Non so se è più notizia Zverev o Nole con Agassi

Editoriali del Direttore

Non so se è più notizia Zverev o Nole con Agassi

Dopo il match con Thiem, mi stupisce che Djokovic abbia fatto solo sette punti sul servizio di Zverev. È arrivato una sola volta a 30

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Alexander Zverev ha vinto il suo primo Masters 1000; è un giocatore straordinario perché non ha mai tremato un secondo, è stato lucidissimo fin dal sorteggio, quando ha scelto di rispondere come aveva fatto Thiem con Nadal, strappando subito la battuta a Djokovic e poi non si è più fatto riprendere. Il serbo è arrivato una sola volta a 30 sul servizio dell’avversario conquistando appena 9 punti (di cui due doppi falli del tedesco). Chiaramente Djokovic era molto deluso e ha detto di aver giocato al 30% anche perché abituato a giocare di sera nell’umido con campi più lenti rispetto a quello velocissimo di oggi pomeriggio. Non ha voluto cercare scusanti perché nello sport questo succede e infatti l’abbiamo visto succedere a Thiem ieri che aveva giocato in maniera spettacolare contro Nadal e poi ha deluso contro lo stesso Djokovic la sera successiva.

Zverev è sempre stato considerato un predestinato da tutti e oggi ha dimostrato una solidità di nervi pazzesca: ero curioso di vederlo andare a servire per il set sul 5-4, ebbene in quel game ha messo quattro prime con due ace. Uno Zverev davvero impressionante anche se Djokovic non era quello della semifinale che lui stesso aveva definito “il mio miglior match da 10 mesi a questa parte” non solo del 2017.

Sull’1 pari del secondo c’è stato il break che ha deciso praticamente il set anche se poi Djokovic ha perso di nuovo la battuta sul 3-5. Insomma il serbo ha perso tre volte il servizio e altre due si è trovato a vincerlo soltanto ai vantaggi annullando anche una palla del 2-5 nel secondo. Insomma se consideriamo i 7 punti conquistati in risposta da Djokovic che è considerato uno dei migliori al mondo in ribattuta è un dato decisamente impressionante. Come al solito quando succede che una gioca benissimo e l’altro gioca male, il divario aumenta.

Vedremo adesso cosa succederà al Roland Garros con Djokovic che è convinto di essere in ripresa e la partita con Thiem l’ha dimostrato; a Parigi troverà al suo fianco oltre al fratello, anche Andre Agassi con il quale dice di aver parlato con lui nell’arco di queste ultime due settimane. Dice anche di conoscerlo poco, visto che Agassi non si è fatto vedere molto nel mondo del tennis negli ultimi dieci anni. Non come Becker, che già prima di allenare Nole faceva il commentatore televisivo. Sarà una sorta di esperimento con Agassi che verrà a Parigi solo per una parte del torneo e che ha accettato dopo due settimane di riflessione. Una scelta soprattutto mediatica anche se Agassi è un ottimo analista, capace di ricordare le sue partite punto per punto. Anche se poi non era un grande tattico in campo ma se è per questo neppure Becker lo era, visto che a volte si incaponiva a cercare di vincere da fondo campo anche quando avrebbe dovuto giocare di più a rete.

Abbiamo avuto diversi esempi di partnership tra un campione e un ex campione: Federer con Edberg, Murray con Lendl, Nishikori con Chang. Sicuramente è diventata un po’ una moda, non so quanto suggerita anche da ragioni di marketing. Staremo a vedere dunque come andrà e se Nole si riprenderà. Di sicuro adesso per Parigi c’è un favorito in più: non più solo Nadal e Djokovic ma anche questo Zverev perché se riesce ad andare avanti poi togliergli il servizio diventa difficile per tutti. Serve continuamente sopra i 207 km/h, da fondo campo spinge come un matto sia dritto che rovescio. Gli manca solo un po’ di gioco a rete ma non ha nemmeno bisogno di venirci.

Tra l’altro il suo illustro connazionale Boris Becker non ha mai vinto un torneo sulla terra rossa: finale a Montecarlo con match-point, due semifinali a Parigi, finale a Roma con Sampras, ma nemmeno tornei minori vinti. Zverev oggi conquista il secondo torneo sul rosso in carriera in poche settimane, il primo Masters 1000 e chissà quanti ne vincerà ancora. Avevo ricordato nell’articolo scritto ieri sera che Nadal aveva vinto qui a Roma nel 2005, a pochi giorni dal suo diciannovesimo compleanno in finale su Coria da 0-3 a  7-6 al quinto (ancora 7-6 al quinto l’anno dopo contro Federer). Lo spagnolo è sempre stato considerato un enfant-prodige. Considerata l’evoluzione del tennis negli ultimi 12 anni, questo ragazzo si può considerare persino più precoce dello spagnolo. Vedremo se riuscirà a raggiungere gli stessi Slam ben 14 o se avvicinerà quelli di Federer. Di sicuro parte molto bene visto che lo svizzero ha vinto il primo Slam a 22 anni. Questo per spiegare il valore del risultato di Zverev, giocatore di cui sentiremo parlare molto, molto, molto. Nel frattempo grazie a tutti voi che  seguite me e tutta la squadra di Ubitennis.com.

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