Pagelle: Nadal in versione Champion's e le amiche di Maria

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Pagelle: Nadal in versione Champion’s e le amiche di Maria

Rafa vola verso la decima a Parigi nonostante l’otite e Fognini. Maria non è ancora pronta, Thiem quasi, Djokovic e Murray dispersi. I superstiti delle pre-quali e il Coni che forse rapirà Binaghi

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Cosa piace e cosa non piace degli Internazionali (parte 2)

A Madrid oramai si respira aria di Champion’s league, ed il primo tifoso delle Merengues, quello che sogna addirittura di diventarne il presidente non poteva essere da meno. Con in mente l’idea di festeggiare le sue trentuno primavere proprio nella serata del 3 di giugno dedicata alla Coppa dalle grandi orecchie, Rafa Nadal (9) ha dovuto combattere con il suo di orecchio, malandato, sicuramente l’avversario più ostico sulla strada del trionfo.

Certo, se avesse avuto pure un’unghia incarnita lo avrebbero fatto esordire direttamente sabato, anzi domenica reintroducendo il challenge round, con buona pace dell’ottimo Fabio Fognini (6,5) uno che – a proposito – vive questi giorni con l’orecchio teso, pronto a mollare tutto per correre dalla sua Flavia e da baby FF. Almeno però la finale stavolta ci ha detto che Dominic Thiem (8) è quasi pronto, gli manca giusto un po’ di allenamento in più, introdurre due-tre tornei più 5-6 challenger nella programmazione e arriverà lanciatissimo agli appuntamenti che contano.

Sono contento di questa settimana, la semifinale è un gran risultato”. Dopo aver battuto a stento Almagro (uno che con tutta la stima e la simpatia quasi perdeva con Sonego) e quel che resta di Feliciano Lopez e aver raccattato le briciole con Nadal. A posto così Novak (5), Amore, Paz e addio.

Se Atene piange, Sparta non ride ed infatti il numero 1 del mondo Andy Murray (4), come hanno scritto gli amici del Corriere della Sera, è riuscito a “perdere contro uno sconosciuto”: Borna Coric (7), chi era costui?

È stato indubbiamente il torneo di Pablo Cuevas (7,5) che per l’occasione si è pure travestito da Federer e non è stato il torneo di Dimitrov (5,5) che sta cominciando a lasciare match point in giro con una certa nonchalance e neppure di Stan Wawrinka (4) che però si è concentrato sulla doppietta a tavola in preparazione di Roma: serviranno un paio di bei match al quinto nei primi turni del Roland Garros per smaltire le serate romane.

Madrid ci ha detto anche che Maria Sharapova (5,5) attesa come numero 1 e campionessa di Roland Garros e Wimbledon per ora è pronta solo a perdere contro quelle con le quali non avrebbe mai voluto perdere: dopo Mladenovic (8), è riuscita nell’impresa di far tornare la voglia di essere una giocatrice persino a Genie Bouchard (7,5), magari un giorno affronterà anche Kerber (4) e chissà che non le riesca il miracolo anche con lei. Madrid resta in ogni caso terra rumena, purtroppo però non solo grazie alla scatenata Simona Halep (8,5) ma anche ai provvidenziali inviti di Tiriac (4) ad ospiti sempre eleganti, raffinati e sobri.

Ma bando alle ciance, non c’è tempo, non c’è spazio, mai nessuno capirà e dobbiamo concentrarci sugli Internazionali.
Intanto tra battute da sganasciarsi tipo “a Roma come prima cosa abbiamo scacciato i mercanti dal tempio” e “le frasi su Federer sono state estrapolate dal contesto, per creare un caso e delle polemiche sul nulla“, i sopravvissuti tra i 17.500 delle prequali (2 alle prequali e non ai 17500) erano sì giovani e forti ma si sono fermati al primo turno delle qualificazioni tranne Arnaboldi al secondo: un trionfo. E chapeau a Francesca Schiavone (10), troppo vecchia per i gusti federali, che nel video di saluti ai fan ha evitato ogni polemica.

Una buona notizia per il tennis italiano comunque c’è: il presidentissimo Binaghi (10 e lode) ha cominciato la sua scalata al Coni sbarcando in pompa magna in Giunta e voci di corridoio lo danno come futuro presidente al termine del mandato di Malagò: dovesse “abbandonare” la Fit con otto anni di anticipo sui programmi, saremmo costretti a ricordare il suo regno solo come un ventennio…

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