Lo psicologo Becker torna all'origine della crisi di Nole

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Lo psicologo Becker torna all’origine della crisi di Nole

Secondo l’ex coach la vittoria al Roland Garros ha imposto a Djokovic un involontario stop mentale difficile da superare. E su Federer non ha dubbi: “È tra gli sportivi più grandi di sempre”

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Ai tempi della collaborazione con l’ex dominatore del tennis mondiale, in molti guardavano al suo ruolo con superficialità, dedicandogli sentimenti in cui ironia e condiscendenza erano presenti in pari misura. Nessuno saprà mai calcolare con esattezza il peso dell’apporto offerto da Boris Becker all’impero di Djokovic, ma che il declino del serbo sia coinciso con la separazione da “Bum Bum” è un fatto più o meno incontestabile. Novak è giù, sembra sul fondo di un imbuto senza appigli e il tennis, per sua stessa ammissione, non rappresenta più la priorità assoluta. In un’intervista concessa a Sky Sport, Becker ha voluto dire la sua circa il complicatissimo momento del suo antico allievo; un momento che ormai dura da troppi mesi: “Non puoi perdere di punto in bianco la capacità di tirare il dritto o il servizio, è solo una questione di testa. I problemi – spiega il sei volte campione Slam – sono iniziati l’anno scorso dopo il successo a Parigi, anche se Novak non poteva rendersene conto. Aveva raggiunto l’obiettivo di una vita e lì qualcosa è scattato; qualcosa di negativo, intendo“.

La pausa mentale che Djokovic si è involontariamente concesso dopo la conquista del “career Grand Slam” ha scatenato una spirale deteriore di eventi a catena, che Becker prova a spiegare e a spiegarsi: “All’interno dello spogliatoio tutti stanno con le orecchie ben tese. Gli altri giocatori hanno notato che il boss del circuito era vulnerabile e volevano il suo scalpo. Chiunque, leggendo il suo linguaggio del corpo, ha pensato di avere una possibilità di batterlo, e questo ovviamente è un altro problema rilevante“. Insomma il momento è tanto brutto quanto inaspettato, ma la leggenda di Leimen ritiene possibile recuperare il terreno perduto: “Nole ha 29 anni, può ancora riprendersi e tornare sulla retta via, ma deve fare in fretta“.

Il finale, com’è naturale soprattutto di questi tempi, è dedicato a Sua Maestà Roger Federer: “Ha iniziato l’anno vincendo Australian Open, Indian Wells e Miami, e nessuno dovrebbe esserne sorpreso, visto che stiamo parlando non solo del miglior tennista, ma di uno tra i più grandi sportivi di ogni epoca“.

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