WTA Roma: Venus sogna, Pliskova facile. Halep ha ancora fame

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WTA Roma: Venus sogna, Pliskova facile. Halep ha ancora fame

Venus Williams batte Konta e torna grande a Roma: 18 anni fa trionfava al Foro. Pliskova bella di notte, Halep inesorabile, vince Muguruza. Kontaveit e Gavrilova fanno prove di exploit

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[2] Ka. Pliskova b T. Bacsinzski 6-1 7-5 (Roberto Ferri)

Sul campo Centrale del Foro italico si incontrano per la quinta volta in carriera la svizzera Timea Bacsinzski (n. 34 WTA) e la ceca Karolina Pliskova seconda testa di serie del torneo e terza giocatrice al mondo. Alla vigilia il bilancio dei confronti era in perfetta parità, ma l’unico precedente su terra rossa fu vinto dalla svizzera proprio qui a Roma nel 2015 con un netto 6-4 6-0. Questa sera la musica è stata diversa per tutto il primo set. Pliskova in completo comando del gioco e Bacsinszki costretta a indossare gli stivali delle sette leghe per inseguire da una parte all’altra del campo le bordate di diritto e rovescio della ceca che spesso si schiantavano con fragore assordante sui cartelloni pubblicitari posti alle sue spalle. La giocatrice svizzera non è riuscita a trovare i calzari magici della sua misura, evidentemente, poiché nel primo parziale solo in sporadiche circostanze,  soprattutto attraverso l’uso di palle corte, è riuscita a mettere in difficoltà Pliskova che ha sbrigato la pratica in appena 25 minuti. Lo spartito tattico cambia nel secondo set grazie alle scelte tattiche dell’elvetica che si rivelano vincenti. Ripetuti colpi in contropiede, oltre alle smorzate, mettono in palese difficoltà Pliskova sempre un po’ macchinosa nei cambi di direzione repentini e (eufemismo) bisognosa di qualche ripetizione nel gioco a volo. Il primo break è a favore del fenicottero di Louny al terzo gioco-  ne aveva già sprecati tre consecutivi al primo- ma Bacsinszki lo riconquista al sesto. Nuovo break ceco all’undicesimo game e partita che sembra chiusa a tutti tranne che a Bacsinszki, che nel gioco successivo si procura tre palle break sui quali due volte è brava Pliskova e una volta molto sfortunata la svizzera che mette fuori di un soffio un meraviglioso rovescio vincente in lungolinea. Basta una chance invece alla terza giocatrice al mondo per vincere la partita, con un servizio vincente al centro. Nei quarti di finale, mai raggiunti prima a Roma, incontrerà Elina Svitolina contro la quale ha vinto in tutte le cinque precedenti occasioni

[Q] D. Gavrilova b. [7] S. Kuznetsova 2-6 7-5 6-4 (Michele Trabace)

Si apre il programma odierno al Foro Italico con il match sul Pietrangeli fra la russa Svetlana Kuznetsova, numero 7 del seeding, e Daria Gavrilova, numero 33 WTA e proveniente dalle qualificazioni a causa di una dimenticanza nelle tempistiche per l’iscrizione al torneo. Tra le contendenti ci sono 4 precedenti tutti vinti da Kuznetsova: Dubai 2013, un anno fa sempre in ottavi a Romala finale di Mosca sul finire della passata stagione e a San Pietroburgo lo scorso febbraio. Nel primo set la tennista naturalizzata australiana parte vincendo il primo turno al servizio, procurandosi due palle break nel game successivo, ma Kuznetsova piazza un parziale di 12 punti a 3 che spostano l’inerzia dalla sua parte. La due volte finalista qui a Roma nelle edizioni 2007 e 2009 non concede nulla al servizio, aggiudicandosi il primo parziale 6-2 al primo set point con una prima vincente, grazie anche ai suoi 12 vincenti e 7 errori non forzati. La seconda partita vede le due ragazze mantenere il proprio servizio fino al settimo game: Gavrilova in battuta si porta avanti 4 a 3, grazie ad un errore clamoroso della nativa di San Pietroburgo con una volée di dritto più che comoda ma scaraventata fuori; è un errore che fa male, poiché nel game successivo perde per la prima volta nell’incontro il servizio a causa di uno smash facile facile buttato in corridoio e un altro rovescio al volo finito abbondantemente out. Serve per portare la contesa al terzo Gavrilova, la quale subisce il ritorno di Kuznetsova che, seppur annullando un velenoso set point con un ace nel decimo gioco, ristabilisce la parità sul 5 a 5. Daria sembra averne di più, tiene il servizio e nel dodicesimo game si procura due set point, sfruttando il secondo con un preciso smash e rinviando il verdetto al decisivo terzo parziale dopo il 7-5 appena conquistato. Kuznetsova appare involuta, frastornata e sempre più fallosa. La due volte campionessa slam cerca di reagire a questa situazione, si porta per due volte in vantaggio di un break ma in entrambe le circostanze perde malamente il servizio; lo perde ancor più malamente nell’ottavo gioco quando avanti 30-0 cede il game mandando Gavrilova a servire per il match; la tennista residente a Melbourne concede 4 possibilità del contro break, le annulla ma alla quinta non può nulla dopo essere stata costretta almeno a 3-4 recuperi disperati. La partita va avanti con Kuznetsova sempre più in confusione, ne è la dimostrazione il match point che concede nel decimo game per un doppio fallo. Gavrilova non si fa pregare e chiude alla grande con un dritto inside out vincente (saranno 30 totali) che sancisce il 6-4 finale dopo due ore e ventitre minuti, qualificandosi così per i quarti di finale con la possibilità di eguagliare la semifinale raggiunta qui nel 2015.

[Q] A. Kontaveit b. [16] M. Lucic-Baroni 6-1 6-1 (Giovanni Vianello)

Aprono il programma della Next-Gen Arena Mirjana Lucic-Baroni e Anett Kontaveit, in un ottavo in cui si sfidano due giocatrici che amano gli scambi rapidi. Nessun precedente tra le due. Nel primo set Lucic-Baroni risulta non pervenuta; commette un numero enorme di gratuiti e molto raramente incide con il servizio o il dritto. Il risultato è una partenza shock, che vede Kontaveit portarsi avanti 5-0. A questo punto la croata chiama il fisioterapista, senza però richiedere medicazioni particolari. Il set si chiude 6-1 per la estone. Il secondo set è molto simile al primo, c’è lotta solo nel primo game, che dura una decina di minuti e che vede Kontaveit strappare la battuta alla croata, da qui in poi Kontaveit è sempre più debordante e Lucic-Baroni sembra assente dal campo. Finisce 6-1 6-1 in appena 54 minuti. Dopo quello di Kerber arriva un altro scalpo importante per Kontaveit, quello di una semifinalista agli Australian Open. Al prossimo turno per la estone la vincente di Halep-Pavlyuchenkova.

[6] S. Halep b. [12] A. Pavlyuchenkova 6-1 4-6 6-0 (Nicola Atzori)

Con l’uscita di scena di Maria Sharapova e della testa di serie numero 1 Angelique Kerber, la favorita del torneo è, senza ombra di dubbio, Simona Halep. Oggi la tennista rumena (n.4 WTA) sfida per la settima volta in carriera sul campo Pietrangeli, Anastasia Pavlyuchenkova (n.17 WTA). I precedenti tutti a favore di Halep, oggi però, è la prima volta che si sfidano sulla terra rossa. Inizia la russa a servire ma è Halep, vincitrice la settimana scorsa del torneo di Madrid, a vincere il primo game e a portarsi avanti nel punteggio. Nel quarto gioco la russa, ex pupilla di Patrick Mouratoglou, commette prima un doppio fallo e nel punto successivo affossa un rovescio a rete consentendo così alla rumena di ottenere un altro break e condurre 4-1 la prima partita. Quando lo scambio si protrae si nota il divario di velocità di gambe negli spostamenti tra le due giocatrici e, dopo soli 26 minuti Simona Halep porta a casa il primo set con il punteggio di 6-1. Nel secondo set Pavlyuchenkova prova a riaprire il match e, con un bel vincente di dritto, ottiene il break nel primo gioco. Il calo di concentrazione della Halep dura poco, e sotto 2-0 inizia nuovamente a dominare gli scambi da fondo recuperando nel punteggio. Sul 2-2 la rumena non sfrutta ben quattro palle game e con un doppio fallo regala nuovamente il gioco ad Anastasia. Dopo un colloquio con il proprio coach, la russa di Samara, cambia tattica di gioco e inizia picchiare ogni palla cercando di accorciare gli scambi. Questa strategia le consente di strappare per ben due volte il servizio ad Halep e di vincere il secondo set 6-4. Durante la pausa, l’espressione della rumena non dà segni di preoccupazione e sembra voler presagire l’epilogo della terza e decisiva partita. Un set a senso unico, chiuso in 25 minuti con l’imbarazzante punteggio di 6-0 a suo favore. Nei quarti di finale affronterà la rivelazione del torneo Annett Kontaveit che ha già battuto quest’anno nel cemento di Miami.

[9] V. Williams b. [5] J. Konta 6-1 3-6 6-1 (da Roma, Carlo Carnevale)

Di forza, di potenza, di passione. Vince così Venus Williams, con la tigna e l’ardore che l’hanno sempre contraddistinta e che i primi malevoli dichiaravano materiale estinto. A 36 anni la fiamma è ancora accesa, come quando appena diciottenne vinse qui a Roma. I suoi colpi, specialmente quel rovescio così particolare con i polsi spezzati durante il caricamento, viaggiano rapidi, sostenuti anche dal gran calore del pubblico, che conferma quanto il mondo del tennis la adori. Ne fa le spese Johanna Konta, numero 6 WTA: la britannica cerca di arginare l’iniziativa dell’avversaria, tradita dal suo importante servizio: le prime potenti e le seconde allegre sono ricordi sbiaditi, facile preda di Venus, che rifiata nel secondo set prima di riaprire il rubinetto delle risposte vincenti. I due 6-1 in suo favore sono emblema di dominio, senza repliche. Konta conferma il suo scarso feeling con il rosso: dopo i trionfi di Sydney e sopratutto Miami, sono arrivate appena due vittorie in tre tornei. Per la Williams si tratta della prima vittoria sul rosso contro una giocatrice più in alto di lei in classifica in 5 anni (ottavi Roma 2012, vs. Stosur). Al prossimo turno Venus troverà la vincente tra Goerges e Muguruza: otto e tredici, rispetivamente, gli anni di differenza.

[3] G. Muguruza b. J. Georges 7-5 6-4  (Gianluca Mitidieri)

Sulla Next Gen Arena di Roma si disputa un interessante ottavo di finale tra Garbine Muguruza ( tds n°3) e Julia Georges, numero 45 del mondo, reduci entrambe da due partite vinte al terzo set. La spagnola da giorni lamenta un fastidio muscolare alla coscia sinistra, elemento che in qualche modo potrebbe condizionare il match. L’avvio mostra una sua versione scatenata, aggressiva in risposta e in grado di procurarsi subito due palle break, annullate con una palla corta e un ace. Scampato il pericolo la tedesca dimostra di non subire particolarmente la pressione da fondo campo e mantiene autorevolmente i suoi turni di servizio con ben 5 ace nei primi 6 game dell’incontro. In un set equilibrato anche la Georges si vede annullare due palle del potenziale 4-2 e si mantiene dunque l’equilibrio. Punto più bello della frazione è la volèe di dritto incrociata stretta con cui Muguruza impatta sul 5-5. Galvanizzata, arriva al break decisivo nel game successivo e chiude il set per 7-5, con la complicità di alcuni errori grossolani dell’avversaria. Secondo set che inizia con la Georges determinata e la Muguruza autrice di un game disastroso che procura il sorpasso della tedesca sul 2-0. Con le unghie e con i denti Muguruza ricuce lo strappo alzando notevolmente i giri del motore e risalendo da 1-4 a 4-4. Sulle ali dell’entusiasmo brekka a zero ancora nel nono game e va incredibilmente a servire per il match con una serie di 4 giochi consecutivi. 6-4 finale con 18 punti a 3 dal quinto game del set. Inspiegabile il crollo verticale della Georges dopo una partita giocata alla pari per almeno un’ora. Per la vincitrice appuntamento con un totem del tennis femminile mondiale: quella Venus Williams che vinse a Roma ben 18 anni fa; i precedenti, tutti disputati sul cemento, parlano di un netto 3-0 in favore della spagnola.

Risultati:

[Q] D. Gavrilova b. [7] S. Kuznetsova 2-6 7-5 6-4
[Q] A. Kontaveit b. [16] M. Lucic-Baroni 6-1 6-1
[6] S. Halep b. [12] A. Pavlyuchenkova 6-1 4-6 6-0
[15] K. Bertens b. E. Makarova 7-6(3) 6-1
[9] V. Williams b. [5] J. Konta 6-1 3-6 6-1
[3] G. Muguruza b. J. Goerges 7-5 6-4
[8] E. Svitolina b. [Q] M. Barthel 3-6 6-0 6-0
[2] Ka. Pliskova b. T. Bacsinszky 6-1 7-5

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