Una doppietta che vale "mezzo" n.1

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Una doppietta che vale “mezzo” n.1

I primi due tornei importanti del 2017 hanno rialzato l’obiettivo di Roger Federer. Quante volte chi ha centrato l’impresa è poi salito sul trono, in corsa o a fine anno? Esattamente la metà

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Roger Federer è stato chiaro: “Ora sono costretto a rivedere i miei obiettivi stagionali”. Come poteva pensare, il fuoriclasse elvetico, di mettere a segno la doppietta nei primi due tornei importanti del 2017, dopo sei mesi di pausa forzata, gli infortuni e i giganteschi dubbi dell’anno passato? Ovviamente lo sperava, lui come tanti tifosi e appassionati, ma la realtà è cosa profondamente diversa dagli auspici. Più seria e articolata. E qui nasce la grande meraviglia di mezzo mondo. La realtà ha decretato che Federer è tornato a essere, in questo momento, il giocatore riferimento del circuito. Suoi il primo Slam e il primo Masters 1000, con il conseguente netto primato nella Race stagionale. Giocoforza, il nuovo obiettivo di Roger è proprio il numero uno in classifica, non possono esserci dubbi di interpretazione sulle sue parole: risalire sul trono mondiale per la quarta volta nel lunghissimo arco della sua favolosa carriera.

Le variabili in gioco sono molteplici, nessuno può azzardare una previsione a fine marzo, quando ancora manca l’80% di tornei “pesanti” da disputare. Senza dimenticare che stiamo parlando di un giocatore che ad agosto compirà 36 anni, e per quanto giornalisti e addetti ai lavori si sprechino da anni a definire la “differenza” che Federer incarna a livello tecnico/fisico/motorio rispetto al resto della compagnia, la nuvola su cui lo svizzero sta giocando potrebbe diradarsi dall’oggi al domani.

Un occhio al passato, però, è bene darlo quando si ha a che fare con un dominio tanto netto a inizio stagione. Dall’anno di introduzione del ranking computerizzato, 1973, a oggi, la doppietta Australian Open-Indian Wells è stata realizzata sempre e solo da giocatori arrivati (prima, durante o dopo) al n° 1 in carriera. A testimonianza di quanto sia difficile, e improbabile, essendo accaduto tra l’altro solo 11 volte in 42 anni considerabili (in tre stagioni non si giocò in California o in Australia). Fulcro della nostra ricerca è certificare quante volte, fra le doppiette “Australia-Indian Wells”, il giocatore che ha sollevato i prestigiosi trofei abbia poi chiuso la stessa stagione in vetta al ranking. Ebbene, è avvenuto cinque volte, poco meno della metà. Il primo a riuscirvi fu Pete Sampras nel 1994, quindi dieci anni dopo toccò proprio a Federer, capace di ripetere l’impresa nel 2006. Da allora, soltanto Novak Djokovic ha centrato il doppio bersaglio, nelle sue annate da imbattibile, 2011 e 2015.

Sampras, Federer, Djokovic: un club piuttosto elitario…

Nelle altre sei occasioni, i vincitori dei primi due tornei importanti dell’anno hanno poi chiuso la stagione in Top 3, escludendo Newcombe nel 1975 (finì 20°). Interessante è analizzare nel dettaglio le singole annate. Nel ’93 Courier vinse entrambi i tornei da n° 1, venendo scavalcato da Sampras in aprile per poi comunque riuscire a tornare in cima ad agosto. Nel 2001 Agassi sbarcò a Melbourne da n° 6, risalendo durante la stagione e arrivando come picco alla posizione n° 2. Djokovic, anno 2008, non si schiodò dalla terza, mentre l’anno successivo Nadal iniziò l’anno al n° 1, vincendo in Australia e in California, per poi essere sopravanzato da Federer a Wimbledon.

Complessivamente, aggiungendo Courier che in vetta arrivò comunque dopo la “doppietta” ma non a fine anno, nella metà delle occasioni i vincitori di questi due tornei sono diventati numeri uno nel corso della stessa annata, indipendentemente dalla posizione di partenza. In fondo è questo il vero obiettivo di Federer (e del suo sterminato popolo di tifosi), anche se è quasi impossibile accada prima dello US Open. Nessuno può prevedere lo svizzero in vetta al ranking a fine anno, ma si può tranquillamente affermare che, qualora continuasse a giocare con questa condizione psicofisica e con simile voglia, sarebbe in piena corsa, anche in virtù dei pochissimi punti in scadenza oltre Wimbledon, del vantaggio già accumulato sugli avversari, delle pesanti cambiali che Djokovic e Murray dovranno ancora affrontare e con i grandi interrogativi che attualmente li attanagliano.

Del resto, vincere a Melbourne e in California non significa diventare automaticamente n° 1, ma la storia suggerisce quanto sia un validissimo biglietto da visita, questione esclusiva dei dominatori del circuito. Qualcosa che Federer conosce benissimo.

La nostra ricerca nella tabella sottostante (in verde le annate con la doppietta e il n° 1 a fine anno, in arancio le doppiette non seguite dal primato a fine stagione).

N.B. L’odierno torneo di Indian Wells si disputò a Tucscon, Arizona, nel 1974 e ’75, prima di migrare a Palm Springs (’76-’78), Rancho Mirage (’79-’80), La Quinta (dall’81 all’86).

Tabella Bolotta

Stefano Bolotta

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