Diario dalla Caja, day 3: chiamatelo Mutua Bucarest Open

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Diario dalla Caja, day 3: chiamatelo Mutua Bucarest Open

MADRID – La Caja Magica diventa rumena grazie al trio composto da Halep, Begu e Cirstea

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dal nostro inviato a Madrid

Madrid o Bucarest? – Oggi l’autista del Mercedes dell’organizzazione che ci ha prelevato dall’albergo deve aver sbagliato strada e, anziché alla Caja, ci ha portato in qualche tennis club di Bucarest. Monopolio rumeno infatti nel torneo femminile (anche grazie a papà Tiriac, che giustamente ha sempre un occhio di riguardo verso i suoi connazionali) con tre ragazze qualificate agli ottavi, sia pur in circostanze del tutto diverse tra loro. Mentre infatti sul centrale la campionessa in carica Simona Halep è stata a due punti dalla sconfitta con la Vinci (per la disperazione del ragazzo addetto al controllo della tribuna stampa, che non ha smesso un secondo di urlare il nome “Roberta” nelle orecchie del povero Ferruccio Roberti), Sorana Cirstea si è sbarazzata della speranza americana Cici Bellis in un Grand Stand pieno di sole e vuoto di pubblico e Irina-Camelia Begu ha risalito la corrente svedese di Johanna Larsson là fuori, nella giungla dei campi secondari. Che Copil facesse fuori il n°1 del mondo Murray era però chiedere troppo. E in fondo a Ion non dispiacerà…

Pippi of the year – Dopo essere stata eletta dalla WTA giocatrice del mese di aprile (per via della sua vittoria a Stoccarda), Laura Siegemund punta dritta dritta al titolo di “Tennis Pippi Calzelunghe Player of the Year” per il quale è insidiata da vicino dalla rivale più accreditata (nonché unica) che scenderà in campo domani, ovvero Bethanie Mattek-Sands. Stravagante nel gioco come nel look, Laura ha infiammato la platea del campo 4 nella sua sfida alla dinoccolata e potentissima Coco Vandeweghe. Chi sostiene che il tennis femminile sia noioso, doveva guardarsi oggi il match in questione. Coco sempre in spinta, a partire dalla battuta, e Laura tutta sbilenca a cercare di sporcare la palla e imbrogliare le idee alla statunitense. Gioco ed emozioni a parte, un paio di momenti hanno contribuito a rendere la sfida più accattivante. Nel settimo gioco del primo set, la Siegemund si è praticamente fermata durante uno scambio importante sostenendo che il giudice di linea alle sue spalle avesse chiamato out la palla della Vandeweghe. Ora: è vero che il 4 è il campo adiacente la zona del Paddle e quindi il caos regna sovrano ma in quel momento non volava una mosca e solo Laura ha sentito quella chiamata, prontamente smentita alla Alves dal malcapitato giudice. Subìta la rimonta da 4-2 a 4-6, una Coco Vandeweghe a dir poco infuriata ha scaraventato la pallina nel campo limitrofo dove era in programma il derby cinese tra le qualificate Qiang Wang e Saisai Zheng. Mentre il pubblico del 4 beccava la statunitense e dalla stessa veniva polemicamente aizzato a continuare, quello scarsissimo del 6 ringraziava per aver interrotto uno scambio che durava da 713 colpi.

Vincibile Armada – Dato che, nonostante le apparenze, siamo davvero a Madrid, parliamo un po’ delle disgrazie spagnole. Non fosse stato per il derby delle wild-card tra Almagro e Robredo, per l’Armada (oggi decisamente vincibile) sarebbe stato un tracollo. Hanno perso, pur in favore di pronostico, i tre dal doppio cognome: Bautista Agut, Ramos-Viñolas e Carreño Busta. A proposito di quest’ultimo, dopo Anastasia Pavlyuchenkova (Rabat) un altro reduce dalla vittoria in un torneo della scorsa settimana (Estoril) ci ha lasciato le penne.

Il trio ultracentenario e il ragazzino – Se la Spagna piange, la Germania certo non ride. Oltre alla Siegemund, sconfitto pure il trio Over-100 maschile composto da Florian Mayer (33), Mischa Zverev (29) e Tommy Haas (39). I tifosi tedeschi rimangono così aggrappati allo Zverev ragazzino e alla sopravvissuta Angie Kerber.

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