ATP Miami: l'allievo non supera il Maestro, Federer raggiunge Nadal

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ATP Miami: l’allievo non supera il Maestro, Federer raggiunge Nadal

MIAMI – A Kyrgios non basta lottare in tre tie-break. Un Federer non perfetto giocherà con Rafa per il titolo

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dal nostro inviato a Miami

[4] R. Federer b. [12] N. Kyrgios 7-6(9) 6-7(9) 7-6(5)

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Lo si capisce da tante piccole cose quando una serata non è come le altre. A Miami lo si intuisce guardando per qualche minuto la zona del valet-parking dinanzi all’ingresso VIP. Il colpo d’occhio vede le auto tedesche nettamente al comando (4 Audi, 4 Mercedes, 3 BMW ed una Porsche), seguite da quelle inglesi o presunte tali (3 Jaguar, 2 Rolls Royce e 2 Range Rover), per poi finire con due Ferrari e due Escalade. Per lo scontro generazionale tra Roger Federer e Nick Kyrgios si sono mossi in parecchi dai piani alti, e la cornice di pubblico è quella delle grandi occasioni. Ancora più straordinaria l’atmosfera, a tratti quasi da Coppa Davis sudamericana, eccessivamente severa contro Kyrgios, fischiato (anche da Mirka) mentre cambia una racchetta ed addirittura dopo un passante tweener vincente.

Come due anni fa a Madrid è finita con tre tie-break, ma questa volta è stato Federer ad avere la meglio, nonostante fosse chiaramente il più stanco dei due in dirittura d’arrivo. Lo svizzero è stato abilissimo ad aggrapparsi al servizio per tutto il secondo ed il terzo set, quando Kyrgios aveva iniziato a giocare con grande sagacia da fondocampo, variando molto colpi, velocità ed angoli. Da grande campione quale è, si è poi inventato un paio di numeri da cineteca che hanno fatto innervosire l’australiano tanto quanto è bastato per fargli saltare i nervi e commettere un doppio fallo sul 5-5 del tie break decisivo.

Federer esce meglio dei due dai blocchi: molto reattivo sulla risposta, puntuale con le gambe sui rovesci, padrone dei propri turni di battuta. Si vede annullare una palla break già al secondo game (errore di diritto), altre due nel quarto, che dura in tutto 16 punti. Ogni punto dello svizzero è un’ovazione. Poi d’un tratto un “blip” simile a quello del giorno precedente durante il secondo set: si trova 0-30 sulla sua battuta a causa di due errori, un rovescio di Kyrgios provoca il 15-40 ed una risposta dell’australiano su una seconda piuttosto morbida provoca il break. Federer sembra scosso, tiene comunque la battuta con un po’ di fatica, ma sostenuto dalla folla ottiene il controbreak grazie a una volée di rovescio sbagliata da Kyrgios ed un suo doppio fallo con una seconda tirata ad oltre 200 chilometri orari. Una racchetta rotta dopo (ignorata dal giudice di sedia Layani) si arriva al tie-break. Subito due minibreak su due errori, poi Federer commette doppio fallo sul 2-2, subito controbilanciato da uno splendido diritto vincente rispondendo ad una prima a 208 all’ora. Un altro splendido schema di diritto (questa volta la prima di Kyrgios era a 219) gli dà il set point sulla sua battuta, ma lo sciupa con un gratuito, così come il secondo set point su servizio dell’aussie. È la volta del set-point per Kyrgios sull’8-7, svanito con un rovescio in rete. Poi lo svizzero si fa cogliere fuori equilibrio in uscita dal servizio e sbaglia un altro diritto dando il 9-8 e servizio a Nick. Ma un altro capolavoro di Federer (tiene una prima a 212 con un rovescio slice e poi infila il rovescio liftato nel campo aperto) fa girare campo sul 9-9, mandando Kyrgios su tutte le furie, tanto che commette un altro doppio fallo con una seconda sopra i 200. Il rovescio successivo in corridoio dell’australiano pone fine al set dopo 1 ora e 12 minuti, 17 dei quali di tie-break.

Nel secondo parziale Federer è intoccabile alla battuta: dopo un primo turno tenuto ai vantaggi, infila una serie di 20 punti ad uno sul suo servizio. Sue le sue uniche palle break del set, sul 3-3, che Kyrgios però cancella con due prime vincenti. Lo svizzero arriva al tie-break del parziale con quattro punti in più sul cartellino (esattamente come nel primo set), scatta subito avanti 3-1 con un bellissimo schema di diritto, poi commette un errore banale e si cambia campo sul 3-3. Allunga ancora sul 5-3 attaccando con il diritto incrociato, ma poi viene riagganciato sul 5-5 grazie ad uno splendido lungolinea dalla parte destra di Kyrgios. Si va ancora una volta ai vantaggi. Primo match point per Federer sul 6-5 su cui l’elvetico risponde in rete; set point per Kyrgios sul 7-6, cancellato da un servizio-diritto di Federer; secondo match point per Roger sull’8-7 anche qui svanito per una risposta di rovescio in rete (su una seconda piùttosto lenta); secondo set point per Nick annullato bene da Federer. Poi arriva il minibreak decisivo del set, con un passante di diritto incrociato di Kyrgios che punisce una volée non sufficientemente angolata di Federer e dopo 2 ore e 13 minuti si va al terzo set.

La qualità del gioco cala, e non potrebbe essere altrimenti: anche se non c’è il sole del pomeriggio, la serata è calda e umida, il vento che aveva soffiato per tutto il pomeriggio e fino a meno di mezz’ora dall’inizio del match è quasi completamente cessato e con esso anche il leggero refrigerio che portava. Non ci sono né break né palle break nel terzo set, solo due game vanno ai vantaggi, entrambi sul servizio di Kyrgios, ma l’australiano controlla con grande autorità. Tutti aspettano il tie break decisivo, tutti vogliono la volata finale, e ci si arriva ancora una volta, con l’orologio che ha appena passato le tre ore di gioco.

Sembra il secondo set rovesciato: Kyrgios va 3-1, ma un suo rovescio sbagliato consente a Federer il riaggancio sul 3-3 (il boato che accompagna l’overrule del “falco” è difficile da descrivere). Un nuovo gratuito di Federer manda Nick a servire per il match sul 5-4, ma prima un errore di diritto, poi un nuovo doppio fallo assurdo (con la seconda a 207 all’ora) consente a Federer di servire per il suo terzo match point della serata. Una prima esterna che Kyrgios tocca appena, ed il pubblico può esultare per la vittoria del proprio beniamino e per la trentasettesima edizione di Federer-Nadal in finale.

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