Match for Africa 4: Federer chiama, Bill Gates risponde [AUDIO]

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Match for Africa 4: Federer chiama, Bill Gates risponde [AUDIO]

Più di due milioni di dollari raccolti per la Fondazione Roger Federer che aiuta i programmi educativi per i bambini dell’Africa. Grande atmosfera e tanto affetto per la “prima” a Seattle dello svizzero

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dal nostro inviato a Seattle

Nonostante il brevissimo preavviso con cui era stata annunciata (i biglietti sono andati in prevendita solamente il 6 di aprile, 23 giorni prima dell’evento), l’esibizione a scopo benefico organizzata dalla Roger Federer Foundation con l’aiuto del magnate Bill Gates e dell’associazione benefica che porta il nome suo e di sua moglie Melinda, ha visto la KeyArena di Seattle riempire tutti i 17.000 posti per l’esordio del campionissimo svizzero nella “Emerald City”. Nonostante la pressoché totale assenza di manifesti in giro per Seattle, ed i prezzi non proprio popolari (110 dollari per il secondo anello, 250 per il primo anello e 1500 per i posti VIP nelle prime file), la novità di Roger Federer in questo angolo di Stati Uniti che raramente può ammirare da vicino gli assi della racchetta (Il torneo più vicino è ad Indian Wells, a più di tre ore di volo) si è dimostrata un richiamo irresistibile per tutti gli appassionati.

Naturalmente parte dell’attrattiva dell’evento era rappresentata anche dall’inedita coppia Roger Federer/Bill Gates, che all’inizio del pomeriggio (l’orario d’inizio era stato fissato per le 17.30 locali, forse per favorire la diretta di Tennis Channel ed i relativi ascolti sulla East Coast) si è cimentata in un doppio pro-am contro la coppia formata da John Isner e dal chitarrista dei Pearl Jam Mike McCready, dopo che quest’ultimo si era esibito un originale interpretazione con la chitarra elettrica dell’inno nazionale americano. Grandissimo entusiasmo per Bill Gates al suo ingresso in campo, in tutto e per tutto paragonabile alla “standing ovation” tributata a Federer. Forse è stato un segno di riconoscimento per aver portato il campione elvetico a Seattle, o forse un tributo per le sue numerose iniziative filantropiche (al 2013 Gates ha donato alla sua fondazione quasi 28 miliardi di dollari), fatto sta che l’uomo più ricco del pianeta potrà inserire anche questo nella lista dei suoi numerosi successi. A parziale consolazione per tutti gli esseri normali, va detto che Gates almeno a tennis non è un gran ché: diritto molto rudimentale eseguito puramente di braccio, un rovescio bimane nemmeno malvagio nell’esecuzione ma piuttosto incerto, ed un servizio che manca completamente di tecnica nella parte sopra la spalla.

Bill Gates, CEO Microsoft, impegnato in doppio durante il Match for Africa 4 a Seattle, 29 aprile 2017

Il fondatore della Microsoft ha giocato in maniera molto rilassata, esibendosi il qualche occasionale ma pregevole intervento al volo ed ha dato il suo contributo alla vittoria per 6-4 dell’unico set disputato. Dall’altra parte del campo, nonostante il grande impegno e la carica agonistica di McCready, la coppia ha pagato la scarsa consistenza alla battuta del chitarrista, cedendo l’unico break del set, risultato poi decisivo.

Nonostante i quattro protagonisti fossero tutti microfonati, sono state pochissime le battute tra uno scambio e l’altro, ma il pubblico ha dimostrato comunque di gradire lo spettacolo, che ha sopperito al basso livello tecnico con l’originalità degli scambi. Intervistati a fine match dall’onnipresente speaker Andrew Krasny (è lui a fare il maestro di cerimonia in quasi tutti i tornei professionistici americani), i protagonisti si sono lasciati andare a qualche battuta per il beneficio del pubblico: Isner ha spiegato come “dal 2-2 Bill ha preso in mano il gioco, ed il suo compagno non è che abbia fatto molto”, e Gates ha graziosamente risposto come Roger fosse stato “talmente gentleman da lasciarmi colpire la maggior parte delle palle”.

Roger Federer e Bill Gates durante il Match for Africa 4 a Seattle, 29 aprile 2017

Spariti i microfoni per la sfida di singolare tra Federer ed Isner, i due hanno comunque fatto del loro meglio per intrattenere la folla, la quale però sembrava più che soddisfatta nel godersi il match di tennis senza siparietti di sorta. Il boato più assordante, con tanto di standing ovation, è arrivato quando Federer si inventava un tweener quasi impossibile, seguito da un passante di rovescio stretto vincente che spingeva Isner a lanciare la racchetta dall’altra parte della rete dalla disperazione. Un Roger più giullare del solito ha giocato a rimpiattino con una troupe televisiva, si è improvvisato capo tifoso comandando le grida della folla con un solo gesto della mano, ed alla fine ha chiuso il match in due set rimontando il tie-break del secondo set da 2-4.

Dopo il lungo giro di autografi e selfie, il breve incontro con i giornalisti di Federer, che si sente a disagio nel sentirsi definito ‘famoso’: “Mi ritengo soltanto una persona fortunata perché giocando a tennis riesco a fare cose meravigliose come questa, che mi permettono di aiutare tanti bambini. Finora la Fondazione ha aiutato più di 600.000 bambini, e puntiamo a superare il milione entro la fine del 2018. Sono enormemente grato a Seattle per come ha risposto, e non voglio assolutamente che questa sia la mia unica volta in questa città, cercherò in tutti i modi di tornare per ripetere questa magnifica esperienza”.

In un protocollo abbastanza inusuale, l’incontro con la stampa ha avuto luogo in mezzo al campo, mentre gli altoparlanti sparavano ancora musica a tutto volume e diverse migliaia di tifosi erano rimasti sugli spalti reclamando un autografo da Roger.

Per chi come noi non è abituato a sentirsi “circondato” da questo straripante entusiasmo, è stata un’esperienza incredibile poter sperimentare in prima persona quello che Federer vede e sente ogni volta che entra in campo: ogni suo gesto, ogni sua mossa viene accompagnata dall’affetto e dall’attenzione della folla, e nonostante i tanti anni trascorsi in questa condizione, si percepisce dall’espressione e dal linguaggio non verbale del campione svizzero che c’è sempre un misto di sorpresa e gratitudine per il trattamento che gli viene riservato. Anche questo, probabilmente, fa parte del segreto della sua grande longevità.

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