Kyrgios-Federer, prove generali di staffetta?

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Kyrgios-Federer, prove generali di staffetta?

Indian Wells chiama Federer e Kyrgios all’esame più duro. Continuerà la favola magica di Federer oppure Kyrgios troverà la consacrazione? (SKY ore 20)

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Se si volesse argomentare che un ‘periodo di riflessione’ lontano dall’attività agonistica potrebbe essere salutare per un tennista professionista, certo si potrebbe portare ad esempio il Roger Federer ed il Nick Kyrgios che stiamo vedendo in questo inizio di stagione 2017, e soprattutto in questo BNP Paribas Open. Messo K.O. dall’infortunio al ginocchio per tutta la seconda parte della stagione, Federer ha svolto una meticolosa preparazione tecnica e fisica nel suo eremo invernale di Dubai e si è presentato ai nastri di partenza della nuova stagione con rinnovato vigore ed entusiasmo, sorprendendo il mondo (ed anche se stesso) agli Australian Open. Similarmente Nick Kyrgios, squalificato con la condizionale per tre mesi a causa dello scarso impegno profuso nel match contro Misha Zverev al Masters 1000 di Shanghai,  anche non sembrava aver “svoltato l’angolo” durante i tornei australiani, nei quali fu ferocemente criticato dalla stampa locale in particolar modo dopo la sconfitta patita a Melbourne contro Seppi, da quando ha ripreso a viaggiare con la sua compagna Ajla Tomljanovic sembra aver trovato la tranquillità che gli permette di esprimere il miglior tennis. “Vederla tornare in campo ad Acapulco e vincere la sua prima partita in non so nemmeno quanti mesi mi ha aiutato – ha detto l’australiano prima dell’inizio del torneo – da un certo punto di vista ha tolto la pressione dalle mie spalle, mi ha permesso di giocare più libero e di divertirmi sul campo. Vederla felice è stato fondamentale per me, è molto importante sapere che è di nuovo in campo”.

Quello stesso Nick Kyrgios che meno di due mesi fa era andato in autodistruzione contro il nostro Seppi ha fatto vedere che bisognerà fare i conti anche con lui in questo torneo quando ci sarà da decidere il vincitore. Contro Alexander Zverev, nel match del futuro, ha brillantemente tenuto il confronto sulla diagonale di rovescio e soprattutto ha difeso la battuta come facevano i grandi servitori del passato: 64% di prime con l’84% di realizzazione e nessuna palla break concessa. Ventiquattrore dopo, contro colui che solo 10 mesi fa era considerato il dominatore assoluto del circuito ed una delle migliori ribattute di tutti i tempi, una replica quasi con carta carbone: 61% di prime, 86% di realizzazione ed ancora 0 palle break concesse. Nel match con Djokovic la novità ancora più sorprendente mostrata dall’australiano è stata una sbalorditiva disciplina tattica accompagnata all’inusuale tranquillità con la quale ha accettato i purtroppo numerosi errori dei giudici di linea. Ha cercato di mantenere lo scambio piuttosto lento e centrale, per evitare di innescare la macchina del “corri e tira” di Djokovic, per poi trovare soluzioni improvvise, vuoi con accelerazioni di diritto fenomenali, vuoi con palle corte improbabili.

Alla vigilia del suo match con Roger Federer, una sorta di prova di maturità per chi vuole dimostrare di appartenere al club dei grandi disputando un grande torneo ad un appuntamento importante, si ha paradossalmente la sensazione che dipenda più da Nick che da Roger. Lo svizzero è molto probabile che saprà produrre un livello di tennis paragonabile a quello mostrato nelle ultime uscite, mentre questo nuovo Kyrgios è ancora troppo nuovo per sapere quale autonomia ha e quando ha bisogno di giocare una partita in tono minore per rifiatare.

L’unico precedente giocato dai due, poco meno di due anni fa a Madrid, terminò con tre tie-break e vide Kyrgios prevalere per 14-12 al gioco decisivo finale, dopo che Federer aveva avuto due match point a disposizione. “Almeno questa volta non sarà nel giorno del compleanno dei miei gemelli – ha scherzato Federer quando gli è stato chiesto del suo quarto di finale con il giovane aussie – odio perdere con match-point a favore e mancare anche il compleanno dei miei figli”. Un match talmente equilibrato da togliere significato al nome del vincitore, ma da attribuire un significato quasi da ‘passaggio di consegne’ a questa sfida inter-generazionale.  Madrid è un torneo strano, perché si gioca sulla terra ma con l’aria rarefatta dei 650 metri sul livello del mare della capitale spagnola; ma ad Indian Wells le condizioni non sono troppo dissimili, data l’aria secca e leggera del deserto e la temperatura presumibilmente elevata che ci sarà alle 12 quando si apriranno le ostilità. Nonostante Kyrgios la pensi diversamente: “La prima volta che ho giocato con Federer è stata abbastanza surreale. Gli ho strappato il servizio nel game di apertura, gridando ‘come on’ per fargli capire che avrei venduto cara la pelle. Sono successe tante cose da quella notte, e qui nel deserto di Indian Wells le condizioni saranno completamente diverse dalla terra di Madrid”. Ciò che sicuramente sarà diverso rispetto a quella sera sarà Federer, che se riuscirà a produrre un tennis simile a quello mostrato contro Nadal sicuramente proporrà a Kyrgios difficoltà che non ha ancora dovuto affrontare.

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