Océane Dodin e la squadra francese di Federation Cup - Pagina 4 di 4

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Océane Dodin e la squadra francese di Federation Cup

Quarto e ultimo articolo della serie dedicata al tennis d’oltralpe: le prospettive della più giovane top 100 di Francia e quelle del team di Fed Cup

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Ma la rinuncia di Garcia non era l’unico problema del 2017.  Alla sconfitta era seguito l’abbandono di Amélie Mauresmo, di nuovo incinta, a cui era subentrato come capitano Yannick Noah. In febbraio Noah aveva affrontato la Svizzera, perdendo, con tre sole tenniste: Mladenovic, Cornet e Parmentier.
Garcia e Dodin infatti avevano deciso di dare forfait. A quel punto il nuovo presidente federale, Bernard Giudicelli, aveva annunciato la linea dura: chi non rispondeva alle convocazioni sarebbe stato sanzionato.

Durante il week-end contro la Svizzera, Mladenovic non le aveva mandate a dire: aveva dichiarato di essere delusissima dall’atteggiamento di molte compagne, che non sentivano l’onore di giocare per la propria nazione. Poi aveva rettificato parzialmente, dicendo che non si riferiva a Garcia, ma solo a Dodin.

Il resto è storia di questi giorni. La situazione già estremamente critica, si aggrava ulteriormente in occasione del playoff di Fed Cup dell’ultimo week-end. Garcia presenta un certificato medico, e quindi di nuovo non dà la disponibilità alla convocazione. Per tutta risposta le tre compagne Mladenovic, Parmentier e Cornet twittano in contemporanea un “LOL”, che viene interpretato come una plateale sconfessione della veridicità del certificato medico di Caroline.

Garcia difende l’autenticità dell’indisposizione, ma la rottura con le compagne appare ormai insanabile. Non solo: anche Dodin annuncia il suo forfait. Forfait e basta: nessun certificato medico o altra giustificazione che possa salvarla dalle sanzioni della Federazione. Che a questo punto, procederà contro di lei.
La Francia vince contro la Spagna (priva di Muguruza e Suarez Navarro), ma il risultato è completamente offuscato dalle polemiche. Stando così le cose, non si vede come possano essere recuperate alla causa francese Garcia e Dodin.

Quando accadono queste diatribe in cui tenniste, capitano e federazione sembrano fare a gare a chi tiene l’atteggiamento più intransigente, è impossibile per chi sta fuori ricostruire le responsabilità di ognuno. Senza pretendere di dirimere l’intricatissima questione, io sono portato a interpretarla così: a me sembra che senza la presenza di Amélie Mauresmo le cose siano precipitate. Non è detto che le sarebbe riuscito  di farle funzionare anche quest’anno, ma Amélie mi è parsa l’unica con il carisma e la ragionevolezza adatte a mantenere un clima costruttivo invece che quello distruttivo degli ultimi mesi.

Ricordo che uno dei primi atti di Mauresmo nel 2013, allora capitano fresco di nomina, era stato il recupero di Marion Bartoli per la nazionale. Poi in realtà Marion aveva preso parte a un solo incontro (infortunata in febbraio, aveva giocato in aprile contro il Kazakistan), visto che dopo la vittoria a Wimbledon si era ritirata; ma resta il fatto che la mediazione aveva portato a una ricucitura che sembrava impossibile. Un vero miracolo di diplomazia, legato, credo, alla fiducia che tutte le parti coinvolte avevano verso Amélie.

Ho provato a sintetizzare gli ultimi avvenimenti (e forse ho anche dimenticato qualcosa). Ma in realtà in quest’ultimo capitolo sulla squadra francese avrei voluto parlare d’altro. Lo farò nel modo più breve possibile. Il mio giudizio sulla Fed Cup e sul ruolo che può avere per il movimento tennistico di una nazione non è tanto legato alle vittorie o alle sconfitte nei diversi week-end. Quelle sono fondamentali soprattutto per i dirigenti di federazione.

Diverso è per le giocatrici. Tutti sappiamo quanto il tennis sia uno sport profondamente individuale, in cui ogni tennista si amministra sempre da sola, con un proprio gruppo di lavoro. A mio parere la Fed Cup può diventare importante perché la riunione periodica delle giocatrici può trasformarsi in un momento di condivisione delle culture sportive dei diversi team. Il modo di avvicinarsi al match, i metodi di allenamento, le letture tattiche delle avversarie: mettere in comune questi aspetti può aiutare alla crescita di tutte, e in particolare le più giovani.

Ma è evidente che quando le convocazioni diventano solamente un obbligo fastidioso, tutto questo non può verificarsi, e la Fed Cup si trasforma semplicemente in un problema e in una fonte di stress e di polemiche.

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