Alexander Zverev alle Finals: Milano o Londra?

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Alexander Zverev alle Finals: Milano o Londra?

Il tedesco è oggetto di innumerevoli speculazioni. Esposto in bella vista come simbolo delle prossime NextGen ATP Finals, ha appena fatto il salto tra i grandi. Siamo sicuri che sarà a Milano?

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Diciamolo, mettere Zverev sulla copertina di questo nuovo progetto è stata una mossa mediatica spettacolare. Quale modo migliore di pubblicizzare un evento da molti ritenuto non necessario, per non dire banale oltremodo viste le novità di cui sarà oggetto, se non quello di garantire la presenza del migliore Under-21 in circolazione? Ebbene questa mossa potrebbe tuttavia rivelarsi una sanguinosa arma a doppio taglio: chi ci dice infatti che Sascha non sia già in grado di esprimere quel tennis tale da arrivare in lista per il Master di Londra?

Tale considerazione era a inizio anno puramente utopistica. Difficile pensare che un ragazzo così giovane possa riuscire a sfondare il muro della Top-10 dopo un solo anno a buoni livelli, specie se consideriamo il fatto che davanti a lui ci sono giocatori che per uscire dai migliori dieci dovrebbero avere un crollo verticale in termini di risultati, ipotesi al quanto discutibile se non in caso di infortuni veramente seri. Discorso chiuso dunque? Mica tanto. Quest’anno più di tutti stiamo avendo la prova che ai vertici sta veramente cambiando qualcosa: la perdita di motivazioni di Djokovic, la stanchezza fisica e mentale di Murray, il crollo di Ferrer, Berdych che ormai sembra aver perso il treno, l’incostanza di Cilic, sono stati tutti segnali di smarrimento di una generazione tennistica che sembra aver fatto il suo corso, o quasi! Federer e Nadal sembrano esser tornati indietro nel tempo, presentandosi fin qui come i veri uomini da battere, ma per sfortuna (o fortuna?) i posti alle Finals sono otto e non due.

E nonostante gli appunto sbalorditivi risultati di questo “nuovo 2006”, sono tanti quelli che appena dietro “sentono l’odore del sangue”, a cominciare da David Goffin, che l’anno scorso aveva fatto il suo, amaro, esordio alle Finals come riserva, e che quest’anno si è già prenotato per un posto tra i migliori, ma anche Kyrgios, il ‘tranquillo’ Pouille e lo stesso Dimitrov fino ad arrivare al coriaceo Thiem ed al giovane Zverev, sono tutti giocatori che stanno dimostrando di avere il potenziale per poter essere la nuova “classe dirigente” del tennis mondiale.

Alexander Zverev certo ha una strada lunga e dura, e nonostante la straordinaria vittoria a Roma, il torneo più prestigioso vinto sinora da ‘Sascha’, il percorso di maturazione è appena agli inizi, con ampi, ampissimi margini di miglioramento. Riuscire a raggiungere la Top-10 entro il Roland Garros era semplicemente impensabile solo cinque mesi fa, e persino i più ottimisti credevano fosse ipotizzabile al massimo per Wimbledon… tutto sbagliato! Zverev ha chinato la testa e ha cominciato a correre lasciandosi dietro la terra bruciata, famelico e ambizioso come la sua età richiederebbe ha non solo impressionato i suoi avversari più esperti, ma li ha anche fatti sudare freddo e in alcuni casi li ha persino battuti, e il povero Djokovic ne sa qualcosa.

È possibile che per il giovane Zverev qualificarsi al Master di Londra già quest’anno possa essere prematuro e di per sé anche problematico, sapere di avere la forza per combattere i migliori è una cosa, ma avere la presunzione di esser già arrivato è un’altra. Forse non c’è alcun bisogno di bruciare le tappe (un po’ quello che è successo a Thiem l’anno scorso), e se l’obbiettivo è quello di arrivare alla piena maturazione, è facile pensare ad una sua più ‘logica’ affermazione nel 2018, dopo un altro anno di confronto coi migliori e tra i migliori, dato che è già il n.10.

Spero che i giocatori della NextGeneration diano molto filo da torcere ai giocatori più forti del mondo“, erano queste le parole di chi poco più di un anno fa aveva appena compiuto diciannove anni, le parole di un ragazzo che forse ancora non sapeva bene cosa gli riservasse il futuro, se non quello che altri dicevano di lui, “Il futuro n.1”, diceva Nadal. Oggi quelle parole riecheggiano come una realtà, tanto bella quanto inaspettata e terribile per tutti coloro che incroceranno la sua via. Nel frattempo un brivido sta forse correndo lungo la schiena degli organizzatori delle NextGen Atp Finals, che di punto in bianco rischiano già di perdere la loro punta di diamante. Nonostante abbia sottolineato almeno un paio di volte nel corso della settimana romana la sua intenzione, in caso di qualificazione per le Finals londinesi, di non disertare quelle riservate ai NextGen. Ma si sa, nel corso dell’anno le cose potrebbero cambiare.

Milano? Forse per Sascha è già Londra!

Riccardo Sozzi

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