Serena non tornerà da mamma. Maria "figliol prodiga" può tornare n.1

Editoriali del Direttore

Serena non tornerà da mamma. Maria “figliol prodiga” può tornare n.1

Un bel… colpo per Serena e il suo promesso sposo, ma un brutto colpo per la WTA già in crisi di personaggi e vere campionesse. Forse proprio solo la Sharapova può raddrizzare la barca e salvare il circuito

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Le vittorie abbastanza sofferte di Rafa Nadal, che a mia (spesso fallace) memoria mai aveva perso un set nei primi turni in questo Principato trionfalmente conquistato per 9 anni, nonché di Stan Wawrinka e di Andy Murray a Montecarlo, non hanno davvero destato lo stesso scalpore della notizia rimbalzata d’oltreoceano sulla maternità di Serena Williams. E diffusa da lei stessa, anche se poi, come chi getta il sasso nello stagno, si è affrettata a far sparire lo snapshot in cui si ritraeva con bel pancione e costumone giallo strabordante. Oddio, l’ho vista… in carne così anche in altre situazioni e non aspettava alcun erede. Ma Carnevale – non il mio vice – è finito, il 1 aprile è trascorso, il forfait di Indian Wells e la mancata iscrizione ai tornei di Madrid  e Roma erano begli indizi. Proprio qui a Montecarlo non più tardi di stamani il suo coach, nonché ex fidanzato Patrick Mouratoglou, aveva dichiarato all’amico Eric Saillot, il radiogiornalista di Radio Montecarlo Francia che “Serena si sta allenando per rientrare a Roma e Parigi”. Bluffava? Non lo sapeva? Voleva tenere il segreto che la stessa Serena ha rivelato? Poco importa. Semmai incuriosisce un poco perché Serena abbia deciso improvvisamente di cancellare la notizia che lei stessa aveva dato via social. Ma nemmeno tanto, però. Così come non è dato al momento sapere quando esattamente il bimbo – o la bimba – sarebbe stato concepito. Si presume in quasi concomitanza con l’annuncio del matrimonio con Alexis Ohanian, il confondatore di Reddit. Anche quell’annuncio giunse abbastanza a sorpresa. Fatto sta che se facciamo il conto, risalendo all’indietro, delle 20 settimane “garantite” da Serena, a fine gennaio (fu domenica 29 gennaio il giorno della finale con Venus) Serena era forse già in “ritardo” delle sue cose di un paio di mesi anche se magari non poteva avere certezze d’altro tipo.

Ed un anno e tre giorni prima Maria Sharapova non poteva immaginare che il 26 gennaio sarebbe stato il suo ultimo giorno di tennis per 15 mesi, per via di quell’antidoping “galeotto” al Meldonium. Adesso la domanda che possiamo farci è una sola, mentre Venus Williams, di un anno più grande, non sembra avere alcuna intenzione di attaccare la sua racchetta al chiodo: Serena ha giocato a Melbourne, conquistando lo Slam n.23 e distaccando finalmente Steffi Graf, il suo ultimo torneo? O riprenderà? Francamente a questo punto sarei abbastanza sorpreso se riuscisse a riprendere a giocare in gara. Intanto, avendo lei ereditato certe… misure da mamma Oracene, se anche l’erede nascesse ad agosto, non la vedo in condizione di tornare a giocare prima della fine dell’anno. Già a lei tutto quel che viene dopo l’US Open – per il quale non potrebbe essere pronta neppur volendo – non è mai interessato un fico secco. Io non riesco ad immaginarmi Serena che varcata la soglia dei 36 anni, si metta in mente di riprendere a giocare, di buttar giù i chili che avrà accumulato, di riprendere a giocar tornei fra una poppata e l’altra. Non batterà quindi mai il record dei 24 Slam di Margaret Court. Vika Azarenka torna a giocare da mamma, ma non ha 36 anni, E anche due celebri mamme campionesse a Wimbledon ’80 (Evonne Goolagong Cawley) e all’US open 2009 e 2010 (Kim Clijsters) non avevano neppure 30 anni quando tornarono a sollevare trofei Majors. E avevano un altro fisico. Insomma, credo proprio che possiamo augurare una seconda vita a Serena, celebrando la sua prima come una delle più straordinarie mai vissute da una tennista. Certamente lei è in corsa con Steffi Graf, Martina Navratilova, Margaret Smith-Court, per il simbolico titolo di GOAT, greatest of all time, e la sua storia lascerà per sempre il suo segno nel tennis anche per essere stata la più forte campionessa di colore, al pari di Althea Gibson che vinse di meno ma in maniera altrettanto leggendaria in uno sport praticato soprattutto da bianchi. Immagino che non dovremo attendere molto perché Serena ci comunichi anche la data del suo matrimonio.

Piuttosto sono curioso, a questo punto, di vedere in quali condizioni fisiche e psicologiche si presenterà Maria Sharapova dal 26 aprile in poi, a Stoccarda, e poi a Madrid e Roma. Con Serena fuorigioco – e Maria non era più riuscita a batterla dal lontano 2004 neppure quando era risalita al secondo posto del ranking WTA – e con la crisi delle migliori tenniste, con una Kerber n.1 assai poco convincente, la Pliskova che gioca bene un giorno sì e l’altro no, la Cibulkova che francamente non mi pare un fenomeno (salvo che per l’altezza e la capacità di servire come se fosse molto più alta), la Halep che è sempre mezza rotta, la Muguruza che di testa c’è e non c’è, la Radwanska che non vince più una partita quando deve vincerla, una Maria Sharapova che riuscisse a tornare al 90 per cento di quella che era nei suoi anni migliori, potrebbe anche tornare in vetta alle classifiche mondiali partendo …senza classifica.

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