Nadal vs Djokovic: sarà corrida?

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Nadal vs Djokovic: sarà corrida?

Alle ore 16 il 50esimo capitolo dell’eterna rivalità tra Rafa e Nole. Alle 21.30 Cuevas sfida Thiem

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La realtà è che questa è stata una grande Era grazie ai match tra Djokovic, Federer e me. Ci siamo affrontati molte volte nei turni finali dei tornei più importanti. Credo che questo abbia portato molta gente a guardare il tennis, quindi è davvero una cosa positiva”. Le parole della conferenza stampa di ieri di Rafa Nadal riassumono in maniera efficace tutto quello che implica una sfida tra questi tre fenomeni che hanno dominato il tennis per oltre un decennio. Stavolta tocca a Rafa e a Nole. Sono passati 12 mesi dal loro ultimo scontro, quando a Roma diedero vita a quella che, forse, è stata la partita più bella del 2016, almeno fra quelle giocate al meglio dei tre set. In questo anno è successo di tutto e, soprattutto, i rapporti di forza si sono invertiti, almeno per il momento. Nadal è reduce da 13 vittorie consecutive, mentre Djokovic è in una fase della sua carriera in cui è difficile capire quale sia il suo vero livello di gioco. Il serbo è avanti 26-23 negli scontri diretti, essendosi aggiudicato gli ultimi 7 match e avendo all’attivo una striscia di 16 set vinti consecutivamente (non ne perde uno dalla finale di Parigi del 2014, che è anche l’ultima volta in cui lo spagnolo ha prevalso contro di lui). Rafa, da parte sua, è avanti 14-7 sulla terra rossa, mentre qui a Madrid la situazione è di una vittoria a testa.

Si giocherà alle 16, quindi in pieno pomeriggio. Il clima dovrebbe essere relativamente buono, con poche possibilità di pioggia e una temperatura intorno ai 20°C. Nadal ha esordito nel torneo soffrendo moltissimo con Fognini, dominando poi una brutta versione di Kyrgios e superando in due set un Goffin di altissimo livello. Djokovic, invece, ha dovuto sudare moltissimo per sconfiggere Almagro, per poi vincere con Lopez e approfittare del forfait di Nishikori. Delle difficoltà del serbo negli ultimi 10 mesi si è già parlato molto. I problemi sono noti e non sono certamente tecnici: la poca cattiveria in campo, l’incapacità di rimanere concentrato per molto tempo e di essere dominante – a volte anche all’interno dello stesso scambio – sono tutti fattori che fanno pendere l’ago della bilancia a favore di Nadal.

Sul piano tattico, bisognerà vedere quali saranno le scelte del maiorchino, che potrebbe decidere di utilizzare spesso il servizio al corpo per non subire la profondità della risposta di Djokovic e per comandare il gioco. Per Nadal sarà estremamente importante incidere con il dritto, cercando quanto prima il cambio in lungolinea, in modo da allontanare dal campo il suo avversario e poter colpire col medesimo fondamentale dal lato sinistro.

In questo tipo di situazioni, lo spagnolo dovrà cercare di evitare di sollecitare eccessivamente il lato sinistro di Nole, che da quella parte può ribaltare lo scambio in qualsiasi situazione, specialmente con la soluzione in cross. Un’altra chiave per Nadal sarà il rendimento che avrà con il rovescio, che in queste settimane sta funzionando molto bene e che può consentirgli di trovare soluzioni offensive alternative, specialmente qualora dovesse riuscire a trovare angoli acuti.

A proposito di alternative, quando Djokovic sarà lontano dalla riga di fondocampo, Rafa potrebbe anche decidere di giocare qualche drop-shot, che esegue molto bene soprattutto dalla parte sinistra nella direttrice parallela.

Per quello che riguarda Djokovic, invece, sarà essenziale che ritrovi fiducia in tutti i propri colpi, specialmente quelli in lungolinea, che sono alla base per tentare di non finire in difesa. In questi mesi in quella direzione spesso ha rischiato senza successo il rovescio, sbagliando molto – se non di più – quando cercava di fare la stessa cosa dalla parte del dritto. Con Nadal sarà dunque fondamentale essere efficace proprio con questi due colpi, in modo da poter avere in mano il gioco, ma anche per poter trasformare una situazione da difensiva ad offensiva.

A differenza di quanto visto ultimamente, il campione di Belgrado dovrà essere lucido nelle letture di gioco. Un errore classico di Nole, ad esempio, è quello di scegliere la direzione sbagliata per attaccare e prendere la via della rete: questo, specialmente con un passatore come Nadal, può essere fatale.

Sarà cruciale vedere se una sfida così importante potrà ridare linfa vitale a Djokovic, in primo luogo dal punto di vista nervoso. Forse, un contesto di questo tipo può far scattare la “scintilla” di cui il serbo ha parlato dopo aver deciso di licenziare il suo team storico.

Non prima delle 21,30, sarà poi il turno di Dominic Thiem e Pablo Cuevas, entrambi alla prima semifinale in un torneo di questo livello. L’uruguaiano ha vinto l’unico precedente, che si disputò due anni fa sulla terra del Roland Garros, quando vinse in quattro set dopo 3 ore e 51 minuti di battaglia pura. Dominic ha vinto agevolmente contro Donaldson e Coric, mentre contro Dimitrov ha dovuto annullare ben cinque match point. Cuevas, da parte sua, ha vinto al tiebreak decisivo contro Bellucci, ha rimontato un set di svantaggio a Mahut, domando poi Paire e Alex Zverev, prevalendo sempre nel parziale decisivo. Sarà importante vedere quante energie avrà a disposizione il 31enne di Concordia, il quale è rimasto in campo per ben 7 ore e 51 minuti (Thiem “solamente” 5 ore e 7 minuti), anche se lo stato di forma fisico di Pablo fa ben sperare.

Per certi versi, i due contendenti hanno caratteristiche simili: predilezione per la terra battuta, splendido rovescio a una mano, utilizzo frequente del servizio in kick, aperture ampie e tendenza a giocare lontano dal campo. Tuttavia, ci sono alcune differenze, e probabilmente saranno proprio quelle che potranno essere decisive. Sicuramente l’austriaco ottiene più punti con la battuta, potendo sfruttare anche la soluzione piatta per avere punti gratuiti. Inoltre, Dominic dispone di una potenza superiore a quella di Cuevas, che da parte sua è più bravo nel trovare angoli stretti e nell’utilizzo della palla corta.

Sarà fondamentale la gestione dei punti importanti: nella sfida di Parigi, infatti, Cuevas vinse solamente un punto in più (179 a 178), ma riuscì a prevalere sfruttando le occasioni che ebbe a disposizione. Thiem, invece, non seppe fare altrettanto, sciupando ben 20 palle break su 22 (Cuevas chiuse con 5/9). Il ragazzo di Vienna ha sicuramente un punch superiore e parte favorito, ma, come detto, la gestione dei momenti clou potrebbe fare la differenza, soprattutto se si pensa al fatto che in più di una occasione entrambi hanno dimostrato di non avere sangue freddo, visto che anche Cuevas quest’anno ha perso nei quarti di Indian Wells e Montecarlo in maniera clamorosa, dimostrando di avere poco coraggio e ancor meno fiducia in se stesso. La vittoria con Zverev potrebbe essere stata una svolta importante in questo senso, ora però dovrà dimostrare di essere pronto a fare il passo successivo.

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