sono solo umano. Se faccio un errore, faccio un errore. Ero consapevole che si trattava di un grosso match, ma non ci ho aggiunto pressione io.

È stato divertente giocare il match?
Sì, io mi sono divertito. Ci sono stati momenti in cui abbiamo fatto dei grandi colpi. Anche il pubblico si è divertito. Penso che in certi momenti entrambi siamo stati un po’ nervosi, con tutta la pressione che c’era era comprensibile. In sostanza è stato un buon match. Lui mi batterà una marea di volte nella sua carriera, e penso che anche io lo batterò. È così che andrà.

Prossimo turno avrai Djokovic. Tu hai battuto Roger, Rafa e Nole. Chi è stato il più difficile dei tre?
È difficile, non trovi? Insomma, la prima volta che ho affrontato Rafa era sull’erba e quella è decisamente la sua superficie meno preferita. Ho giocato con Federer sulla terra, la sua superficie meno preferita. Comunque è dura dirlo, sono tutti grandi campioni. Non lo so. Oh Gesù, non voglio darti una risposta perché so che domani scoppierà un caos per quello che andrò a dire. Sono stati tutti difficili da battere. Tra tutte e tre le vittorie quella che mi è piaciuta di più è stata quella su Roger.

Allora parliamo in questi termini. Se tu potessi prendere un aspetto del loro gioco, cosa vorresti imparare da loro?
Mi piacerebbe chiedere a Rafa come riesce a giocare ogni punto come se in gioco ci fosse la sua vita. Ritengo che sia una delle cose su cui tutti sorvolano. Lui è così bravo in campo che tu non riesci ad apprezzare il modo meticoloso con il quale gioca ogni punto. Sia sul 40 pari che sul 40-0. Penso che sia questa la cosa più incredibile del suo gioco. Qualcosa che io non ho.

In campo fai sempre tanto spettacolo con i tuoi colpi. Ti consideri un atleta artista?
Onestamente no. Quello che facciamo noi è solo una piccola parte delle cose che succedono nel mondo. Noi colpiamo solo una pallina oltre una rete. Non ho intenzione di considerarci artisti, o persone speciali, sai. Noi giochiamo e basta.

Lleyton Hewitt è sulla tua lista dei potenziali allenatori?
No, ma lui mi aiuta ogni volta che ne ho bisogno. Lui aiuta tutti i giocatori australiani e c’era proprio bisogno di un ragazzo del genere. Tutti quanti lo amano, anche se – ad esempio Sam Groth – gli chiede solo di fare due colpi, lui è quel tipo di persona sulla quale possiamo contare. Non gli chiederei mai di farmi da coach. Ha una famiglia, ha avuto una grande carriera. Non gli chiederei mai di viaggiare e lavorare con me. Tra me e Lleyton c’è una buonissima relazione, siamo dei grandi compagni.

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