Due o tre cose su Marketa Vondrousova - Pagina 3 di 4

Al femminile

Due o tre cose su Marketa Vondrousova

Nel torneo di Biel si è affermata una diciassettenne numero 233 del ranking. Ma ancora più dei numeri, a stupire è il suo modo di giocare a tennis

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Ecco la sequenza di match di Vondrousova nel torneo di Biel. Come si vede ha perso il set iniziale nelle prime due partite di qualificazione, mentre ha poi vinto con un percorso netto nel main draw:

Nel torneo svizzero si è misurata contro avversarie dalle caratteristiche diverse: da chi punta sulla regolarità (come Annika Beck), a una grandi battitrice che cerca il comando dello scambio (Kristyna Pliskova) sino a una giocatrice piuttosto anomala, come Barbora Strycova, che ama muoversi sulla verticale e cambiare spesso i tempi di gioco, appoggiandosi sulla palla altrui. Questa varietà di giocatrici e di situazioni ha permesso di poter osservare Vondrousova con una certa profondità. Provo a descriverla in modo sintetico, sperando di non commettere troppi errori.

– Servizio
Secondo le velocità rilevate a bordo campo, nelle prime di servizio in diverse occasioni ha superato i 180 km/h. Si tratta di ottime velocità, e lo sono ancora di più se si tiene contro che si riferiscono a una diciassettenne alta 1,72.
In più ha sfoggiato un’arma tipica dei tennisti mancini: il servizio slice. Per la verità a me è sembrata più pericolosa nello slice verso la T da destra, rispetto a quello classico da sinistra a uscire. Sotto questo aspetto assomiglia a Lucie Safarova, dotata di un servizio centrale da destra che disegna una curva molto pronunciata che “allontana” ulteriormente la palla rispetto a chi deve rispondere. Invece mi sembra che Marketa debba progredire ancora in due soluzioni: nel servizio in kick e in quello a uscire teso da destra; questo la rende abbastanza prevedibile nelle battute giocate sulla parità.
Ha mostrato di possedere una certo coraggio nello spingere la seconda, ma credo che per capire come gestisce la seconda occorra rivederla in situazioni di gioco e di punteggio meno favorevoli.

– Risposta
Così come per la seconda di servizio, a mio avviso anche la risposta va valutata nelle situazioni di maggiore stress e difficoltà psicologica. Per questo non me la sento di esprimere un giudizio definitivo. Certo Kristyna Pliskova è un bel banco di prova, e contro di lei a Biel ha risposto con buona efficacia; ma penso andrà rivista contro giocatrici che fanno ricorso al kick con frequenza (Keys, Kuznetsova, Stosur etc); da mancina parte comunque con il vantaggio di poter rispondere di dritto alle traiettorie che rimbalzano alte sul servizio da sinistra a uscire, il kick più tipico delle giocatrici destre.

– Scambi da fondo
La completezza tecnica di Vondrousova è emersa nella capacità di utilizzare non solo i colpi in top ma anche quelli in back. Il dritto coperto viaggia con estrema facilità, e Marketa lo usa con la stessa sicurezza da sinistra come dal centrodestra in versione anomala (ricordo che è mancina).
Ma anche il rovescio bimane in topspin non è che sia tanto da meno. Del rovescio slice a una mano ho già parlato, a proposito del video dell’Orange Bowl. Se a questo aggiungiamo la capacità nell’uso dei chop in funzione difensiva, si capisce come disponga di un repertorio al rimbalzo estremamente completo.

– Colpi di volo
Anche su questo aspetto non me la sento di dare una valutazione in profondità. Non sono state molte le occasioni in cui Vondrousova ha veramente testato le sue qualità nelle volèe; mentre mi pare abbia mostrato molta sicurezza negli smash. Ma anche gli smash vanno verificati in situazione di maggiore stress.

– Drop-shot e lob
Poco da dubitare in proposito: Marketa ha dato prova di una sensibilità superiore nell’esecuzione delle smorzate. Non solo le ha eseguite sia di dritto che di rovescio, ma è stata in grado di farlo da distanze molto differenti rispetto alla rete. Lo sottolineo perché molte giocatrici ricorrono al drop-shot soprattutto quando si trovano nella loro “mattonella” (come si dice nel basket), cioè in uno specifico punto di campo in cui gli automatismi sono più collaudati. Invece Vondrousova sembra proprio possedere la capacità di modulare l’esecuzione del colpo da qualsiasi zona e da qualsiasi distanza dalla rete si trovi. Una capacità innata che difficilmente si può insegnare.
Anche i lob sono stati giocati con precisione. In più ha mostrato di saper scegliere con oculatezza tra quelli lungolinea e quelli incrociati.

– Una perplessità
Dopo tutti questi apprezzamenti vorrei sottolineare un aspetto che mi lascia dubbioso, e che temo potrebbe diventare un limite ad alti livelli: la posizione in campo e la distanza dalla linea di fondo nella conduzione del palleggio.

A Biel Vondrousova ha messo in mostra un gran gioco di contenimento, grazie alla superiore tecnica, unita alla grande mobilità e rapidità nel coordinarsi. Ma contro le più forti se si tende a cedere campo si rischia di essere sopraffatte. Per questo mi auguro che in futuro riesca a rimanere più a ridosso della linea di fondo. Fra l’altro penso che questo le consentirebbe di partire da una posizione più vantaggiosa per togliere tempo all’avversaria e scendere a rete più spesso. Lo sottolineo perché forse solo Radwanska riesce a stare stabilmente in top ten praticando un tipo di tennis in cui cede campo e si allontana dalla linea di fondo. E comunque questo atteggiamento, secondo me, è una delle ragioni che non hanno ancora consentito ad Aga di vincere uno Slam.

a pagina 4: caratteristiche tattiche, fisiche, mentali e le prospettive per il futuro

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