IW, Wawrinka: "Il rovescio di Nole o Murray? Tengo il mio"

Interviste

IW, Wawrinka: “Il rovescio di Nole o Murray? Tengo il mio”

Indian Wells quarti di finale: [3] S. Wawrinka b. [8] D. Thiem 6-4 4-6 7-6(2). L’intervista del dopo partita a Stan Wawrinka

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Come ti sei sentito a superare questo ostacolo? È stata dura ma ce l’hai fatta.
Sì, certo. Sono davvero contento. Di nuovo al tie-break. Il livello oggi è stato molto alto. Sono contento di come ho giocato e del fatto che ho trovato il modo di vincere. Thiem è un giocatore molto difficile da affrontare. E’ fortissimo. Abbiamo entrambi giocato bene oggi e tutto si è deciso su uno, due punti. Nel tie-break ho servito molto bene. Ero molto concentrato a non concedergli nulla. Davvero una grande vittoria per me.

Una domanda rivoltati tante volte in passato. Se ti chiamassi Roger questa sala stampa sarebbe strapiena, con giornalisti, mezzi di comunicazione ecc. Tu hai avuto una carriera fantastica condita di successi con Slam vinti in anni recenti. Parlaci della tua crescita nel corso degli anni, di come hai lavorato partendo dal presupposto che eri l’altro svizzero.
Come ho più volte detto, io guardo al lato positivo delle situazioni. Crescere per anni dietro Roger è stato grandioso per me. Il migliore di sempre, il numero 1. Ho condiviso con lui momenti stupendi in Davis ed alle Olimpiadi. Mi sono allenato tanto con lui. Mi ha aiutato ad essere il giocatore che sono ora. A me non importa se ora questa stanza sia piena o meno. Che giochi sul Campo 1 o 2, alla fine della giornata io sono contento di ciò che faccio. Sono orgoglioso della mia carriera. Ho vinto 3 slam negli ultimi 3 anni. È più di ciò che mi attendevo. Ora qui sono in semifinale. Tutto ciò che desidero è vincere tornei ed è quello che provo a fare. Se voglio giocare sul Centrale, devo vincere partite, così come se desidero giocare davanti ad una grande folla. Se voglio che questa stanza sia piena devo vincere il torneo. Per me però non è la cosa più importante. Ciò che conta davvero è che mi diverta a fare quello che faccio. E io mi diverto molto.

Hai parlato di sicurezza ed esperienza. Hai dichiarato che prima della finale dell’US Open eri molto nervoso. Era dovuto all’importanza del momento, oppure ti senti così anche prima di altri incontri?
Mi è successo tante volte. Noi atleti siamo tutti nervosi. Gestiamo in maniera diversa la tensione, la pressione; ma quei momenti di tensione in cui non ti senti bene fisicamente li hanno tutti. Quindi, devi accettarli e gestirli. È fondamentale accettarli. Se lo fai, poi riesci a gestirli e a stare bene. È quello che ho fatto all’US Open. Ho iniziato a concentrarmi sulla partita e su quello che facevo. Ero in finale dell’US Open, un Grande Slam. Vuol dire che stavo giocando bene. Così, se gioco bene, mi concentro su ciò che devo fare per battere un determinato giocatore, all’improvviso tutte le cattive sensazioni e lo stress spariscono.

Hai un rovescio splendido. Il migliore di tutti secondo molti. Come lo hai sviluppato? Se potessi cominciare da capo manterresti il rovescio ad una mano, oppure preferiresti un rovescio a due mani tipo Murray o Djokovic?
Sono soddisfatto del mio rovescio. Anche loro hanno sicuramente rovesci a due mani incredibili. Niente da dire. È una meraviglia come lo giocano. A me piace il mio. È uno dei miei colpi preferiti. Sono stato fortunato che il mio primo allenatore per oltre dieci anni, sino ai 25 ed alla top 10 ed alle prime vittorie, Dimitri Zavialoff, mi abbia consigliato di modificare il rovescio da due ad una mano quando avevo 11 anni perché mi veniva più naturale. A quell’età è difficile cambiare perché con un rovescio ad una mano quando hai 11, 12 o 13 anni, non hai forza sufficiente e, quindi, vinci pochi punti ed è brutto. Devi saperlo accettare e ci vuole molto tempo.

Traduzione di Roberto Ferri

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