ATP Marrakech: Coric salva 5 match point, è il primo trionfo

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ATP Marrakech: Coric salva 5 match point, è il primo trionfo

Pazzesca rimonta del giovane croato contro Philipp Kohlschreiber nella finale del torneo marocchino

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B. Coric b. [3] P. Kohlschreiber 5-7 7-6(3) 7-5

Domenica di Pasqua tennistica dedicata, tra l’altro, alla finale dell’edizione 2017 del Gran Prix Hassan II, unico torneo del circuito ATP a disputarsi nel continente africano. Una manifestazione di buona tradizione – tra i vincitori delle passate edizioni l’ex numero uno al mondo Juan Carlos Ferrero e Stan Wawrinka, oltre che i nostri Furlan, Gaudenzi e Bracciali – che dallo scorso anno ha trovato casa a Marrakech. Città di quasi un milione di abitanti la cui Medina, una curiosità, già dal 1985 è dichiarata patrimonio dell’umanità. Si gioca sui campi in terra battuta del Royal Tennis Club, circolo dotato di un centrale capace di ospitare fino a 3000 posti a sedere. A contendersi il titolo sono dunque la terza testa di serie del seeding e n.32 delle classifiche mondiali, il tedesco Philipp Kohlschreiber, e l’esponente della NextGen Borna Coric. Croato di Zagabria, 13 anni in meno all’anagrafe e 47 posizioni di ritardo nel ranking, qui alla seconda finale consecutiva e a caccia del primo hurrà della carriera. Sedicesima finale con sette successi all’attivo, invece, per Kohlschreiber, in vantaggio per due a zero nei confronti diretti. Precedenti datati entrambi 2016 che hanno visto prevalere il nativo di Augsburg sul veloce in Dubai e sul rosso di Montecarlo, sempre senza cedere un set. All’atto conclusivo i due protagonisti sono giunti attraverso percorsi simili. Beneficiato di un bye all’esordio, per Kohlschreiber i maggiori grattacapi sono arrivati al secondo turno e nel quarto successivo dove Chardy, prima, e Struff, poi, si sono arresi solo al terzo e decisivo parziale. Tutto facile in semifinale contro l’imprevedibile Paire. Anche per Coric, dopo un primo turno agevole, si sono rese necessarie due maratone per avere la meglio dell’idolo di casa El Amrani, in tabellone grazie ad una wild card, e Ramos. Meno complicato invece l’ostacolo Vesely, già giustiziere del nostro Lorenzi.

Si parte con Kohlschreiber al servizio. L’avvio di match non è quel che si dice un concentrato di emozioni con i due contendenti che si assicurano i rispettivi turni di battuta con encomiabile serenità. Piacevole, comunque, ogni qualvolta la battaglia si svolga sulla diagonale rovescia che vede fronteggiarsi probabilmente il colpo migliore di entrambi e l’attitudine propositiva con la quale globalmente viene interpretato l’incontro, evenienza non affatto scontata per il giovane croato, tacciato in passato di eccessivo attendismo. Nient’altro da segnalare in questa fase se non le percentuali bulgare di conversione dei punti al servizio, complice anche una giornata in risposta non particolarmente ispirata per i due finalisti. Quando il tie-break sembra ormai l’epilogo scontato, con Coric un quindici avanti nel corso del dodicesimo gioco, Kohlschreiber mette a referto due vincenti in successione di pregevole fattura con il diritto, passante e risposta, che spezzano d’incanto l’equilibrio del set. Costretto a fronteggiare le prime due palle break di giornata, che per la verità sono anche set point, Borna sparacchia malamente oltre la riga di fondo lo sventaglio di diritto che manda in archivio la prima partita, chiusa per 7 giochi a 5 dall’esperto tedesco, bravo a piazzare la zampata nel momento di massima pressione.

Alla ripresa delle ostilità Coric dimostra di non aver metabolizzato l’accaduto al punto che in un amen si trova a dover rincorrere un break di svantaggio a causa di qualche errore di troppo. Sanguinoso il parziale di cinque giochi consecutivi con il quale, dal cinque pari del primo set, Kohlschreiber scava il solco tra sé ed un avversario scorato almeno quanto nervoso. Una volée di rovescio malamente sbagliata dal tedesco, che lo avrebbe portato a giocarsi due palle per il 4 a 0 pesante, è quanto basta per rimescolare le carte in tavola di una partita virtualmente in ghiaccio. Kohlschreiber regala inspiegabilmente il contro-break nonostante tre ghiotte occasioni per farlo proprio e, senza combattere, il gioco dell’aggancio croato sul punteggio di tre pari. Qualche minuto dopo, però, Coric, a più riprese tradito da un diritto oltremisura ballerino, nel corso dell’ottavo game è ancora una volta sul cornicione ma è bravo a cancellare con un ace una palla break che tanto odora di match point. Partita che con il passare dei minuti vede scemare la qualità delle soluzioni, con errori spesso grossolani a farla da padrona. Qualche turno di servizio interlocutorio e Coric ha il compito arduo di rifugiarsi al tie-break. Indietro per due quindici, il croato sbaglia tre-diritti-tre che significano altrettanti match point (non consecutivi) che Kohlschreiber affronta in maniera sciagurata in quanto a intraprendenza e coraggio. I treni buoni per il tedesco tuttavia non sono finiti: il quarto Borna lo cancella con un serve and volley e il quinto con una solida prima di servizio. Si va dunque al jeu decisif ma non c’è storia. Kohlschreiber è in rottura prolungata e il set finisce agevolmente nelle tasche del miracolato croato, bravo a restare aggrappato al match.

Un doppio fallo chilometrico costa subito a Coric il turno di battuta che consente a Philipp di fare, ancora una volta, corsa di testa. Break confermato con i soliti patemi e allungo sul 3 a 1, con il diritto di Coric che si conferma per il teutonico più redditizio di un bancomat. Kohlschreiber tuttavia non sembra aver imparato la lezione e le brutture inenarrabili compendiate al servizio nell’ottavo game riaprono il parziale: quattro giochi pari, un dramma. Racchetta polverizzata sul mattone tritato e partita di fatto conclusa nonostante il match regali ancora una manciata di minuti, più di agonia che di speranza, per un Kohlschreiber via via sempre più incredulo. Chiamato infatti a rimandare il verdetto al tie-break nel corso del dodicesimo gioco, il tedesco si trova invece a dover fronteggiare la palla dell’incontro per il suo rinfrancato avversario. Pessima la scelta tattica a coronamento di una giornata da cancellare e recupero vincente in avanzamento per Coric che può così liberare la propria gioia. 

Per l’allievo di Ancic il primo titolo della giovane carriera è quindi in bacheca e con ogni probabilità non sarà l’ultimo. Kohlschreiber, dal canto suo, questa incredibile sconfitta se la ricorderà a lungo. 

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