Il progetto della Davis a Torino unisce il Paese (Semeraro)

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Il progetto della Davis a Torino unisce il Paese (Semeraro)

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Il progetto della Davis a Torino unisce il Paese (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

La candidatura di Torino ad ospitare le future Final Four di Coppa Davis e Fed Cup per il triennio 2018-2020 non è solo un progetto sportivo da sostenere, ma anche un passo politico importante, il segnale che quando l’idea c’è si può remare tutti insieme, a prescindere dagli schieramenti, per il bene del Paese. La prova è l’incontro che si è tenuto ieri a Roma, a Largo Chigi, fra il ministro dello sport Luca Lotti, la sindaca di Torino Chiara Appendino, il governatore del Piemonte Sergio Chiamparino, il presidente della Fit Angelo Binaghi e rappresentanti del Coni per ufficializzare la candidatura italiana ad un evento che potrebbe segnare una svolta nella storia del tennis e un impegno storico per l’Italia. L’Itf la federazione internazionale, ha da tempo proposto di trasformare la tradizionale formula della Coppa Davis (in vigore dal 1972) apportando modifiche al formato – incontri su due giorni invece che tre, come già avviene in Fed Cup, e creando una Final Four in sede unica per le due manifestazioni.

Una soluzione che nei propositi dovrebbe inserire in calendario un evento di richiamo planetario e convincere I big del tennis a frequentare più volentieri una manifestazione che negli ultimi anni hanno spesso snobbato. In seno all’Itf sull’argomento si combattono due fazioni: una favorevole all’innovazione, che pare destinata a prevalere; l’altra più tradizionalista che nella fine (o riduzione) del meccanismo di incontri in casa e trasferta vede il pericolo che per le federazioni nazionali svaniscano anche incassi fondamentali per lo sviluppo del tennis in Paesi che non ospitano altri eventi tennistici di rilievo. Divisi anche i giocatori: in parecchi, ad esemplo, fra i quali Rafa Nadal e Novak Djokovic, hanno storto il naso davanti all’eventualità delle Final Four in sede unica e preferirebbero un semplice taglio del tabellone principale della Davis dalle attuali 16 a 8 nazioni. Comunque sia la decisione finale verrà presa nell’assemblea generale dell’Itf che è in programma dall’ 1 al 4 agosto ad Ho-Chi Ming City, in Vietnam, ma in questi giorni scade il termine per la presentazione delle candidature – che saranno esaminate fra la fine di giugno e l’inizio di luglio e Torino giustamente non ha perso l’occasione di proporsi.

Le carte forti sono il fascino della città e l’eredità lasciata dalle Olimpiadi invernali del 2006 in termini di efficienza organizzativa, funzionalità degli impianti, rete di trasporti e capacità ricettiva Le finali verrebbero ospitate al Pala Alpitour (12.500 posti), dove già si è svolto quattro anni fa l’incontro di Davis fra Italia e Croazia, ovviamente cruciale sarebbe la collaborazione non solo economica fra Comune, Coni Servizi e Fit, di cui si è discusso nell’incontro di Roma. Per ora non sono note le altre candidature, ma si parla di possibili concorrenti dislocate fra Medio Oriente e Asia (Qatar; Dubai, Kazakistan, etc) che potrebbero contare su finanziamenti importanti. La strategia della Fit sotto Binaghi è decisamente espansiva. A novembre la Fiera di Milano ospiterà le Next Gen Finals, ovvero il ‘”masterino” con in campo gli otto più forti under 21 a livello mondiale, compreso probabilmente il vincitore degli Internazionali Alexander Zverev, e nel mirino c’è anche l’allungamento a dieci giorni dell’appuntamento misto del Foro Italico. Ma da solo il tennis non è in grado di sostenere tutti i costi. Serve collaborazione fra i vari attori, e per ora il progetto Final Four sembra aver compiuto il miracolo di metter d’accordo non solo sport e istituzioni, ma anche Pd e Movimento 5 Stelle (…)

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