Ciao Seppi e Fognini, una giornata da dimenticare (Clerici), Fognini e Seppi sono già fuori. Bilancio in rosso a Montecarlo (Semeraro), Seppi a Montecarlo si arrende a Zverev (Crivelli)

Rassegna stampa

Ciao Seppi e Fognini, una giornata da dimenticare (Clerici), Fognini e Seppi sono già fuori. Bilancio in rosso a Montecarlo (Semeraro), Seppi a Montecarlo si arrende a Zverev (Crivelli)

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Rassegna stampa a cura di Daniele Flavi

 

 

Ciao Seppi e Fognini, una giornata da dimenticare

 

Gianni Clerici, la repubblica del 18.04.2017

 

Sarà più importante, per il lettore aficionado, che i nostri due italiani non abbiano superato il primo turno del torneo di Montecarlo, l’uno, Seppi, sotterrato da un futuro campionissimo, l’altro, Fognini, come sempre ineguale a se stesso o alle nostre illusioni, solo qualche volta contraddette da avvenimenti positivi? O che Federer abbia preferito le sue montagne al mare? Comincio dai nostri, prima di parlar di Federer, tanto esclusivo che non si può più far a meno di lui, sia presente o, come a Monaco, assente volontario. Seppi, come sempre onesto tennista, è parso un involontario sparring partner per il Bambino Terribile dei nostri giorni, il tedesco, tra tre giorni ventenne, Sasha Zverev. Talmente superiore, Sasha, che non sono il solo che si sia trovato a pensare se arriverà ad uno Slam già quest’anno, o se dovremo lasciarlo crescere e attendere invece il 2018. Terminato di ammirare Zverev, ora soltanto n. 20, mi sono ritrovato sul Centrale nella speranza di ritrovare il miglior Fognini, un aspetto positivo di Giano bifronte, oggi deludente, domani entusiasmante. Si domandava, un mio vicino italiano, se Fognini abbia qualche responsabilità nel rappresentare, per gli italiani, la sublimazione contemporanea del Tennis, un giocatore quasi imbattibile come furono De Morpurgo, De Stefani, Pietrangeli o Panatta. Forse da lì, mi dicevo guardando oggi il suo “up and down”, il suo su e giù contro un volonteroso pallettaro spagnolo ( Carreno Busta ), sono nate infinite illusioni sulle sue possibilità, più immaginare che reali. Fognini, a quasi trentanni, rimane e rimarrà un tennista dotato di una creatività occasionale, forse per ragioni più psichiche che tecniche. Anche oggi è parso a tratti far del suo onesto avversario una sorta di lavagna, per scriverci le sue immaginazioni più riuscite, e per essere subito dopo vittima di istanti nerissimi, l’intera pietra priva di iscrizioni positive. Non vorrei dilungarmi nei dettagli del punteggio, il primo tie-break in cui si è cancellato da solo per zero punti a sette, né il finale di partita, in cui è stato vittima di 12 punti a 5. Non bisogna, forse, pretendere da lui quello che vorremmo nei nostri sogni, non si dovrebbe immaginarlo come il campione che manca da anni al Paese. Quanto all’assenza di Federer, la vicenda, mi è stata chiarita dall’amico Giorgio Di Palermo, consigliere dell’ATP (Associazione Tennisti Professionisti). Giorgio ha digitato sul mio computer la scritta “Rules ATP Book” e ha letto, a pagina 13, che è possibile non giocare ben 3 Tornei Master 1000 a condizione che: 1) Si abbiano più di trent’anni. 2 ) Si siano giocate più di 600 partite. 3 ) Si sia giocato tornei per più di 12 anni. Ecco perché, soddisfatte queste condizioni, dopo le vittorie sorprendenti (?) di Indian Wells e Miami, Roger dedicherà le settimane dei tornei di Montecarlo, Madrid e Roma ai quattro gemelli, alle passeggiate di Lenzerheide, alla sua Nuova Ditta Team Eight, a riposanti allenamenti che dovrebbero consentirgli di affrontare il torneo per lui più difficile, causa il fondo rosso, Roland Garros, dove ha vinto, poverino, soltanto una volta, nel 2009. Non solo a me viene in mente il precedente di Lendl, capace di saltare addirittura Roland Garros 1990, nella speranza di avere più tempo di allenarsi e così vincere Wimbledon che sempre gli era sfuggito. E che, nonostante ciò, gli sfuggì.

 

Fognini e Seppi sono già fuori. Bilancio in rosso a Montecarlo

 

Stefano Semeraro, la stampa del 18.04.2017

 

Il primo bilancio dell’Italia al Masters 1000 di Montecarlo è in rosso, e il colore dei campi purtroppo non c’entra. Un Andreas Seppi (n. 75 Atp) decisamente fané è riuscito a strappare 3 game e tenere in campo appena 1 ora e 8 minuti Sascha Zverev, il tedesco quasi ventenne (compleanno dopodomani) a cui tutti pronosticano un futuro da n. 1. Fabio Fognini, contro la sua bestia nera Pablo Carreno Busta (n.19 Atp), ha lottato decisamente di più, 2 ore e 40′, ma alla fine gli si è dovuto arrendere per la 5a volta in 5 incontri. Ha fatto vedere il tennis più bello, Fabio, che rientrava dopo l’infortunio a Miami, ma anche commesso una marea di errori gratuiti (55) e ben 7 doppi falli, fra l’altro nei momenti peggiori. Nel primo set avrebbe potuto chiudere quando si è trovato avanti 5-4 e servizio, invece si è fatto acchiappare e trascinare al tie-break, dove si è sciolto. Nel secondo pareva destinato allo stesso destino, invece è stato bravo a evadere dalla gabbia – con Carreno-Busta avanti 6-5 e 30-0- e a portare il match in parità. Nel terzo però si è inceppato malamente all’ottavo gioco, cedendo fatalmente il servizio con l’ennesimo doppio fallo. Insomma: grandi colpi, qualche siparietto con il pubblico e con il giudice di sedia, ma abbondanti rimpianti, e la seconda uscita di scena consecutiva al primo turno a Montecarlo. Lorenzi ultima speranza L’anno scorso si era arreso a Paolo Lorenzi, il n. 37 del mondo che resta ora l’ultimo brandello azzurro in tabellone: sarà in campo oggi alle 11 sul campo n. 9 (tv Sky Sport) contro lo spagnolo Marcel Granollers, n. 65 del mondo. Fra i due, zero precedenti ma a favore del più anziano Lorenzi c’è l’età: 35 anni, gli stessi di Federer.

 

Seppi a Montecarlo si arrende a Zverev

 

Riccardo Crivelli, la gazzetta dello sport del 18.04.2017

 

Alla fine, non c’è niente di angelico nel lunedì di Pasquetta delle torme di italiani che piantano il tricolore sulle tribune del Country Club, ieri più che mai l’altro torneo di casa nostra tra famiglie in gita agonistica e vocianti allievi delle scuole tennis: due terzi del nostro contingente salutano già il Principato, in attesa che il Lorenzi odierno (debutto con Granollers) salvi la patria e il tifo. Troppo Zverev, quello più giovane, per Seppi, e si sapeva; ma l’atmosfera sembrava ideale perché Fognini scacciasse finalmente la maledizione di Carreno Busta, tifosissimo dello Sporting Gjion (lì è nato) che si era imposto in tutti e quattro i precedenti. SODDISFATTO Niente: il tabù con lo spagnolo si arricchisce di una nuova pagina. Fabio può vincere il primo set quando serve sul 5-4, si incarta in troppi doppi falli (8 alla fine), gioca un tie break stellare nel secondo (tre vincenti uno più bello dell’altro dal 4-4) e nel terzo ha un lievissimo calo nel momento più sanguinante, il 4-3 per l’altro. Alla fine, in una partita giocata alla pari con il numero 19 del mondo, lo affossano i 55 errori gratuiti e la solidità di Pablito, che gioca un tennis percentuale riducendo al minimo gli sbagli e pungendo con il dritto quando riesce ad allargare il campo: «Odio perdere – dirà un Fogna comunque sereno – ma sono soddisfatto perché ho confermato quanto di buono fatto a Miami. I tanti errori? Coach Davin mi chiede di essere più aggressivo e quindi c’è un prezzo da pagare, anche se sono fiducioso per il resto della stagione». NEXT GENERATION Malgrado tutto affidiamoci ai trentenni, anche se stavolta il buon Seppi, tormentato dopo l’Australia da una litania infinita di problemi fisici, non ha un’arma che è una per contrastare il miglior fico della cesta della Next Generation, quel Sasha Zverev che tutti vorrebbero già agli ottavi a incrociare le spade con Nadal in un’affascinante sfida tra epoche, rivincita del gran match di Melbourne in gennaio. Andreas, che giocò contro i Djokovic e i Murray ventenni, lo benedice: «Mi sembra di quella stoffa, un potenziale numero uno. È già vicino al top, copre stupendamente il campo e mantiene lo stesso livello su tutte le superfici». Il tedesco con radici russe, numero 20 del mondo e al momento primo nella race verso le Finals di Milano a novembre, si porta già appresso l’alterigia del futuro sovrano: «Non male per essere la prima dell’anno sulla terra, mi sembra di essere già pronto. La sfida con Rafa? Questo era appena l’esordio, e a Montecarlo ci sono così tanti grandi giocatori…». TYSON Solo che Sasha, nell’Olimpo dei potenziali crac nati nell’anno di grazia 1996, non è più solo. Anzi, meglio tardi che mai, da Marrakech arriva il primo scossone dal più atteso di quella nidiata, il croato Coric, uno che a 18 anni batteva Nadal a Basilea e aveva idee piuttosto chiare sul suo destino: «Sono il più forte della mia generazione, presto sarò al livello di Murray e Djokovic». Al serbo, peraltro, lo accomuna un rovescio a due mani che è già una sentenza e la straordinaria capacità di non perdere mai la visione complessiva del campo……

 

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