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Cosa piace e cosa non piace degli Internazionali (Parte 1)

Ripresentiamo un articolo della scorsa stagione, in cui il direttore elencava vizi e virtù del torneo di Roma. E quest’anno?

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di cui gode la cucina italiana nel mondo, per centinaia e centinaia (500?) di giornalisti, il misero bar di 20 metri quadrati con panini dell’autogrill, tre tavolini rotondi con due sedie ciascuno che ti costringono a stare in bilico, il nostro torneo è una gran delusione sotto il profilo culinario. Per chi ci deve passare 12/14 ore al giorno non è il massimo. Lasciamo stare che a Wimbledon c’è un contributo quotidiano di 25 sterline, all’US Open e all’Australian Open un meal-bonus di 20 dollari al giorno, nei tornei in Spagna e in Germania, in Qatar, Singapore, Shanghai, quasi sempre in Francia, i giornalisti hanno buffet gratuiti, al Roland Garros c’è uno sconto alla presentazione del pass, a Montecarlo un pranzo-buffet a 20 euro, mentre a Roma nulla…(e 10 anni fa non era così) beh, almeno una zona decente dove sedersi per mangiare un poco di pasta e cibi caldi la si dovrebbe cercare di approntare. Chi lavora per 10 giorni dalla mattina a notte meriterebbe un pochino più di …simpatia. Vi assicuro che con la stampa straniera Roma non fa una gran figura. Di fare la coda ai bar e posti di ristoro fuori spesso non si ha proprio il tempo.

POSITIVO – In tutto l’impianto del Foro Italico c’è il Wi-Fi. Questo è un grosso progresso tecnologico. Che si traduce nella possibilità per tutti di essere costantemente collegati ad Internet, grazie alla Digital Transformation, la struttura social del CONI. Non sorprende che anche a seguito di ciò le visualizzazioni siano raddoppiate: molte vengono fatte anche dall’interno. Ne traggono giovamento i siti legati agli Internazionali, con le varie apps, i social etcetera. Ma un po’ tutti. Bravi

NEGATIVO – Ne traggono vantaggio anche gli scommettitori clandestini. Roma è uno dei pochissimi tornei che pur ospitando due “osservatori” dell’ITF e Tennis Integrity Unit – una è la figlia dell’ex arbitro svedese Larss Graf – non “sanziona con l’obbligo dell’uscita dal Foro Italico” coloro che usano il computer per dare in tempo reale i punteggi agli allibratori. Mi è stato detto, ma non ho potuto verificare, che Palmieri, il direttore del torneo, abbia comunicato come non necessaria questa forma di controllo. Anni fa proprio qui al Foro con un paio di collaboratori di Ubitennis che oggi lavorano per la Federtennis – sono 9 i “transfughi” da Ubitennis ingaggiati dalla Federtennis: almeno come scuola di formazione giornalistica si vede che Ubitennis gode di una buona reputazione! – smascherammo un finto giornalista russo che dalla sala stampa comunicava in tempo reale quel che succedeva sui campi, così che nell’arco di un secondo venivano cambiate le quote ingannando gli scommettitori che non potevano seguire in tempo reale (ad esempio) se un matchpoint era stato annullato o trasformato.

POSITIVO – Basta che uno stand commerciale distribuisca qualche gadget, anche di poco conto, perché venga preso d’assalto. Costano carucci questi stand in massima parte piccolissimi, quasi bugigattoli – a Montecarlo sono grandi almeno il doppio – e vi saprò dire il prezzo, anche se poi ci sono trattamenti speciali per chi compra spazi su Supertennis od altrove. Ho sentito alcuni che si lamentavano ritenendo di subire trattamente differenziati, ma le variabili sono difficilmente misurabili in modo oggettivo, quindi non so se avessero ragione.

NEGATIVO – Non ho più visto da quell’unico anno in cui Wimbledon ospitò la tenda di William Hill a metà anni settanta – fu bandito, diversi giocatori furono sospettati di aver giocato contro se stessi (poi quelli che volevano farlo lo hanno fatto nei betting offices all’esterno…ma la faccia è stata salvata) e poi fino a qualche anno fa anche in Australia – uno stand concesso ad un sito di scommesse come c’è quest’anno a Roma, “affittato” dalla Sisal. Con uno stuolo di hostess, tutte munite di IPAD, Sisal offre tutta una serie di incentivi, premi, bonus, biglietti, a chi si registra nel sito per diventare uno “scommettitore registrato” lì per lì. Non si potrebbe scommettere lì, nello stand intendo, anche se all’interno c’è chi è pronto a darti tutte le dimostrazioni del caso. E, insomma, si arriva vicinissimi a completare la pratica. Ipocrisia vorrebbe che non si tratti di incentivo legalizzato a scommettere. Ma cos’è allora? Vabbè, l’ATP chiude un occhio. Del resto sull’inserto del Corriere dello Sport distribuito gratis al Foro con la benedizione FIT compaiono 2 mega pagine pubblicitarie di SISAL-MATCHPOINT che sciorina tutte le quote possibili immaginabili su ogni incontro del giorno, vittorie in due set o in tre dell’uno o dell’altro, e naturalmente sui vincitori del torneo. Forse, dopo le vicende dei tennisti italiani al centro (primi al mondo ad essere sanzionati) dei casi scommesse, la FIT poteva evitarsi questo coinvolgimento imbarazzante, se non fosse che evidentemente “pecunia non olet” e allora invece di un occhio diventa lecito chiuderne anche due. Dal mio punto di vista questa della Tennis Integrity Unit è una battaglia persa che costa un sacco di soldi, per mantenere gli investigatori e per non combinare un tubo. Beccano solo i pesci piccolissimi e fanno la voce grossa nei confronti di chi si limita a fare pronostici mentre all’Australian Open prima ti spiegano che ci sono 162 modi (sic!) per “combinare” una partita dai risultati falsi, e poi prendono 4 milioni di dollari da una società di scommesse che non lì investe certamente per disincentivare chi scommette. Regna sovrana l’ìpocrisia. Murray ed altri lo hanno fatto ben presente a Melbourne. Ma non cambierà nulla, vedrete.

POSITIVO – Per i fotografi il torneo di Roma è unico. La cornice, i tigli, gli scorci, le statue. Gianni Ciaccia, fotografo italiano che risiede da mezzo secolo in Francia (famosissimo così come la sua società SportVision) e un centinaio di Slam all’attivo dice: “Il torneo di Roma da due o tre anni è diventato per me uno dei più bei tornei al mondo. Se penso a Montecarlo penso al suo panorama bellissimo che fa sognare. Se penso a Roma vedo un club che con questi campi-anfiteatro è di un’eleganza incredibile. Quando vengo qui mi fa davvero piacere poter dire a me stesso ‘Sono nel mio Paese, sono in Italia, evviva l’eleganza’.

NEGATIVO – Sempre Gianni Ciaccia:

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