ATP Miami: Fognini doma i suoi demoni. Quarti non impossibili

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ATP Miami: Fognini doma i suoi demoni. Quarti non impossibili

MIAMI – L’azzurro rimonta un set di svantaggio con Chardy, gestendo anche il nervosismo. In ottavi avrà Young: i quarti di finale non sono un miraggio

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da Miami, il nostro inviato

F. Fognini b. J. Chardy 3-6 6-4 6-4

Un Fognini a lieto fine quello che si è esibito domenica pomeriggio sul campo 1 di Crandon Park, davanti ad una nutrita schiera di italiani, capitanata dall’ex calciatore Christian Vieri. Contro un Chardy a tratti quasi intrattabile sulla battuta, ha dato prova di grande solidità caratteriale, ripetendo una prestazione simile a quella che ad Indian Wells gli aveva permesso di estromettere Jo Wilfried Tsonga e conquistandosi un quarto turno possibile nel Masters 1000 della Florida.

Dopo un primo set compromesso da un game sciagurato sull’1-1 che ha inaugurato una nefasta serie di 2 punti a 14, il Fabio nazionale si è aggrappato al match attendendo con pazienza quasi certosina il calo di Chardy che gli ha permesso di pareggiare il match e giocarsi tutto al terzo. Lì, mentre il livello di gioco si alzava e Chardy continuava a menare come un fabbro da fondo campo, Fognini è stato abilissimo a tenere il match in linea di galleggiamento ed approfittare di un black out di diritto da parte del francese (quattro gratuiti in sette scambi) per piazzare il break decisivo, difeso come un leone nell’ultimo game al cardiopalma.

Come detto, un momento di precoce follia di Fognini dopo nemmeno dieci minuti di partita mette Chardy al comando del match, regalandogli quel break che lo rende di fatto irraggiungibile, perché sulla sua battuta il francese è molto solido e la risposta del nostro Fabio, sempre molto aggressivo per prendere in mano lo scambio sin da  subito, trova troppo di rado la parte viola all’interno delle righe del campo. Arrivano due chance del 4-4, figlie di un doppio fallo ed uno smash non chiuso di Chardy, ma le chance evaporano così come sono venute, e l’azzurro sfoga per la prima volta la sua rabbia contro la fida e incolpevole Babolat, venendo graziato dal giudice di sedia Ali Nili forse perché l’attrezzo ha resistito alla brutale offesa.

Si intuisce che Fognini vorrebbe spaccare il mondo, invece si contiene per quanto può limitandosi a qualche piccolo gesto di stizza, nemmeno parente delle sceneggiate cui ci ha abituato. La discussione “a latere” che intrattiene con Carlos Bernardes a bordo campo forse lo aiuta a calmarsi, o forse no, tant’è che il primo set finisce nella cascina del francese per 6-3 dopo appena 36 minuti.

Le prime di servizio di Chardy iniziano a fischiare come missili (9 ace in 5 turni di battuta), ma il primo ad avere la palla break è proprio Fognini al terzo game, che però la manca mettendo in rete un passante di diritto non impossibile. Altri due diritti sbagliati lo convincono a chiedere l’intervento del fisioterapista per farsi controllare il gomito destro. Il break arriva quattro game più tardi, propiziato da uno straordinario passante incrociato di rovescio e chiuso con un perentorio diritto vincente. Dopo 1 ora e 27 si va al terzo set.

Il livello sale, Chardy prende a martellare con il diritto ma Fognini tiene meravigliosamente. A vacillare per primo è ancora una volta il francese, che sul 2-2 si inguaia sullo 0-40 a causa di tre errori gratuiti e poi si vede beffato da un rovescio di Fognini che prende il nastro e provoca il break. Il ligure si aggrappa alla battuta, va a servire per il match sul 5-4 in quello che sarà il game più bello ed emozionante del match, nel quale deve annullare 2 palle del 5-5 (con due diritti vincenti) ed al terzo match point può festeggiare con il suo manipolo di tifosi capitanato da Vieri, che nel corso degli ultimi game non ha esitato a mettersi in posa per i fotografi a bordo campo.

Fabio Fognini avanza così al quarto turno dove affronterà l’americano Donald Young, n.51 della classifica ATP, contro il quale però ha perso entrambi i precedenti incontri (a Vienna sul veloce indoor nel 2012 e lo scorso anno a Nizza sulla terra battuta).

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