Federer-Parigi Anche quest'anno salta il matrimonio (Crivelli), Roma è Sharapova 2.0 Ha scelto il basso profilo (Azzolini), Brivido Roland Garros dal forfait di Federer all'incognita Sharapova (Rossi), Le lacrime di Mager, Seppi fuori (Torrisi)

Rassegna stampa

Federer-Parigi Anche quest’anno salta il matrimonio (Crivelli), Roma è Sharapova 2.0 Ha scelto il basso profilo (Azzolini), Brivido Roland Garros dal forfait di Federer all’incognita Sharapova (Rossi), Le lacrime di Mager, Seppi fuori (Torrisi)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

Federer-Parigi Anche quest’anno salta il matrimonio

 

Riccardo Crivelli, la gazzetta dello sport del 16.05.2017

 

Più dirompente di un uragano e inatteso come’ un diluvio fuori stagione. O forse no: perché nella testa del Divino, l’appuntamento di Parigi ha sollevato dubbi fin dal trionfo di Miami a marzo, quando il cemento americano ha tenuto a battesimo il terzo trionfo stagionale di una resurrezione monumentale e mitologica. Comunque, ora è ufficiale: Federer non giocherà il Roland Garros per il 2 anno consecutivo. Se 12 mesi fa i postumi dell’operazione al ginocchio e i dolori alla schiena lo costrinsero a una rinuncia quasi forzata, stavolta è sostanzialmente una questione di programmazione. Circonfuso di rinnovata gloria dopo il 18 Slam in Australia e le cavalcate a Indian Wells e in Florida, Roger negli ultimi due mesi ha vissuto l’unico appuntamento su terra che aveva messo in calendario come un intralcio al sogno vero, quello di tornare sul trono di Wimbledon. Non senza un regime tecnico: il rosso non è mai stato il terreno di caccia preferito, nonostante il successo del 2009 e altre quattro finali perse, e a un quasi 36enne richiede adesso sforzi fisici prolungati e resistenza atletica degne di miglior causa. Quella dell’erba, appunto. Il comunicato con cui Fed annuncia la scelta sulla pagina Facebook è piuttosto esplicito al riguardo: «Ho lavorato duro nell’ultimo periodo dentro e fuori dal campo per poter continuare a giocare anche per molti anni a venire. Sento che è meglio saltare la stagione su terra e prepararmi per l’erba e il cemento. L’inizio di stagione è stato magico per me ma devo riconoscere che la programmazione sarà la chiave per spingere avanti la mia longevità… Scelta meditata, dunque, e non legata alla condizione generale. La rinuncia, del resto, non comporta obblighi se non la perdita dei punti Atp legati all’evento, una questione secondaria visto che non deve difendere nulla dall’anno scorso. E poi la classifica, nonostante sia secondo nella Race stagionale, ormai è un dettaglio. A questo punto, Federer secondo programma tornerà in campo il 12 giugno al torneo di Stoccarda, dal 2015 riciclatosi dalla terra all’erba, e poi la settimana successiva a Halle…In compenso, nella casa di Valbella, il buen retiro svizzero dove riscopre le radici, in questi giorni si è sentito un comune mortale, come ha rivelato in un’intervista: «Mangio formaggio al ristorante e mi alleno al centro sportivo pubblico. Devo prenotare il campo e se l’orario è dalle 4 alle 6 del pomeriggio, aspetto di fronte a una porta fino alle 3 e 59. Poi lentamente la apro, vedo che se ne stanno andando ed entro. Se ne vanno e gioco fino a quando non arrivano gli altri. Mi piace questa cosa. Mi mantiene con i piedi per terra, pago pure per prenotare il campo». E poi ha parlato di fame, quella agonistica: «Bisogna essere affamati. Se perdo al secondo turno sempre, posso essere felice di essere a posto fisicamente, ma non mi rende particolarmente contento come tennista. Chi ha avuto tanto successo come me non può essere entusiasta di raggiungere il secondo turno. Alcuni penseranno sempre che ci sia un momento perfetto per ritirarsi, ma diamo tempo al tempo. Spero solo che mi ritirerò quando lo deciderò io». Mai, si spera.

 

Roma è Sharapova 2.0 Ha scelto il basso profilo.

 

Daniele Azzolini, tuttosport del 16.05.2017

 

Le urla arrivano fino al Ponte della Musica, fendono l’aria, aprono il traffico del Lungotevere come Mosè le acque del Mar Rosso, rimbalzano sui marmi piatti della Sala delle Armi, si sfilacciano e si ricompongono. Lo spettacolo è già visto, ma la replica vale ancora il prezzo del biglietto. E lei si sdoppia, l’ha sempre fatto. C’è la biondona dai modi molto trattenuti, che fra un colpo e l’altro sembra recitare un rosario di devozioni ai suoi santi tennisti, attenta a trattenere gli entusiasmi, rispettosa dell’avversaria, che saluta il pubblico con uno studiato ghirigoro del braccio, e sull’ultimo dei lati indica con il ditino qualcuno fra il pubblico – uno che forse non c’è, ma chi può dirlo? – e gli dona un sorriso dei suoi. Ed 61a stessa biondona che in corso d’opera lancia urla da pescivendola. E sono bombe di decibel. Partiamo da qui, perché nella recita sharapoviana sono le urla a fare da trait d’union fra la Maria ante-doping (magari fosse antidoping) e quella post-doping. Sono gli strepiti agonistici l’unica concessione alla Sharapova che conoscevamo, mentre sul resto opera al momento una sordina in grado di attenuare i contorni, una sorta di scafandro in cellophane, che la trattiene da ogni sconsideratezza, e la preserva da un mondo che stenta ad accettarla da capo. Vene da pensare che la Maria manager, stagista ad Harvard, portata sul palmo di mano da chiunque si oc«Più gusto a 30 anni» L’ha detto domenica Kuznetsova, però sembra definizione perfetta per Maria cupi di moderna comunicazione, una che si è impegnata nella straordinaria impresa di far diventare indispensabili persino i bon bon, abbia parlato chiaro alla Maria tennista, indicandole con precisione quale sia la “mission” di questi mesi da tirocinante: giocare bene e volare a bassa quota, colpi duri, magari durissimi, ma niente polemiche, niente inalberamenti, niente distrazioni. Solo tennis. E urla Il tennis riporterà il bel tempo, la giusta considerazione, e tanti nuovi sponsor. Gli antichi “donatori”, in parte fuggiti quando le trombe del giudizio si fecero sentire, sono stati tutti recuperati. Ma c’è spazio per altri. Così, non c’è tempo da sprecare, nér rispondere alle colleghe (ovviamente cattive e invidiose) che le danno dell’imbrogliona, né per ribadire come la sua vicenda, con i quindici mesi di squalifica, possa essere interpretata con i più svariati metri di giudizio. A questo Maria penserà dopo. Al momento preferisce fare le viste di trasecolare quando le dicono che sono i punti di Roma a stabilire se a Wimbledon potrà fare le qualificazioni, e trincerarsi dietro un candido “non so” quando le chiedono se siano arrivate risposte da Parigi, dov’era in ballo una wild card. «Noi tennisti siamo sempre gli ultimi a sapere come vengano prese queste decisioni. Non so niente di che cosa mi riserverà il tennis, ma solo l’idea di essere ieri a Madrid e o a Roma, mi fa stare bene. Io sono qui per giocare, per migliorare, per ritrovare le sen a *** sazioni forti del mio gioco. E sono tutte cose che mi danno un sacco da fare». Però è pronta a cogliere l’opportunità di un’esibizione fra lei e la Schiavone, che cancelli le polemiche sulla wild card data a lei e negata all’italiana. «A Roma vengo di corsa, poi, figurarsi per un’ occasione così. Se me la propongono, sono pronta». La manager è sempre all’erta. Bandierona russa e scritta in inglese, welcome back Maria. Con il pubblico è pace fatta. «Roma mi ha insegnato a giocare sulla terra rossa», dice. L’idea di tornare a vincere, ripartendo dal torneo che l’ha vista tre volte alzare il trofeo e spinta verso la conquista di Parigi, non è mai venuta meno. Maria è convinta di poter vincere qualsiasi torneo, i quindici mesi di sosta in questo non l’hanno cambiata. «A Stoccarda ho incontrato una delle giocatrici più in forma, la francese Mladenovic. A Madrid il livello del mio gioco era già più alto, ma ho avuto dei passa a vuoto». E a Roma? «Qualche aggiustamento l’ho già fatto, qui la superficie è più lenta. Posso fare bene». La statunitense McHale era andata avanti 3-1 nel primo set, da lì in poi Maria le ha lasciato appena due game, preoccupandosi di mantenere la lunghezza dei colpi, la vivacità dell’impianto. Ha persino messo a segno due smorzate. Prima non le faceva.

 

Brivido Roland Garros dal forfait di Federer all’incognita Sharapova

 

Paolo Rossi, la repubblica del 16.05.2017

 

Al Foro Italico possono consolarsi. Il no di Roger Federer a Roma non era un fatto personale ( ma lo sapevamo ). Ieri lo svizzero ha detto no anche al Roland Garros. Un tweet, e il matchpoint è servito. «Purtroppo ho deciso di non andare a Parigi. Ho ragionato con il mio staffe ho capito che giocare anche un solo torneo sulla terra non sarebbe stato producente per il prosieguo della stagione. Giocherò la stagione sull’erba. So che quest’anno è iniziato in maniera magnifica, ma devo preservarmi per poter allungare la mia carriera. Mi dispiace per tutti i fan francesi. Spero di tornare l’anno prossimo». L’ annuncio dello svizzero coglie di sorpresa i francesi, giusto alla vigilia della loro decisione riguardo a Maria Sharapova e la sua partecipazione sui campi del Bois de Boulogne e, nel caso ci fosse un no, lo Slam rosso si troverebbe privo di due star mondiali. Ieri la russa ha esordito agli Internazionali BNL d’Italia, prendendosi le coccole del pubblico romano che l’ha accompagnata nel suo inizio di match lento contro l’americana McHale, mai pensando che Masha potesse tradire le attese. Infatti la russa ha adottato la filosofia dei piccoli passi, concentrandosi su di sé e sul suo gioco da ritrovare, sui suoi automatismi. Senza farsi distrarre dal resto. Per questo oggi resterà impassibile e impermeabile alle notizie che verranno da Oltralpe. «Non ho alcuna anticipazione, i francesi decidano quel che vogliono e quel che ritengono giusto». Questa sera, alle 19.30, c’ un’altra cliente rognosa di cui liberarsi, quella Mirjana Lucic Baroni che a Madrid l’ha portata al terzo set. Sarà una lunga giornata d’ attesa, per la Sharapova è il suo clan. «Ma io ho una famiglia, sono felice dopo quindici mesi senza tennis. E lei è una tennista. «E solo questo mi importa. La mia unica e sola sfida, il mio obiettivo. Lavoro duro per questo, per essere professionale dentro e fuori del campo. I giudizi, le opinioni, i commenti lasciano il tempo che trovano. Sudi meli esprimono da quando avevo 17 anni, e onestamente…». La russa guarda oltre. Sa che Roma potrebbe regalarle l’accesso diretto in tabellone a Wimbledon, ma deve arrivare almeno in semifinale. «Wimbledon? Dite che sono già nelle qualificazioni? Ma davvero sapete tutte queste cose? E pensate davvero, per una come me che è stata fuori tutto questo tempo, e che per due anni ha giocato poco pochino a tennis, sia un problema giocare comunque le qualificazioni? Io sto recuperando le mie abitudini, quelle piccole cose che sono così significative per ogni atleta, questo è quello cui tengo». Non la sfiora neppure l’ultima domanda provocatoria, che in fondo la tocca solo indirettamente. Ma l’assenza forzata le ha consentito di sviluppare nuove arti diplomatiche: «Sai che Roma ha negato la wild card a Francesca Schiavone per darla a te?». «Mio dio, sono pronta a tornare a Roma per un’esibizione con Francesca. Mi piacerebbe molto, perché no?». Chapeau, direbbero i francesi.

 

Le lacrime di Mager, Seppi fuori

 

Sergio Torrisi, il corriere della sera del 16.05.2017

 

Dei cinque italiani scesi in campo nel lunedì degli Internazionali Bnl d’Italia, quello più sostenuto dal pubblico romano è stato sicuramente Gianluca Mager. Al momento numero 363 delle classifiche Atp e sconosciuto ai più, il ventiduenne tennista sanremese ha vissuto una giornata che, partita benissimo, si è tramutata lungo il percorso in una grandissima occasione persa. Questo perché, più che il britannico Bedene, ad impedirgli di coronare il sogno di superare un turno nel Masters i000 capitolino e poter affrontare così Djokovic sul Centrale, sono stati i crampi. Una situazione imparabile, capace di cancellare rapidamente dal viso di Mager la serena determinazione che gli aveva permesso di arrivare ad un paio di game dalla vittoria. «Ad un certo punto, dopo un cambio di campo, non sono più riuscito a muovermi», ha spiegato il giocatore allenato da Diego Nargiso. Ed in quel momento, gli appassionati romani hanno prima provato ad incitarlo a proseguire e qualche minuto dopo, capendone il dramma sportivo, lo hanno accompagnato con un lungo applauso negli spogliatoi. Lì Mager è scoppiato in lacrime, ripercorrendo mentalmente un incontro (finito 6-7, 6-4, 3-o) che avrebbe potuto essere e non è stato. « Qui a Roma mi conoscevano poco, ma ho fatto presto a capire perché molti miei colleghi amino giocare di fronte a questo pubblico». Una giornata negativa anche per Andreas Seppi, sconfitto da Almagro per 7-6, 6-a come per Stefano Napolitano (7-6, 6-2 da Troicki) e Deborah Chiesa, eliminata con il punteggio di 7-5, 6-2 dalla Tsurenko. Oggi si tiferà per Roberta Vinci contro la Makarova ed, in serata, per Fabio Fognini, opposto al numero uno del mondo Andy Murray.

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