Zverev per la gloria, Djokovic per tornare grande

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Zverev per la gloria, Djokovic per tornare grande

Non prima delle 16 andrà in scena la finale maschile della 74esima edizione degli Internazionali d’Italia. Trionferà la NextGen o la vecchia guardia?

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Nole is on fire…again”, queste sono state le parole di Boris Becker dopo aver assistito alla splendida performance del suo ex-assistito, il quale ha lasciato solamente un game a Dominic Thiem. Per dire o meno se è tornato il “vecchio” Djokovic bisognerà attendere ancora, ma di certo la finale della 74esima edizione degli Internazionali d’Italia sarà un bel banco di prova. Ad attenderlo ci sarà Alexander Zverev, giunto per la prima volta all’ultimo atto di un Masters 1000, il più giovane a riuscirci proprio da quando, Djokovic, non ancora ventenne, vinse a Miami nel 2007. Lo stesso Nole è alla ricerca del 68esimo titolo in carriera, il 31esimo “1000”, che gli consentirebbe di superare nuovamente Nadal in questa speciale classifica. Djokovic è alla sua ottava finale nella Città Eterna (4 vinte e 3 perse), mentre Alex è il primo tedesco ad arrivare fino a questo punto di un torneo di questo livello da quando ci riuscì Nicolas Kiefer a Toronto nel 2008. L’ultimo suo connazionale a sollevare un trofeo di tale prestigio, invece, è stato Tommy Haas, finalista qui nel 2002 e che l’anno precedente si era imposto a Stoccarda (all’epoca si giocava ancora sul cemento indoor).

Il cammino dei due giocatori è stato diverso, anche se in realtà nessuno dei due ha davvero rischiato di essere eliminato anzitempo: Zverev ha superato in tre set Anderson, per poi domare senza problemi Troicki, Fognini e Raonic, mentre in semifinale con Isner è stato costretto al set decisivo (peraltro dominandolo con il punteggio di 6-1). Djokovic, da parte sua, è arrivato fin qui per la prima volta senza cedere nemmeno un parziale: a farne le spese sono stati Bedene, Bautista, del Potro e Thiem. Il serbo in questi giorni è tornato a mostrare un linguaggio del corpo differente rispetto agli ultimi 10 mesi: più aggressivo, nuovamente feroce sul campo e concentrato come ai bei tempi. In questo senso, sarà fondamentale per Zverev entrare in campo senza avere la paura o timore reverenziale nei confronti del numero due del mondo. Partire subito bene sarà un imperativo per il n.17 ATP – salirà al n.10 in caso di vittoria – come dimostra il record in carriera di Djokovic dopo essersi aggiudicato il set di apertura: 671 vittorie e 28 sconfitte (96%). Al contrario, Alex, dopo aver perso il primo parziale, ha vinto solamente 22 volte su 62 (35,5%).

Il tedesco dovrà continuare a servire come ha fatto per l’arco di tutta la settimana, in cui ha tenuto il servizio 54 volte su 59, mettendo il 69% di prime, vincendo il 79% dei punti con le stesse e il 60% con la seconda. Dall’altra parte, Djokovic è stato il giocatore a vincere più game in risposta in tutta la manifestazione – 15/34 – ma anche quello di conquistare più punti sulla prima di servizio degli avversari (41%). Sarà dunque essenziale per Sascha ricavare moltissimi punti da questo colpo, tentando di abbreviare gli scambi e di non farsi mettere in difficoltà dalle risposte profonde e centrali del rivale. Per farlo dovrà essere rapido nel movimento in uscita dal servizio, che in più di un’occasione gli crea problemi.

Zverev non è un giocatore che si assume molti rischi con il colpo che segue il servizio e quindi non dovrà snaturarsi completamente, ma cercare l’accelerazione entro i primi 5-6 tiri, onde evitare di finire preda dei scambi lunghi, situazione di gioco in cui Djokovic è nettamente superiore. Da questo punto di vista, sarà fondamentale per lui il rendimento con il dritto lungolinea, che è uno dei termometri principali del suo gioco.

Il serbo, invece, dovrà mostrare lo stesso livello di concentrazione e intensità mostrato in questi giorni, in particolare contro Thiem, prendendo il centro del campo e smistando i propri colpi da una parte all’altra del campo, trovando angoli che sa trovare quasi solo lui. Ad ogni modo, Nole dovrà essere attento a non giocare troppo sulla diagonale di sinistra, dove il suo avversario è in grado di fare male, magari anche uscendone con un cambio in lungolinea definitivo o quasi. Allo stesso tempo, Djokovic dovrà fare attenzione alla posizione di Zverev, che spesso tende ad allontanarsi dalla riga di fondocampo, specialmente nei suoi turni di risposta. Quando questo accadrà, avrà anche la possibilità di spezzare il ritmo con un drop shot, facendo correre in avanti il tedesco, che in queste circostanze tende ad andare in difficoltà.

Infine, il numero due del mondo dovrà essere bravo a non dare troppi riferimenti al suo avversario quando sarà al servizio. In questo senso, sarà interessante vedere quanto Djokovic vorrà utilizzare il servizio al corpo per non dare tempo e modo a Zverev di poter “aprire” con uno dei due fondamentali. Allo stesso tempo, Nole dovrà cercare di evitare di servire troppo in slice a uscire da destra, con l’apertura alare del tedesco che potrebbe creargli qualche difficoltà.

Tra i due finalisti non ci sono precedenti, fattore che rende questa sfida ancora più intrigante e difficile da prevedere. L’impressione è che, se Djokovic dovesse mantenere questo livello di gioco, per Zverev sarà quasi impossibile vincere, ma la scalata del giovane di Amburgo è appena cominciata e potrebbe essere anche più rapida del previsto.

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