Il nuovo Djokovic «Con coach Agassi ritroverò gioco ed equilibrio» (Crivelli), (Rossi), «Gli Internazionali? Un torneo da record» (Schito)

Rassegna stampa

Il nuovo Djokovic «Con coach Agassi ritroverò gioco ed equilibrio» (Crivelli), (Rossi), «Gli Internazionali? Un torneo da record» (Schito)

Pubblicato

il

 

Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

Il nuovo Djokovic «Con coach Agassi ritroverò gioco ed equilibrio»

 

Riccardo Crivelli, la gazzetta dello sport del 23.05.2017

 

Buon compleanno, Djokovic. Con i trent’anni cornpiuti ieri, arrivano scelte di vita per riscoprirsi e rilanciarsi. Il numero 2 del mondo, dopo Becker, sceglie un’altra leggenda come coach: Agassi. Novak, cane è matim la decisione di lavorare con Andre? «Nelle ultime due settimane, dopo la separazione da Marian Vajda, lo storico coach che lo seguiva da dieci anni, ndr) ho avuto conversazioni telefoniche con molti ex grandi giocatori. Mi interessava scambiare opinioni, si trattava di conversazioni su molti aspetti della vita di un tennista, non solo tecnici. Alla fine, la sintonia con Agassi è stata pienamente appagante». Perchè? «Innanzitutto abbiamo uno stile di gioco molto simile e io mi sono ispirato a lui: questo credo che aiuti. Soprattutto, Andre ha vissuto un’esperienza analoga alla mia, se non addirittura più pesante, arrivando a rigettare lo sport che amava e a crollare oltre la centesima posizione dopo aver dominato la scena. Ma si è ritrovato ed è risalito, tornando numero uno: perciò conosce la strada per rimettere insieme tutti i pezzi e ripartire più forte di prima. E poi ha rivoluzionato il tennis con il suo carisma ma è rimasto estremamente umile. La raggiungerà al Roland Garros? «Si, così avremo modo di confrontarci faccia a faccia, perché per due settimane i contatti sono stati solo telefonici. Mi seguirà per alcuni giorni durante il torneo e al mio fianco continuerà a esserci mio fratello Marko. Se le cose dovessero funzionare con Andre, e non ho dubbi che sarà così, programmeremo i progetti futuri a partire da Wimbledon.. A trent’anni si cominciano a fare bilanci: quale ruolo disegna per sé Novak Djokovic nella storia del tennis? «E’ una domanda alla quale dovreste rispondere voi giornalisti, vi lascio volentieri questo gioco, perché non spetta a me dare giudizi su quello che ho fatto e che farò. Posso solo dire che essere accostato a nomi come Borg, Agassi, Sampras, Federer e Nadal mi dà una soddisfazione immensa, significa che la passione per il mio sport, unita ai sacrifici, mi ha portato a livelli che da bambino potevo solo sognare.. Domenica si presenta al Roland Garros da campione in carica: un anno fa ottenne a Parigi il trionfo atteso una vita, ma da p cominciarono annue i problemi. «E’ vero, quella vittoria portò con sé due emozioni contrastanti: da un lato una felicità forse mai provata prima, ma dall’altro una stanchezza che all’improvvisò mi svuotò. Non c’è dubbio che da quel momento abbia mantenuto un rendimento non adeguato alle mie aspettative, e non sto parlando solo di risultati, ma anche di concentrazione». Si è dato una spiegazione? «Ho perso il mio equilibrio emozionale: capita a tutti nella vita di avere momenti negativi, l’importante è prenderne coscienza. Non riuscivo a mettere in campo gli strumenti tecnici e psicologici che allenavo durante la preparazione. Nella mia carriera ho perso molte volte, ma uno dei miei pregi è di aver imparato a essere più forte dopo una sconfitta. Così, ho vinto un paio di Wimbledon dopo aver vissuto cocenti delusioni al Roland Garros. Ecco, nell’ultimo anno spesso non sono più riuscito a ripartire dopo essere stato battuto sul campo». A Parigi però arriva con ima sconfitta contro Zversv a Roma… «E’ vero, ma sento che il mio feeling adesso è diverso. Il torneo di Roma, nonostante abbia perso in finale, ha liberato sicuramente energie positive, e in ogni caso ho avuto buone sensazioni durante tutta la stagione sulla terra. Contro Thiem in semifinale ho disputato la mia miglior partita da dieci mesi a questa parte, è un’ottima base da cui partire. E poi Sascha è stato un grande avversario che questa volta ha giocato meglio di me». E’ lul fl futuro numero uno? «Ha il profilo per esserlo, lo sta dimostrando. Tuttavia, spero non lo diventi troppo presto (sorride, ndr), perché io sono ancora qua e non ho certo intenzione di farmi da parte tanto facilmente. E credo che Nadal, Federer e Murray la pensino come me».

 

Da Roma alla gloria. Zverev studia da Borg “Gli Slam, il mio sogno”

 

Paolo Rossi, la repubblica del 23.05.2017

 

Roma porta fortuna. Non sempre, e non a tutti. Ma per qualcuno è stata l’epifania della propria vita sportiva. Le statue mussoliniane nel corso della storia, hanno premiato talento e coraggio: possono confermarlo, per esempio, Ilie Nastase che trionfò al Foro nel ’70. Fu il suo primo grande torneo, prova generale prima degli US Open ’72. Ma altri, in quei magici anni Settanta, usarono Roma come grimaldello per aprire il Roland Garros: Bjorn Borg nel 1974 e Adriano Panatta nel 1976. Invece Vitas Gerulaitis usò Roma per trovare ispirazione agli Australian Open che, nel 1977, si disputarono a dicembre, ultima prova degli Slam. Potremmo inserire in questa lista Nicola Pietrangeli, che si prese Roma nel’ 57 e Parigi nel ’59, e magari aggiungere che, nel ’62, Rod Laver – nella su a marcia verso il Grande Slam – non disdegnò di prendersi anche la coppa romana. Accadrà lo stesso per Alexander Zverev detto Sascha, neo re degli Internazionali? «Il favorito del Roland Garros è Rafa Nadal, poi c’è Djokovic. Però penso che dovrei mettermi anch’io nella lista dei favoriti». Spavaldo, come può esserlo solo un ventenne. «Quando avevo undici-dodici anni sognavo di vincere tutti gli Slam: poi ho iniziato ad essere realista quando ne avevo sedici, ma essere Top Ten a vent’ anni appena compiuti no, non me lo aspettavo…». Chi deve ringraziare, questo ragazzone che si muove come una giraffa, ha i capelli da surfista e gioca con indosso un mix di tre collane che pesano cinque chili, di cui una raffigurante il suo segno zodiacale, l’Ariete? Probabilmente quel tentato golpe in Russia del ’91 che avrebbe portato all’uscita di scena di Gorbaciov. Cosa c’entra la politica col tennis e il piccolo Sascha, peraltro non ancora nato? Quel momento storico costrinse i coniugi Zverev, Alexander sr e Irena, provetti tennisti e già genitori del piccolo Mischa, a emigrare ad Amburgo, dove sei anni dopo avrebbe visto la luce l’annunciato numero uno del mondo (Nadal dixit). Un po’ come la famiglia Williams, ma al maschile, gli Zverev si sono sempre nutriti di tennis. Lui, ex Davisman e ora coach dei figli, lei maestra in campo. «Una nuova nazione, un nuovo sistema: venivamo da un paese socialista ed entrammo in un paese capitalistico, un’altra vita. Non parlavamo inglese, non parlavamo tedesco. Abbiamo avuto bisogno di un po’ di tempo». Parlavano, fortunatamente, il linguaggio del tennis. È stato sufficiente, mentre in casa l’aiuto è stato collettivo. Mischa, il fratellone, il primo baby sitter di Sascha. «Accidenti quanto era competitivo…». Ma anche lui ha avuto un ruolo decisivo, nel far scattare il magico clic. «Quando ho visto mio fratello vincere ad Halle il torneo di doppio mi si è illuminato il futuro». Era il 2008, Sascha aveva undici anni. Il destino aveva deciso. Oggi, 2017, Zverev jr ha vinto il suo primo Master 1000, quarto torneo della carriera. Ignora i social, così come le opinioni altrui. «Ascolto solo quattro persone». I gossip non sa cosa siano: lo hanno fidanzato con Bencic, da Roma torna con la coppa e un presunto flirt con Svitolina. Lui, dai suoi (quasi) due metri, si limita a spostarsi il ciuffo biondo. Gli Slam sono il vero amore, per ora.

 

«Gli Internazionali? Un torneo da record»

 

Francesca Schito, il tempo del 23.05.2017

 

Altro giro, altro trionfo. Si conclusa la 74esima edizione degli Internazionali BNL d’Italia e i numeri della manifestazione raccontano di un successo sempre maggiore. Angelo Binaghi, presidente della Federazione Italiana Tennis, è uno dei principali artefici di questo straordinario evento che negli ultimi anni sta diventando sempre più importante. Presidente, quali sono i segreti di questi risultati? «Ogni anno crediamo di non poter superare i record precedenti e rimaniamo a bocca aperta per quello che succede. Credo che gli Internazionali crescano di pari passo con il tennis italiano, che è in ascesa soprattutto da quando abbiamo creato il canale tematico Supertennis, visibile sul 64 del digitale terrestre, che è il canale sportivo più visto in Italia tra quelli che non trasmettono calcio. Gli italiani, dopo anni di oscuramento, possono vedere il tennis 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno». Abbiamo assistito all’inizio del cambio generazionale, con Nadal eliminato da Thiem eZverev che si è aggiudicato il torneo: Roma è stata protagonista di un cambiamento epocale. «Roma ha anticipato quello che porteremo a Milano a novembre, cioè l’affermazione della Next Generation. I nuovi campioni del tennis mondiaSul futuro «II nostro tennis è in crescita grazie anche al canale televisivo» le, come Zverev e Thiem, che diventano protagonisti». Sempre in crescita anche i numeri delle pre-qualificazioni, un percorso che dura mesi prima di arrivare al Foro. «Con lepre-quali coinvolgiamo tutto il paese, fino agli angoli più remoti delle regioni più lontane: una corsa che si concretizza con i 15 giorni degli Internazionali BNL d’Italia. Sono state 15.703 le persone che hanno coltivato il sogno: Deborah Chiesa è partita da un torneo regionale ed è entrata nel main draw. Il prossimo anno il numero sarà ancora più ampio». In conferenza stampa ha parlato degli introiti attesi che poi sono venuti meno: quelli dei diritti cinesi e della Ballroom. Ciononostante, gli incassi sono da primato. «Non sono venuti meno, diciamo che al momento i cinesi sono oggetto di insoluto: la società che gestisce i diritti per contro nostro e degli altri tornei, Atp-Media, sta cercando di recuperare questi importi, che sono 800.000 euro. Per Ballroom effettivamente abbiamo una voce di bilancio in meno, non ce l’aspettavamo. Recuperando la posta cinese dovremmo superare i circa 33 milioni di euro dello scorso anno». Non avete avuto ripercussioni dopo il temporale tremendo divenerdi notte: mentreRomasi paralizzava, i campi del Foro non ne hanno risentito. «C’è un grande lavoro di Coni-Servizi che gestisce la struttura, noi dobbiamo farci trovare pronti sotto tutti i punti di vista perché Atp e Wta richiedono livelli di efficienza assoluti». Quanto conta per la Fit la possibilità di ospitare per cinque anni il torneo della Next Gen? «Per noi è importantissimo, finalmente riportiamo il tennis di grandissimo livello nel Nord, in particolare a Milano, che in passato aveva avuto una storia molto importante e che da decenni era a secco. Considerando che più della metà del nostro serbatoio di circoli, di tesserati e appassionati è dislocato nel Nord Italia, è facile capire quanto abbiamo sofferto in questi anni nel cercare di riportare qualcosa di importante e nel non riuscirci perché non c’erano eventi e date disponibili per farlo». Ora l’obiettivo è quello di portare gli Internazionali dagli 8 giorni ai 12 giorni. «Confidiamo che l’Atp, che sta rivoluzionando il calendario che andrà in vigore nel 2019, ci dia la possibilità di un upgrade così da estenderlo temporalmente. Innanzitutto vorremmo arrivare nel 2018 avendo già in tasca l’upgrade per il 2019, che ci darebbe una spinta ancora maggiore. Intensificheremo la promozione con l’allargamento delle pre-qualificazioni, coinvolgendo un numero sempre crescente di giocatori. Tutto il nostro sistema, dalla televisione alle società affiliate ai tesserati, sarà finalizzato per la migliore riuscita degli Internazionali». Chiudiamo con una battuta. Dopo anni è riuscito a far svolgere il sorteggio al Colosseo, facendo entrare Sharapova e Berdych all’interno dell’Anfiteatro: un giochino che le è costato 10.000 euro: l’obiettivo per il prossimo anno è farlo gratis? «I 10.000 euro sono un simbolo di tutto ciò che non funziona nel nostro paese, una cosa assurda. Ce lo possiamo permettere, partecipiamo al finanziamento di questi beni che abbiamo in eredità dal nostro passato. Abbiamo fatto un’opera di beneficenza, il livello della cattiva gestione in Italia è quello che tutti conosciamo»

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement