Miami, un'allegra brigata all'assalto di Federer

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Miami, un’allegra brigata all’assalto di Federer

Zverev-Wawrinka e Kyrgios-Goffin: i vincitori si sfideranno, l’unico superstite affronterà (forse) Federer in semifinale. Qualcuno è in grado di fermarlo?

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Cronache ATP Miami: Zverev e Kyrgios, giganti tra i giganti

Per carità, non è sfiducia nei confronti di Bautista Agut e Berdych-Mannarino, l’insolita sfida che definirà il quartofinalista opposto – salvo sorprese – a Federer. Il giocatore ammirato contro del Potro non sembra però poter soffrire il tennis da ragioniere dello spagnolo né tantomeno i colpi pesanti, puliti ma infiacchiti dal tempo di Berdych. E Mannarino, comunque bravissimo, è più il rammarico di Lorenzi che un reale ostacolo sulla strada dell’attuale dominatore della stagione. Viene quindi naturale volgere lo sguardo un po’ più in alto nel tabellone, nella zona frequentata dai quattro che si contendono un posto nella semifinale – sempre salvo le solite sorprese – presieduta da Federer.

La copertina non può che essere di Zverev. Checché ne dicano coloro secondo i quali il tedesco dovrebbe già abbattersi sugli avversari con furia orlandesca eliminare Isner non è un mai un esercizio semplice. Un po’ di numeri: Long John ha messo in campo 80 prime su 116 tentativi (69%), 28 delle quali senza farla toccare a Zverev. Zverev ha potuto giocarsi il punto 52 volte, spesso con lo statunitense in controllo dello scambio dopo il servizio, e ha raccolto appena 13 punti che raddoppiano se sommati ai 15 vinti sulla seconda di Isner. Dulcis (ma non) in fundo la contesa si è snodata in tre tie-break, con gli ultimi due set disputati completamente on serve fino al game decisivo. È abbastanza chiaro quanto la partita si sia giocata su una manciata di 15, il che non è mai troppo facile per chi ne ha giocati in carriera infinitamente meno del suo avversario. Si aggiungano i tre match point annullati, in due momenti diversi della partita. Chi non ha ancora 20 anni avrebbe le sue attenuanti se perdesse una partita del genere, Sascha col suo ditino irriverente rivolto verso il box ha dimostrato che in quanto a carisma può già guardare a testa alta molti colleghi più grandi di lui.

Uno che in carisma difettava ma con il tempo ha trovato il banale rimedio di tirare così forte da non doversi più curare dell’avversario è Stan Wawrinka. Ha dominato un match comunque divertente contro Malek Jaziri, che dimentica di non avere la cilindrata per affrontare i cannonieri del circuito e perde la partita con assoluta coerenza. Si aggiudica qualche punto da applauso, sfoggia un tennis “à la Baghdatis” che piace ma non può scalfire i colpi pesanti e lavorati di Wawrinka, decisamente premiati dall’umido soffocante di Miami che fa schizzare alla stelle lo spin rate.

Zverev-Wawrinka sarà adesso un ottavo di finale di sicuro interesse anche perché nell’unico precedente sull’indoor di San Pietroburgo ha vinto il più giovane, e si trattava di una finale. Sarà un test per Wawrinka che dovrà accettare di incunearsi in un vicolo al cui termine (abbiamo già detto salvo sorprese?) ci sarà Federer, ed è ancora cemento, è ancora territorio di totale agio per Svizzera 1. Sarà un test anche e soprattutto per Zverev che invece è oggetto meno conosciuto per Roger, che da Sascha ha subito una sconfitta non banale sull’erba di Halle. Questo è decisamente un altro Federer, Zverev è sempre in costruzione, ma la terza sfida tra i due sarebbe parecchio interessante. E forse meno banale del Federer-Wawrinka numero 24.

C’è però un altro ottavo di finale. Se ha colpito Alex per la sua attudine alla lotta ha decisamente sorpreso la calma olimpica di Nick Kyrgios. Il miglior Karlovic della stagione ha giocato la partita ideale per far saltare i nervi del dinoccolato di Canberra, capace di commettere appena 4 (quattro!) gratuiti in tutto l’incontro, di offrire (e annullare) una sola palla break e di lasciare a Ivo la miseria di 5 punti sulla prima di servizio, scagliata sul campo con un’impressionante resa del 92%. La vera notizia è che non ci è riuscito, a parte un paio di racchette volate qui e lì. La sfida si è decisa su un doppio fallo del croato nel tie-break decisivo del terzo parziale, perfetto contrappasso del tie-break del secondo set in cui il doppio fallo dirimente era stato quello di Kyrgios. Nick è rimasto sempre incollato alla partita, pur utilizzando come valvola di sfogo un paio di colpi indefinibili a cui ci impegneremo a trovare un nome. Quando Kyrgios gioca con questa abnegazione il dubbio che viene è che in realtà la sua sia una sceneggiata, che voglia dissuadere l’attenzione dai suoi risultati perché in realtà al tennis ci tiene eccome. Il personaggio del bullo di quartiere può sembrare una boutade buona – anzi buonissima – per alimentare il chiacchiericcio degli appassionati. Lo testimonia anche il tenero siparietto di fine incontro, quando ha regalato il suo asciugamano firmato a un racchettapalle che aveva – scherzosamente – rimproverato durante l’incontro.

Nick si troverà di fronte il re dell’ottimizzazione delle risorse David Goffin. Il belga si è imposto in una sfida da appena 132 kg contro Diego Schwartzman, che ha vinto il primo parziale e dato grande battaglia nel terzo. Goffin è un fenomeno straordinario del tennis moderno, per certi versi è l’evoluzione di Gilles Simon con meno capacità di irretire l’avversario e più aggressività. Chi si limita a considerare potenza devastante e abilità sotto rete le maggiori (uniche?) rappresentazioni di tecnica tennistica dimentica colpevolmente le assolute finezze di David, uno che sfrutta ogni mezzo a sua disposizione per generare velocità e sviluppare il gioco su qualsiasi direttrice. Non sembra in grandissima condizione, lontano dai picchi che lo scorso anno l’avevano condotto in semifinale su questi campi, eppure sarà lì a cercare di tamponare l’esuberanza di Kyrgios. Inutile rimarcare che la partita si deciderà sul servizio del giocatore australiano. Con le medie tenute da Nick nelle ultime apparizioni per David sarebbe quasi impossibile fare partita pari, è necessario che la sfida offra un buon numero di scambi in cui Goffin possa stanare Kyrgios e portare l’incontro verso il suo tennis di ritmo. Lo sa bene il belga, che ad esempio contro Tsonga a Rotterdam ci era riuscito per un set prima di vedersi sovrastato dalla potenza del francese. E lo sa bene Nick che due volte nelle ultime settimane ha impedito a Djokovic di tessere la sua tela, alternando servizi imprendibili a rovesci profondi ma quasi appoggiati su cui Nole non è quasi mai riuscito a prendere in mano lo scambio. E difficilmente ci riuscirebbe David.

Esistono quindi chance di semifinale per ognuno dei quattro componenti di quest’allegra brigata ma probabilmente ce n’è uno che al momento sembra più in grado degli altri di impedire il Sunshine Double a Federer. È Nick Kyrgios. Per imprevedibilità, per coraggio, perché banalmente le velleità di battere lo svizzero al momento passano per un solido piano di difesa del servizio e l’australiano è quello che a riguardo può proporre le cose più interessanti. E poi permettete che lo si dica: la sfida mancata di Indian Wells ha lasciato davvero l’acquolina in bocca.

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